Il ministero c’è, l’innovazione può attendere. Il ministro all’Innovazione, Paola Pisano, venga in Parlamento a fare chiarezza. E risponda a una serie di domande semplici:
- App io non ha funzionato nel giorno del cashback, milioni di cittadini bloccati, di chi è la colpa?
- Quando saranno risolti definitivamente i problemi?
- Cosa è stato fatto per far conoscere la App Io nei mesi scorsi?
- Perché meno di un italiano su quattro è in possesso di Spid?
- Il ministero aveva avuto segnalazioni formali circa possibili crash di Spid e Io?
Il crash del cashback di Stato
Eppure oggi, nel pieno disastro del cashback e nel crash dell’applicazione Io, leggiamo ancora bollettini propagandistici velinati da Palazzo Chigi che annunciano trionfali nuove centinaia di migliaia di download dell’applicazione che si presenta agli italiani come “un unico punto di accesso per interagire in modo semplice e sicuro con i servizi pubblici locali e nazionali, direttamente dal tuo smartphone”. Semplice? Chiedetelo a quanti hanno fatto richiesta del bonus monopattino o a quanti, tra ieri e oggi, hanno cercato di registrare carte di credito e bancomat per beneficiare dei rimborsi promessi dal Governo per chi preferirà i pagamenti digitali per lo shopping natalizio.
Anziché sbandierare numeri da regime sovietico, si risponda a quelle domande. Anche se oggi si apprende che il collo di bottiglia è stato l’infrastruttura di Sia, la società che per PagoPA gestisce il collegamento con le banche. A Repubblica SIA ha spiegato che non si aspettavano fino a 14mila utenti al secondo, dato che gli italiani amano poco le carte, e hanno dovuto rafforzare l’infrastruttura l’8. Ma vi sembra una giustificazione accettabile non prevedere la ressa dati i fattori che c’erano in campo?
L’interrogazione e l’analfabetismo
Noi faremo un’interrogazione parlamentare su questo, anche alla luce di documenti secondo cui gli alert sulle difficoltà di Spid e IO erano note al Governo.