Lo scorso 10 dicembre, AgID ha pubblicato l’aggiornamento del Piano per l’informatica nella Pubblica Amministrazione per il triennio 2021-2023 tenendo conto delle disposizioni di attuazione del PNRR e della vigilanza sugli obblighi di trasformazione digitale. Nel pubblicarlo L’Agenzia ha anche ricordato che il documento è stato notificato alla Commissione Europea come passaggio aggiuntivo nell’iter di adozione del Piano rispetto alle precedenti edizioni. A conclusione della procedura, il Piano sarà infatti adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro delegato, come previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale.
Piano triennale Agid 2021-2023, aggiornato al PNRR: che cambia per gli enti locali
Il passaggio obbligato alla UE discende anche e soprattutto dall’impatto in termini di impegni economici e organizzativi richiesti alle amministrazioni pubbliche in materia di trasformazione digitale in attuazione del Piano Nazionale di Resilienza Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR, cui si accompagna anche la particolare attenzione alla effettiva realizzazione delle azioni previste e sul monitoraggio dei risultati attesi. Il Piano costituisce infatti sempre di più una vera e propria guida operativa per tutte le amministrazioni.
Le novità del Piano 2021-23
In questo senso, l’aggiornamento del Piano si caratterizza per l’introduzione di una serie di elementi di novità, tra i quali vanno sicuramente annoverati:
- la previsione di obiettivi e risultati attesi connessi all’attuazione del PNRR al quale il Piano triennale si collega attraverso specifici progetti come il Single Digital Gateway (SDG) e la Piattaforma Nazionale Dati (PDND). In particolare, allineando i propri obiettivi, risultati e linee di azione al PNRR, il Piano costituisce uno strumento a supporto delle amministrazioni centrali e locali nel conseguimento dei traguardi e degli obiettivi previsti dal PNRR;
- l’attenzione al tema della vigilanza: l’aggiornamento 2021-2023 del Piano si pone infatti come ponte verso l’adozione di un nuovo modello di vigilanza attiva e collaborativa coerente con il nuovo mandato istituzionale dell’Agenzia in materia di accertamento delle violazioni e sanzionatorio in riferimento agli obblighi di transizione digitale.
I principali interventi
Come già ricordato, il Piano Triennale si pone come sintesi tra le varie linee di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione. L’architrave centrale non può non ravvisarsi nel PNRR, strumento che, grazie ai fondi del Next Generation Europe EU (NGEU), prevede un’azione ingente di investimento di oltre 190 miliardi di euro in risposta alla crisi pandemica. Il PNRR si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo tra cui quello della digitalizzazione e innovazione. Il PNRR prevede in particolare nella componente denominata “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA”, investimenti pari a 9,75 miliardi. Questa misura contribuirà in maniera determinante a supportare la strategia di digitalizzazione in corso, erogando finanziamenti per progetti specifici che dovranno necessariamente essere concepiti in armonia con le disposizioni del CAD e di tutte le altre normative e linee guida pubblicate.
La quota di investimento, più rilevante in questa componente, è rappresentata da “Digitalizzazione PA” alla quale sono destinati 6,14 miliardi: all’interno di questa misura rientrano diversi investimenti. A livello nazionale, inoltre, di assoluto rilievo anche la Strategia Italia digitale 2026, la quale si concentra da un lato sulle infrastrutture digitali e la connettività a banda ultra-larga e, dall’altro su quegli interventi volti a trasformare la Pubblica Amministrazione in chiave digitale. Entrambi gli assi sono necessari per garantire a tutti i cittadini un accesso a connessioni veloci e per migliorare il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione.
Le componenti strategiche per la trasformazione digitale del Paese
Le componenti strategiche che il Piano Triennale individua per la realizzazione della effettiva trasformazione digitale del Paese, cui si collegano le singole misure attuative, possono sintetizzarsi nelle seguenti aree di intervento:
- servizi: attraverso un miglioramento della qualità dei servizi pubblici digitali se ne favorisce l’utilizzo da parte degli utenti, siano questi cittadini, imprese o altre amministrazioni pubbliche. Occorre quindi favorire un utilizzo più consistente di soluzioni Software as a Service già esistenti; il riuso e la condivisione di software e competenze tra le diverse amministrazioni; l’adozione di modelli e strumenti validati e a disposizione di tutti; il costante monitoraggio da parte delle PA dei propri servizi online; l’incremento del livello di accessibilità dei servizi erogati tramite siti web e app mobile.
