Lo scenario

Monete virtuali, Libra non convince. In attesa dell’euro digitale

C’è diffidenza tra i vertici politico-finanziari UE verso Libra, la moneta virtuale di Facebook, perché la governance non sembra essere sufficientemente indipendente: intanto ci si prepara al lancio dell’euro digitale, in arrivo forse già a metà 2021

Pubblicato il 18 Dic 2020

Gianluca Lega

Commercialista

Francesca Zullo

Commercialista

Libra-

In Europa l’idea di Libra, la moneta virtuale di Facebook, non convince i vertici politico-finanziari. Il problema contestato è che sembra mancare una prospettiva di governance vera, ovvero indipendente. Chi e come gestisce questi asset e con quale grado di indipendenza.

Considerando che l’ampia maggioranza dei soggetti che hanno aderito a Libra Association sono imprese private con legittimi obiettivi di business è necessario ricordare che una moneta internazionale deve garantire la propria indipendenza a tutti livelli. Intanto ci si prepara all’arrivo dell’euro digitale, il cui lancio ufficiale sembrerebbe programmato già intorno a metà 2021, non sarebbe una criptovaluta vera e propria ma rappresenterebbe, almeno per il momento, l’equivalente elettronico dell’euro fisico in contanti. Una moneta virtuale parallela alle banconote, con corso legale e stabile garantito dalla Banca centrale europea, che verrebbe usata per i pagamenti nei Paesi del blocco. Vediamo le differenze tra i due strumenti.

Libra e bitcoin: le differenze

Nel giugno 2019 Facebook annunciava al mondo la nascita della criptovaluta Libra, una stablecoin che entro un anno avrebbe permesso di inviare denaro o acquistare online su piattaforme e-commerce senza essere soggetta alla volatilità tipica dei bitcoin. Da allora però, l’ambizioso progetto di creare un sistema finanziario globale alternativo alle banche centrali ha affrontato un ostacolo dopo l’altro e subito bruschi rallentamenti dovuti all’opposizione delle autorità finanziarie di tutto il mondo. Ma oggi la criptovaluta di Zuckerberg torna a far parlare di sé con un progetto decisamente ridimensionato.

A differenza dei bitcoin, che potrebbe candidarsi a essere l’oro dell’era digitale e a rivestire un carattere più speculativo in quanto criptovaluta estremamente volatile dove nessuna autorità interviene per mantenerne stabile il valore, Libra è una stablecoin ossia una moneta “governata” da una associazione di membri e il cui valore viene garantito da un paniere composto da valute e titoli di stato a breve termine di Banche centrali stabili e autorevoli (per ora Euro, USD, GBP, Yen). L’obiettivo di Facebook è creare una valuta digitale globale semplice e stabile che permetta a milioni di persone che a tutt’oggi sono escluse dal sistema finanziario di avere accesso ai servizi bancari di base e che potrà essere utilizzata per scambiare denaro in modo simultaneo in tutto il mondo. Libra girerà sulla blockchain creata e gestita appositamente dall’associazione dei suoi membri fondatori che comprendono attori finanziari ( come Mastercard, Visa, PayPal), della telecomunicazione (Iliad e Vodafone), del business (da Uber a Spotify, da eBay a Booking) e specializzati nel mondo blockchain, tra cui Coinbase e Xapo.

L’altolà della BCE e della Federal Reserve

Già a inizio luglio 2019 Jerome Powell, presidente della Federal Reserve americana, ha dichiarato che i piani per costruire una valuta digitale da parte di Facebook “non possono andare avanti” sino a quando non verrà fatta chiarezza su tutti gli aspetti controversi. “Libra solleva serie preoccupazioni riguardo la privacy, il riciclaggio di denaro sporco, la protezione dei consumatori e la stabilità finanziaria”, ha detto Powell davanti al Comitato dei servizi finanziari della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.1 Contro Libra si è schierato lo stesso presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump che in un twitt ha dichiarato: “Non sono un fan di bitcoin e altre criptovalute, che non sono soldi e il cui valore è altamente volatile e basato sul nulla. Se Facebook e altre compagnie vogliono diventare una banca devono ottenere un nuovo documento di autorizzazione bancaria ed essere soggetti a tutte le regole bancarie, come le altre banche, sia nazionali che internazionali”.2

I piani di Facebook per la moneta virtuale Libra sono “affascinanti ma infidi”. Lo ha dichiarato Yves Mersch, membro del comitato esecutivo della BCE che, secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg, in una conferenza a Francoforte ha poi aggiunto: “le monete private hanno poca o nessuna possibilità di affermarsi come alternative praticabili a quelle ufficiali, dal momento che solo una banca centrale indipendente può dare ai soldi il sostegno istituzionale di cui hanno bisogno per ottenere la fiducia del pubblico”.

Libra oggi: a che punto è il progetto

Finito sotto accusa da più parti ancora prima di cominciare, il fondatore di Facebook ha dovuto ridimensionare di gran lunga il suo progetto di trasformare il social network in una sorta di Banca centrale e Libra si dovrà accontentare, almeno per il momento, di diventare una sorta di copia digitale delle valute tradizionali. A far fare marcia indietro a Zuckerberg sono stati i suoi stessi partner: già otto sostenitori del progetto si sono tirati indietro tra cui Paypal, eBay, Visa, Mastercard, Booking e Vodafone. Da stablecoin mondiale quindi a stablecoin legata ad una singola valuta spendibile in qualsiasi parte del mondo. “Un obiettivo chiave del progetto economico del network Libra – si legge nel white paper ufficiale di Libra Association – è la fiducia in un metodo di pagamento efficiente. Ogni stablecoin sul network Libra sarà interamente supportato da una riserva di asset liquidi di alta qualità e supportata da una rete competitiva di scambi che acquistano e vendono ogni moneta. Ciò significa che i possessori di Libra dovrebbero avere un alto grado di certezza di poter convertire Libra in valuta locale”.

Inoltre Zuckerberg, consapevole del fatto che diverse banche centrali (tra cui la stessa BCE) si stanno ora muovendo per creare la propria moneta digitale, auspica che il proprio sistema si possa “integrare perfettamente alle valute digitali delle banche centrali non appena disponibili”.

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