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La grande sfida dell’euro digitale: i nodi che l’Ue deve affrontare



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L’introduzione dell’euro digitale potrebbe portare cambiamenti significativi nella nostra vita quotidiana, ridefinendo il modo in cui gestiamo e compiamo transazioni finanziarie. Resta da vedere come questa proposta si svilupperà e quali impatti avrà sull’economia e sulla società nel suo complesso

Pubblicato il 22 set 2023

Sofia Brunelli

Analista Area Digitale&ICT di AWARE Think Thank



euro digitale2

Durante gli ultimi decenni, il denaro e le modalità di pagamento si sono evoluti costantemente, al passo con la crescente digitalizzazione.

Inizialmente, l’aumento degli acquisti online ha svolto un ruolo chiave nel cambiamento delle nostre abitudini di pagamento. Con lo sviluppo di piattaforme di e-commerce come Amazon ed eBay e l’emergere di altre aziende online, l’acquisto su Internet è diventato più semplice e conveniente. La possibilità di utilizzare carte di credito e altri metodi di pagamento elettronici ha semplificato il processo di acquisto e ha ridotto la dipendenza dal contante.

Successivamente, la diffusione dei pagamenti digitali ha segnato un altro passo importante nell’evoluzione del denaro. Servizi come PayPal, Apple Pay, Google Pay e altre soluzioni di pagamento digitale hanno reso ancora più agevoli ed efficienti le transazioni online e offline. Di fatto, la dimensione dei portafogli si è ridotta progressivamente, man mano che le modalità di pagamento si sono affidate sempre più a carte di credito o si sono spostate sugli smartphone con i cosiddetti pagamenti cashless.

Il ruolo della moneta digitale

Ora, diversamente dal passato, l’imminente innovazione in campo finanziario è di tipo top-down poiché arriva direttamente dalle istituzioni. La Banca Centrale Europea (BCE) sta infatti valutando di introdurre l’euro digitale. La moneta digitale rappresenta una vera rivoluzione per garantire un futuro sempre più digitalizzato. Di fatto, l’euro digitale rientrerebbe nella categoria delle Central Bank Digital Currency (CBDC), ossia monete digitali che viaggiano sull’infrastruttura blockchain, emesse dalle banche centrali, che sono sottoposte a supervisione regolamentare e garantiscono stabilità finanziaria.

Non bisogna però confondere il concetto di valuta digitale con la sua versione elettronica. Ciò che differenzia la valuta digitale dalla valuta elettronica presente sui conti bancari è che la valuta digitale non assume mai forma fisica ed è scambiata esclusivamente tramite mezzi digitali.

Un cambiamento di tale portata ha profonde implicazioni sulla natura stessa della moneta e solleva la questione del se le banche centrali debbano emettere valute digitali per l’uso al dettaglio.

Come sostenuto da Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, in un mondo digitale le CBDC sono necessarie per preservare il ruolo della moneta della banca centrale come forza stabilizzatrice nel cuore del sistema dei pagamenti e per salvaguardare la sovranità monetaria. Ma le CBDC dovranno essere progettate con attenzione. Per avere successo, dovranno aggiungere valore agli utenti, sostenere la concorrenza piuttosto che escludere l’innovazione privata, ed evitare rischi per l’intermediazione finanziaria.

Inoltre, secondo le stime più recenti della Banca Centrale Europea, circa la metà delle transazioni in Europa avviene tramite carte di credito, con una crescita del 17,1% nel 2022 rispetto all’anno precedente. L’introduzione dell’euro digitale potrebbe aiutare a trattenere nel continente i proventi delle transazioni che attualmente vengono elaborate da circuiti emittenti con sede extra-UE.

La grande sfida si gioca perciò nell’attribuire reali vantaggi alla valuta digitale al fine di modificare le abitudini dei cittadini europei e delle banche commerciali.

Le caratteristiche e i benefici delle CBDC

Una domanda che può sorgere spontanea sul tema è cosa rende l’euro digitale diverso o migliore rispetto alle molte innovative soluzioni digitali già disponibili?

La risposta sta nel fatto che le CBDC rientrino nella categoria di Fiat Currency, ossia i depositi detenuti presso le banche centrali e la moneta cartacea messa in circolazione dalle banche centrali, che solo queste ultime possono creare. I depositi dei clienti presso le banche commerciali non vengono considerati “moneta della banca centrale”, né lo sono le forme esistenti di pagamenti digitali. Ciò che invece fa la politica monetaria della BCE è mantenere la stabilità dei prezzi e preservare il valore della nostra moneta comune, in modo che i cittadini abbiano una “garanzia” che assicuri il mantenimento del loro potere d’acquisto.  Infatti, se adottate ufficialmente, le CBDC avrebbero corso legale.