- dati: valorizzare il patrimonio informativo pubblico costituisce un obiettivo strategico per la Pubblica Amministrazione per affrontare efficacemente le nuove sfide dell’economia basata sui dati (data economy): il Piano mira proprio ad assicurare maggiore efficacia all’attività amministrativa in tutti i processi che coinvolgono l’utilizzo dei dati, sia con riferimento alla condivisione dei dati tra pubbliche amministrazioni per finalità istituzionali, sia con riferimento al riutilizzo dei dati, per finalità commerciali e non, secondo il paradigma degli open data;
- piattaforme tecnologiche: attraverso i loro strumenti consentono di ridurre il carico di lavoro delle pubbliche amministrazioni, sollevandole dalla necessità di dover realizzare ex novo funzionalità, riducendo i tempi e i costi di attuazione dei servizi, garantendo maggiore sicurezza informatica e alleggerendo la gestione dei servizi della Pubblica Amministrazione. Le piattaforme nascono per supportare la razionalizzazione dei processi di back-office o di front-end della PA e sono disegnate per interoperare in modo organico in un’ottica di ecosistema;
- infrastrutture digitali: sostengono l’erogazione sia di servizi pubblici a cittadini e imprese sia di servizi essenziali per il Paese. Tali infrastrutture devono essere affidabili, sicure, energeticamente efficienti ed economicamente sostenibili;
- interoperabilità: permette la collaborazione e l’interazione telematica tra pubbliche amministrazioni, cittadini e imprese, favorendo l’attuazione del principio once only favorendo l’aumento dell’interoperabilità tra PA e tra queste e cittadini/imprese; la qualità e la sicurezza delle soluzioni realizzate; la de-duplicazione e la co-creazione delle API;
- sicurezza informatica: sono necessarie infrastrutture tecnologiche e piattaforme in grado di offrire ai cittadini e alle imprese servizi digitali efficaci, sicuri e resilienti.
Governance e monitoraggio
La trasformazione digitale, in attuazione anche delle linee guida del Piano Triennale, deve essere governata e attuata attraverso visione strategica, capacità realizzativa e efficacia. Ruolo centrale viene rivestito dal Responsabile della transizione al digitale – RTD individuato all’interno delle pubbliche amministrazioni secondo quanto prescritto dall’articolo 17 del CAD, costituendo tale soggetto non solo l’interfaccia con la stessa AgID ma anche il motore dei processi di cambiamento e innovazione nei singoli enti. In quest’ottica viene anche rafforzato il processo di collaborazione tra i RTD attraverso un modello di rete per stimolare il confronto, valorizzare le migliori esperienze, condividere conoscenze, progettualità e promozione di azioni di coordinamento.
Senza dimenticare quanto dispone l’articolo 18-bis del CAD in tema di procedimento sanzionatorio a carico delle pubbliche amministrazioni in caso di violazioni degli obblighi in materia di transizione digitale. AgID è chiamata infatti ad esercitare poteri di vigilanza, verifica, controllo e monitoraggio sul rispetto delle disposizioni del Codice dell’amministrazione digitale e di ogni altra norma in materia di innovazione tecnologica e digitalizzazione della pubblica amministrazione, comprese quelle contenute nelle Linee guida e nel Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione.
Nell’ottica, infine, del monitoraggio del Piano triennale, le attività definite consistono nella:
- misurazione dei risultati (R.A.) conseguiti dal sistema PA per ciascuna componente tecnologica e non tecnologica del Piano;
- verifica dello stato di avanzamento dell’attuazione delle linee d’azione (L.A.) da parte delle PA centrali e locali componenti il panel di riferimento del Piano stesso;
- analisi della spesa e degli investimenti pubblici in ICT delle PA centrali e locali componenti il panel.
Con la finalità di ottenere una visione delle attività svolte dalle amministrazioni in relazione alla loro coerenza con il Piano triennale con la possibilità di introdurre azioni correttive necessarie per il raggiungimento degli obiettivi previsti.