pagamenti digitali

Buy Now Pay Later: cosa cambierà con la PSD3



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L’aumento dell’utilizzo dei prodotti BNPL ha sin da subito attirato l’attenzione delle autorità di vigilanza europee, in quanto tale soluzione agisce al limite della normativa sul credito al consumo. Per questo motivo, sono in corso tentativi di inquadramento dello strumento. Le novità della proposta normativa PSD3

Pubblicato il 15 set 2023

Paolo Gatelli

CeTIF – Centro di Ricerca su Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Giovanni Gatti

Research Analyst di Cetif Università Cattolica del Sacro Cuore



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Il Buy Now Pay Later (BNPL) è tra le soluzioni di pagamento digitale più apprezzate, soprattutto dalla fascia più giovane di popolazione che richiede una user experience sempre più fluida e frictionless.

Nell’ambito dei pagamenti, grazie alla spinta regolamentare della PSD2, l’ingresso nel mercato di nuovi player non finanziari ha in parte soddisfatto questa esigenza, spingendo l’esperienza utente verso nuove frontiere.

Con la PSD3, la nuova direttiva sui servizi di pagamento saranno introdotte anche normative sull’Open Finance che apriranno la strada a soluzioni personalizzate e soddisfare al meglio le esigenze finanziarie individuali.

Il BNPL in Italia

Il BNPL è uno strumento a cavallo tra il mondo dei pagamenti e del credito digitale, inteso nella sua forma più tradizionale come un finanziamento a breve termine e di importo contenuto, grazie al quale un consumatore riesce a frazionare un pagamento in un numero variabile di rate senza interessi. Il concetto di pagamento dilazionato non è una novità, ma, negli ultimi anni, il fenomeno del BNPL ha subito una crescita esponenziale, favorita dal successo di alcune FinTech internazionali come la svedese Klarna, leader in Europa, e l’americana Affirm.

Anche in Italia, questo strumento ha vissuto una rapida espansione, attraverso un grande player come Scalapay. La FinTech italiana del BNPL è divenuta presto un unicorno e il suo successo è confermato analizzando il numero di download registrati in Italia nel Q4 del 2022, che hanno toccato quota 167.820, secondo solo a Klarna nel contesto dei pagamenti (265.872 download, dati Statista). Inoltre, dai risultati preliminari di una survey condotta da Cetif, sulle metodologie di pagamento preferite dai giovani under 25 italiani nel 2023, emerge che per l’e-commerce il 10% di giovani utilizza il BNPL almeno una volta ogni 3 mesi. Sebbene carta prepagata e carta di debito siano ancora le soluzioni di pagamento preferite (rispettivamente il 61% e il 57%), seguite da metodologie di pagamento digitali, come app-mobile ed e-wallet (55%), guardando al 2026 la quota di giovani che stima di utilizzare il BNPL è in crescita del 4%, rispetto a quella attuale (14%), con il 10% che stima di poter utilizzare la soluzione almeno una volta al mese. La semplificazione del processo di accesso al finanziamento e la facilità d’uso sono gli ingredienti vincenti delle soluzioni proposte dagli attori del mondo FinTech. Tuttavia, permangono dei punti aperti che fanno riflettere sul futuro di tali servizi.

BNPL, interrogativi sulla profittabilità del modello di business

Sino ad ora, la crescita di servizi di BNPL è avvenuta in uno scenario economico favorevole, con tassi di interesse particolarmente bassi e una certa stabilità dei prezzi. Tali caratteristiche hanno permesso lo sviluppo di un modello di business in cui il profitto, di fronte a un prestito a tasso zero, fosse ottenuto dalle commissioni rivolte agli esercenti.

In un contesto economico profondamente mutato, segnato da inflazione a doppia cifra e alti tassi di interesse, sorgono degli interrogativi sulla profittabilità di questo modello di business. Secondo un’analisi CRIF, già nei primi sei mesi del 2021, i servizi di BNPL hanno dimostrato una rischiosità superiore ai tradizionali finanziamenti small ticket e il tasso di insolvenza è quasi raddoppiato tra il 2020 e il 2021. Infatti, la facilità di accesso al servizio di BNPL, la limitata trasparenza data ai clienti sui rischi e l’assenza di informazioni fornite dai credit bureau aumentano il rischio di sovraindebitamento, il che rende importante valutare attentamente le condizioni di accesso al servizio, per evitare problemi finanziari a lungo termine.

Il faro delle autorità Ue sul BNPL

Inoltre, l’aumento dell’utilizzo dei prodotti BNPL sull’e-commerce ha sin da subito attirato un’attenzione particolare delle autorità di vigilanza europee, in quanto tale soluzione agisce al limite della normativa sul credito al consumo. Per questo motivo, sono in corso tentativi di inquadramento dello strumento.

Dapprima l’EBA (Autorità Bancaria Europea) ha definito la natura del BNPL, inquadrandolo come strumento di lending (EBA/Op/2022/06), definizione poi confermata dalla proposta normativa PSD3, che, inoltre, richiede che lo strumento sia regolato dalla nuova normativa sul credito al consumo, che sostituirà quella in vigore del 2008 (Direttiva 2008/48/CE sui contratti di credito ai consumatori, Consumer Credit Directive o CCD).

Le novità della PSD3

Il BNPL appare dunque uno dei servizi potenzialmente associabili a una transazione di pagamento, rispetto alla quale può variare il soggetto debitore, ma dove resta chiara la finalità della transazione, la natura della stessa e il suo destinatario. La scelta è coerente con la volontà di armonizzare l’intero sistema dei pagamenti europeo e risolvere le distorsioni concorrenziali sul mercato, favorendo il miglioramento di sicurezza e trasparenza dell’intero settore, includendo anche attori di natura non finanziaria. In primis, essa si concentra infatti nel rafforzare i processi di autenticazione e adozione dei servizi digitali, specialmente nell’utilizzo di digital wallet, come Apple Pay o Google Wallet, i cui processi di registrazione e di identificazione non sempre garantiscono una sicurezza sufficiente.

Per migliorare questo aspetto, si richiedono metodi di autenticazione più robusti nell’accesso ai servizi digitali, collegando in modo più affidabile il titolare della carta, o dello strumento, al dispositivo utilizzato per effettuare il pagamento. Quanto alla trasparenza delle transazioni finanziarie, la proposta mira ad introdurre nuove regole nella caratterizzazione degli estratti conto, attraverso dati specifici che permettano di identificare chiaramente il destinatario di ogni transazione.

Nel contesto del cosiddetto “payments package,” la PSD3 offre prospettive altrettanto affascinanti, soprattutto in merito all’open banking, che evolve nel concetto di “open finance”. Con l’open finance si propone di includere un quadro più ampio di dati finanziari, consentendo un’integrazione più agevole di diverse fonti, facilitando l’identificazione di casi d’uso di valore crescente, basati sulla conoscenza del cliente e degli insight che caratterizzano i suoi bisogni. Il fulcro di questa evoluzione è il “framework di accesso ai dati finanziari” (Fida), che agisce come fondamento per promuovere una maggiore interoperabilità dei dati finanziari, stimolando l’emergere di nuove applicazioni e servizi innovativi.

Conclusioni

Questa prospettiva apre a nuove opportunità per il settore dei pagamenti, consentendo di utilizzare in modo più completo e strategico le informazioni sul cliente, per offrire soluzioni personalizzate e soddisfare al meglio le esigenze finanziarie individuali. In sostanza, l’open finance allarga gli orizzonti dell’open banking, aprendo la strada a un panorama finanziario più ampio, inclusivo e informato, a beneficio sia dei consumatori che delle istituzioni finanziarie.

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