La notizia di nuovi massimi del prezzo di Bitcoin – prezzo record degli ultimi tre anni – sorprende tanti che in questi giorni chiedono: “ma non era morto?”.
La domanda rivela una posizione ingenua e superficiale, peraltro nemmeno nuova, visto che Bitcoin è “morto” almeno altre tre volte in passato con perdite di valore superiori all’80%, da cui si è poi sempre ripreso.
E nemmeno deve spaventare la volatilità del prezzo, dinamica di mercato del tutto naturale: l’incrocio di domanda e offerta prova a mettere a fuoco il valore di un bene. Se questo bene è controverso come Bitcoin, il tentativo di creare l’equivalente dell’oro in ambito digitale, allora è ovvio che il processo sia controverso, cioè volatile.
Bitcoin, rendimenti stratosferici
Un osservatore razionale non dovrebbe lasciarsi abbagliare dai picchi del prezzo, ma apprezzare che il valore minimo cresce inesorabilmente anno dopo anno. Nel 2020 il valore minimo di Bitcoin è stato circa $5000: se nel 2021 Bitcoin dovesse morire nuovamente, toccando quota $10000 dagli attuali $20000, ebbene questo marcherebbe semplicemente l’ennesima crescita del 100% rispetto al minimo dell’anno precedente.
È solo l’insipienza del mondo finanziario tradizionale, in particolare del risparmio gestito, che ha tenuto fuori la gran parte degli investitori dell’asset che è cresciuto di più negli ultimi 3, 5, 7, 9, 11 anni.
Rendimenti stratosferici che si giustificano ovviamente con i grandi rischi di volatilità a cui abbiamo accennato. Ma qualsiasi approccio razionale alla diversificazione degli investimenti prescrive inevitabilmente di allocare una percentuale tra l’1% ed il 5% del proprio patrimonio in Bitcoin: così facendo si alza il rendimento atteso a parità di rischio finanziario, o addirittura si riducono i rischi a parità di rendimento atteso.
Perché i bitcoin stanno crescendo tanto
Ma per quanto lenti a comprendere, in tanti si stanno arrendendo all’evidenza.
I bitcoin hanno valutazioni in forte crescita perché sono sempre più promossi e accettati dal mainstream finanziario.
E a questo proposito gli Stati Uniti sono come sempre almeno un paio d’anni avanti rispetto all’Europa: mercati regolamentati di futures e opzioni, trust quotati, borse bitcoin che ottengono la licenza bancaria, banche commerciali che possono fare custodia di asset digitali, PayPal che consente ai suoi utenti di comprare ed usare Bitcoin….
Queste due ultime osservazioni sono probabilmente il catalizzatore principale dell’attuale congiuntura di crescita: PayPal allarga il mercato in maniera decisiva, le soluzioni di custodia abilitano tecnicamente il fiorire di prodotti finanziari legati a Bitcoin.
Dinamiche simili si stanno innescando anche in Europa ed in Italia e contribuiranno a rafforzare la crescita: non è più il momento di stare alla finestra a guardare.