Il legame tra cittadini e moneta della Banca centrale

Al centro del progetto dell’euro digitale c’è l’obiettivo di mantenere il legame tra i cittadini e la moneta della banca centrale. Generalmente, siamo soliti associare la tecnologia blockchain alle criptovalute o agli stablecoin, altri tipi di valute digitali, che però, a differenza delle CBDC, sono molto volatili perché non esiste un ente emittente ufficiale e il loro valore non può essere mantenuto stabile nel tempo. Infatti, come Central Bank Digital Currency, l’euro digitale sarebbe la moneta della banca centrale, convertibile, uno-a-uno, con le banconote in euro. È importante sottolineare che l’avvento delle monete digitali non è volto a sostituire il contante ma a offrire un’alternativa all’interno delle economie digitali e soprattutto preservare la coesistenza di denaro sovrano e denaro privato in un mondo digitale. Questo è un vantaggio concreto poiché alla base della stabilità finanziaria e monetaria, garantendo la concorrenza e l’efficienza nei mercati dei pagamenti.

Euro digitale e privacy

Inoltre, l’euro digitale, come garantito dalla Commissione europea, sarà caratterizzato da una solida protezione della privacy. La Banca Centrale Europea non avrà accesso né ai dati personali degli utenti, né alle loro preferenze di pagamento. Inoltre, grazie alla possibilità di effettuare pagamenti offline, il livello di protezione dei dati sarà superiore rispetto a qualsiasi altro metodo di pagamento digitale attualmente disponibile. Ciò potrebbe comportare un miglioramento della riservatezza nei pagamenti digitali. Al giorno d’oggi, le informazioni contenute nelle transazioni elettroniche possono essere sfruttate da aziende private, rappresentando una minaccia per la privacy degli utenti. Questo rischio è ulteriormente accentuato dall’offerta di servizi finanziari da parte delle grandi aziende tecnologiche e dal rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale. Con l’euro digitale, l’obiettivo è fornire una maggiore tutela della privacy e una maggiore sicurezza nelle transazioni digitali.

Le scelte progettuali

Per decretare il successo di tale valuta, è importante che le scelte progettuali per le CBDC dipendano dalle reali esigenze e requisiti dei consumatori. L’efficienza di tale sistema è infatti strettamente legata alla comodità del sistema di pagamento e alla sua somiglianza ai pagamenti in contanti, sia tra peers che con enti di varia natura. Nonostante ciò, la decisione prioritaria riguarda la definizione dell’infrastruttura e dei ruoli per la Banca Centrale e le altre istituzioni finanziarie coinvolte (banche commerciali, PSP, ecc.). Di fatto, la scelta più rilevante riguarda la definizione del ruolo operativo della Banca Centrale e delle banche commerciali e la valutazione della collaborazione con il settore privato per garantire un servizio di pagamento efficiente.

Infine, una dimensione fondamentale da esplorare delle CBDC è l’interoperabilità per garantire la possibilità di interazione tra diversi sistemi CBDC, facilitando i flussi di pagamento tra le diverse istituzioni finanziarie e a livello internazionale. La BCE mira quindi a introdurre una moneta digitale che coesista con il contante e i depositi, favorendo la collaborazione con il settore dei pagamenti e sostenendo il processo di digitalizzazione nell’economia europea. Questa moneta digitale dovrà essere inclusiva, consentendo l’accesso anche a coloro che non hanno un conto corrente e riducendo la dipendenza da strumenti di pagamento non regolamentati o valute estere.

La roadmap

Nell’ottobre 2021 la Commissione Europea ha avviato una fase di indagine di due anni per definire le caratteristiche progettuali della valuta digitale. In autunno la BCE completerà l’indagine in corso sulle caratteristiche tecniche e sulle modalità di distribuzione dell’euro digitale; essa deciderà quindi se avviare una fase di preparazione, al fine di sviluppare e sperimentare la nuova moneta.

A giugno di quest’anno la CE ha presentato due proposte: una proposta legislativa riguardante il corso legale delle banconote in euro per tutelare il ruolo della moneta cartacea e l’altra che stabilisce il quadro giuridico per un possibile euro digitale come complemento alle banconote e monete in euro.

Alla fine del 2023 l’Europa deciderà se avviare una fase di realizzazione per sviluppare e testare le soluzioni tecniche e disegnare gli accordi commerciali appropriati necessari per fornire un euro digitale, il quale potrebbe richiedere tre anni.

Conclusioni

La BCE non è l’unica a considerare la possibilità di una valuta digitale: tutte le principali banche centrali stanno attualmente esaminando la possibilità di emettere una CBDC, e l’Europa sta collaborando con altre banche centrali per comprendere le implicazioni dell’emissione di una valuta digitale. C’è una comprensione comune a livello G20 che la cooperazione sarà necessaria per quanto riguarda l’uso internazionale, e il G7 ha già concordato principi relativi alle CBDC. Se, da un lato, l’Europa deve considerare accuratamente tutti gli aspetti legati all’euro digitale, dall’altro non si può attendere troppo poiché gli sviluppi in una giurisdizione potrebbero avere impatti al di là dei confini nazionali con conseguenze sull’internazionalizzazione delle valute.

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