Il contrasto alle frodi è uno dei nodi strategici delle politiche comunitarie, mosse dalla necessità di assicurare una maggiore tutela dei consumatori.
Vanno in questa direzione anche alcune delle proposte di revisione alla direttiva europea sui servizi di pagamento (PSD2), che confluiranno nella direttiva PSD3.
Le Regole per i pagamenti al dettaglio all’interno dell’UE
Le Regole per i pagamenti al dettaglio all’interno dell’UE sono state stabilite nel lontano 2015 con la seconda direttiva europea sui servizi di pagamento (PSD2) che ha affrontato le nuove tipologie di servizi di pagamento adottando norme dirette alla protezione e alla sicurezza dei consumatori.
Nel 2022 la Commissione ha valutato la Direttiva PSD2 avvalendosi della consulenza dell’Autorità Bancaria Europea, avviando una consultazione pubblica generale e mirata e richiedendo la relazione di un esperto indipendente.
I temi valutati si riferivano agli oneri dei servizi di pagamento, all’ambito di applicazione della normativa, alle soglie e all’accesso ai sistemi di pagamento e la loro valutazione ha messo in evidenza che permangono condizioni di disparità tra i prestatori di servizi di pagamento dovute in parte alla mancanza di accesso diretto dei PSP (prestatori di servizi di pagamento) non bancari a determinati sistemi chiave necessari per finalizzare i pagamenti, ha rilevato che molti dei sistemi di pagamento utilizzati (soprattutto quelli delle carte di debito) rimangono in gran parte confinati alle rispettive sfere nazionali e ha evidenziato che occorreva prevedere nuove norme per rafforzare il sistema di contrasto alle frodi nei servizi di pagamento.
A seguito della valutazione, la Commissione ha deciso di proporre modifiche alla PSD2, accompagnate da una relazione di impatto.
Il problema delle frodi
La problematica delle frodi perpetrate ai danni della popolazione nell’ambito dei servizi di pagamento non è certamente un problema confinato ad un singolo Paese, anzi.
L’ Internet Crime Report edito annualmente dall’FBI, nell’edizione 2021 evidenzia che si tratta di un problema planetario che presenta un impatto devastante sia per numero di soggetti frodati che per le dimensioni economiche del fenomeno e certo non ci fa piacere leggere che, al di fuori degli Stati Uniti, il nostro Paese sia stato il quarto nella Top 20 International Victim Countries.
Molto interessante al riguardo è anche il Rapporto statistico sulle frodi con carte di pagamento pubblicato dal MEF – Dipartimento del Tesoro che, nell’ultimo rapporto pubblicato riferito al 2021, analizza il fenomeno delle frodi su carte di pagamento emesse in Italia e utilizzate sia in Italia che all’estero. Il rapporto ha evidenziato un aumento dei soggetti vittime di frodi ma una diminuzione del valore delle frodi rispetto all’anno 2020.
Il rafforzamento dei diritti di informazione sulle frodi
Si capisce allora perché molte delle proposte di revisione intervengano sulla necessità di assicurare una maggiore tutela dei consumatori con il rafforzamento dei diritti di informazione sulle frodi finalizzati al contrasto del fenomeno.
Va in questa direzione una delle proposte di revisione alla direttiva e cioè quella di introdurre, per tutti i PSP, l’obbligo di svolgere azioni educative nei confronti dei propri clienti e del proprio personale per migliorare l’informazione sulle frodi e il livello di consapevolezza dei soggetti coinvolti.
Il contrasto a nuovi tipi di frode
Nella nuova Direttiva vengono inoltre affrontati nuovi tipi di frode che si aggiungono a quelle già note di ingegneria sociale, come lo “spoofing” (cd frode di impersonificazione) nella quale il truffatore carpisce il consenso del cliente fingendosi Banca utilizzando in modo fraudolento il numero di telefono e/o l’indirizzo di posta elettronica della Banca.
Per ovviare a tale tipologia di frode la Commissione propone che il cliente possa attuare, gratuitamente, per tutti i bonifici (sia quelli ordinari che quelli istantanei) il controllo di corrispondenza tra il nome dell’intestatario del conto e l’IBAN preventivamente alla conclusione dell’operazione e che venga rafforzato il monitoraggio delle transazioni di pagamento da parte dei PSP.
Questi ultimi dovrebbero anche avere la possibilità di accedere a piattaforme dedicate per la condivisione delle informazioni relative alle frodi, nel rispetto del GDPR.
L’estensione dei diritti al rimborso: quando si avrebbe diritto
Le proposte prevedono poi l’estensione dei diritti al rimborso per i soggetti vittime di frodi in due specifiche situazioni e cioè:
- per i consumatori che abbiano subito danni causati dall’impossibilità di usufruire del servizio di controllo IBAN/nome preventivamente all’autorizzazione della transazione di pagamento;
- per i consumatori vittime di “Spoofing” che possono richiedere al proprio PSP il risarcimento dei danni per l’intero importo della transazione fraudolenta, a patto di non essersi resi “colpevoli di grave negligenza” e cioè non essere stati più volte vittime dello stesso tipo di truffa e di non avere controllato che il numero di telefono/email della Banca utilizzati dal truffatore fossero quelli esatti. Serve inoltre la presentazione di una denuncia alla Polizia e la notifica dell’accaduto al proprio PSP senza indebito ritardo.
Conclusioni
Le proposte della Commissione che saranno recepite nella prossima Direttiva, PSD3, sembrano destinate, come già era successo con PSD2, ad avere un impatto dirompente sui sistemi utilizzati dai PSP, sulla loro organizzazione e non ultimo sulla struttura dei costi da sopportare per l’erogazione dei servizi di pagamento.
Ci si augura che, con l’emanazione della nuova Direttiva, possa essere di fatto raggiunto l’obiettivo di tutela del cliente nel duplice aspetto:
- di essere protetto da un possibile aggravio degli oneri connessi all’utilizzo dei servizi pagamento;
- di ricevere una congrua e doverosa informativa in tema di frodi aumentando la consapevolezza sui reali rischi connessi alle transazioni finanziarie.