In un paese come l’India, che conta ormai 1,4 miliardi di persone, avendo superato anche la Cina quale paese più popoloso della terra, e con forti contraddizioni economiche, un sistema di pagamenti che possa facilitare le movimentazioni di denaro eseguendole in tempo reale non solo ha del miracoloso, ma si presta anche a candidarsi a strumento di sistema di pagamento a livello internazionale.
Cos’è UPI
Si chiama UPI (Unified Payments Interface) ed è un’interfaccia che riesce a trasferire i fondi tra due conti bancari in tempo reale, attraverso un’utenza telefonica mobile che costituisce strumento di registrazione con la banca. Esso consente operazioni peer-to-peer (P2P), ma anche tra clientela e business (C2B).
L’anno scorso, il numero di utenti attivi ha superato i 300 milioni e circa 360 sono le banche che offrono il servizio. Con circa 7 miliardi di operazione e un volume aggregato di 140 miliardi di dollari USA mensili il sistema si candida tra quelli di maggiore successo al mondo. Del resto le transazioni operate nel 2022 (oltre mille miliardi di dollari USA) rappresentano un terzo del Prodotto Interno Lordo dell’intera India.
Il codice identificativo del destinatario può anche essere semplicemente rilevato attraverso uno scanner con un codice QR. Esso consente, con certi limiti quantitativi per evitare il rischio di inadempimento, di eseguire pagamenti anche in assenza di rete, dal momento che memorizza il codice e il movimento viene poi eseguito una volta riconnessi alla rete. Il successo di UPI può essere facilmente visualizzato vedendo il fiorire di codici QR sulle bancarelle dei commercianti al dettaglio di tanti mercati indiani.
Come nasce UPI
Mentre nell’Unione Europea ancora si discuteva sull’eliminazione delle banconote da 500 euro (non emesse a partire dal 2019), l’India nel 2021 ha abbandonato le banconote di grande taglio e limitato la circolazione delle altre, spingendo i propri cittadini verso la digitalizzazione dei servizi di pagamento. Un forte impulso è poi stato dato dalla pandemia da COVID-19 che ha portato tante persone a volere evitare l’utilizzo delle banconote per evitare rischi di contagio.
L’interfaccia UPI è stata introdotta dal National Payments Corporation of India (NPCI) ed è regolato dalla Reserve Bank of India (RBI). È opportuno ricordare che la NPCI è stata costituita, nel 2008, quale ente no profit, su iniziativa della RBI e con la partecipazione dell’associazione delle banche indiane.
Il sistema si basa sui seguenti elementi:
- Un indirizzo di pagamento virtuale (strumento di identificazione univoco fornito dalla banca);
- il numero del conto (rilevabile anche con un codice QR);
- un numero di telefono identificato per l’utilizzo del mobile money;
- un codice identificativo temporaneo;
- le operazioni sono validate poi con l’MPIN (ovvero il Mobile Banking Personal Identification Number).
Dal punto di vista del trasferente, è importante sottolineare che il trasferimento si può compiere con facilità una volta conosciuto l’identificativo del destinatario.
L’applicazione una volta installata può operare su tutte le banche aderenti.
È importante notare inoltre come, mentre in Occidente e spesso nei paesi africani normalmente la digitalizzazione dei pagamenti avviene su impulso dei privati, UPI rappresenta un esempio di successo di collaborazione pubblica e privata, dove l’interfaccia è stato creato dal sistema dei servizi di pagamento, costituite dalle banche private sotto il controllo della banca centrale, e con la spinta del governo che ha limitato l’utilizzo del contante.
Un sistema di pagamento facilita l’inclusione finanziaria
Un altro elemento da notare è che quando il sistema dei pagamenti è stato ideato di fatto pochissime erano le persone che avevano un conto in banca in India. La facilità di UPI, che richiede comunque l’esistenza di un conto bancario, a differenza dei servizi di mobile money quali il keniano M-Pesa, ha fortemente contribuito all’apertura dei conti correnti da parte di varie fasce della popolazione, quali i venditori al dettaglio e al commercio minuto, creando un circolo virtuoso con i risultati summenzionati.
UPI non è il solo: anche il Brasile ha il proprio sistema di pagamento real time
UPI non è la sola interfaccia che consente questo tipo di servizi. In Brasile si sta diffondendo infatti un sistema similare, Pix, lanciato nel 2020, posseduto dalla Central Bank of Brazil e che applica commissioni bassissime.
UPI e Pix (considerata l’ampiezza delle due nazioni in cui sono natie) di fatto incrinano il monopolio a livello mondiale di colossi quali Visa e Mastercard (in Occidente) e Alipay e WeChat (in Cina), agendo quasi come delle public utilities.
UPI: una possibile alternativa allo SWIFT
L’India è il primo paese al mondo per ammontare delle rimesse eseguite dagli emigranti, seguito poi dalla Cina e dal Messico. Attraverso UPI, gli emigrati possono agevolmente trasferire le loro rimesse dall’estero in patria a costi davvero ridotti attraverso una collaborazione creata con Western Union.
Le potenzialità dell’interfaccia UPI sono assai ampie e portano qualcuno a ritenere che essa possa sostituire il sistema SWIFT.
Forse questa ipotesi è fin troppo rosea, basti pensare che, come per i pagamenti diretti in rupie, volti più ad affrancarsi dal cambio in valute pregiate nelle relazioni di import ed export più che a creare sistemi alternativi al dollaro USA (mi riferisco al sistema VOSTRO che consente scambi in rupie indiane tra soggetti posti in diversi stati), UPI appare più consono a semplificare le rimesse dagli indiani che vivono all’estero che a creare alternative ai sistemi di pagamento internazionale consolidati.
L’India cionondimeno sta trovando accordi a livello di altri nazioni, a partire dai paesi arabi, per consentire l’utilizzo di UPI anche al di fuori dell’India, da parte degli indiani presenti all’estero per motivi di lavoro come di turismo.
Non solo, UPI sta trovando applicazione anche in paesi diversi dell’India consentendone l’utilizzo anche a non indiani: l’esperimento al momento sta avvenendo in Nepal, considerata la forte relazione tra i due paesi. Se il laboratorio Nepal dovesse funzionare, si aprirebbero quasi certamente altri mercati quali il Bangladesh e il Bhutan che hanno caratteristiche simili.
Al momento UPI appare un sistema volto ad assicurare l’esigenza primaria di fare transitare più facilmente i pagamenti e agevolare le rimesse dall’estero con costi contenuti.
Ma si sa, l’appetito vien mangiando. Nulla toglie che in un domani, magari prossimo, l’India intenda assumere in misura più decisa quella guida del Sud del Mondo, o del Non Occidente, che il presidente Morsi ha dichiarato di volere condurre quando l’India ha preso la leadership del G20 per l’anno in corso.