PA digitale

Piano triennale Agid 2021-2023, aggiornato al PNRR: che cambia per gli enti locali

Notificato alla Commissione europea, l’aggiornamento del Piano triennale per l’informatica nella PA 2021-23 resta una vera e propria guida per l’attuazione della transizione digitale nella Pubblica Amministrazione. Le novità legate all’attuazione del PNRR e alla vigilanza sugli obblighi di trasformazione previsti dal CAD

Pubblicato il 16 Dic 2021

Andrea Marella

Consulente trasformazione digitale pa

light-digital-texture

Con una notizia di venerdì 10 dicembre Agid ha pubblicato sul proprio sito l’aggiornamento 2021-2023 del Piano Triennale per l’informatica nella PA, redatto in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e PagoPA S.p.A.

Seppure non sia stato ancora adottato (è stata necessaria la notifica alla commissione europea visto il legame con l’attuazione del PNRR) rimane una vera e propria guida per la transizione digitale della Pubblica Amministrazione.

Piano triennale Agid 2020-2022 analizzato punto per punto: attuare la PA digitale

Introduzione alla lettura del piano

Il sottotitolo della notizia sul sito AGID riporta: “Il Piano presenta novità legate all’attuazione del PNRR e alla vigilanza sugli obblighi di trasformazione digitale prevista dall’art.18-bis del CAD”, ponendo subito in evidenza quello che il DL 77/2021 ha introdotto (il potere di vigilanza da parte di AGID).

Il documento è stato notificato alla Commissione europea in quanto legato all’attuazione del PNRR ma questo passaggio aggiuntivo nell’iter di adozione (che avverrà con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro delegato, come previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale) non cambia la sostanza per cui questo piano rimane una vera e propria guida per l’attuazione della transizione digitale nella Pubblica Amministrazione.

L’aggiornamento introduce alcuni elementi di novità, tra i quali:

  • la previsione di obiettivi e risultati attesi connessi all’attuazione del PNRR al quale il Piano triennale si collega attraverso specifici progetti come il Single Digital Gateway (SDG) e la Piattaforma Nazionale Dati (PDND).
  • l’attenzione al tema della vigilanza: l’aggiornamento 2021-2023 del Piano si pone infatti come ponte verso l’adozione di un nuovo modello di vigilanza attiva e collaborativa coerente con il nuovo mandato istituzionale dell’Agenzia in materia di accertamento delle violazioni e sanzionatorio in riferimento agli obblighi di transizione digitale.

Lo schema del piano triennale per l’informatica 2021-2023

Il piano triennale 2021-2023 mantiene lo stesso schema del precedente (2020-2022 di agosto 2020):

  • PARTE I – Il Piano Triennale
    È composta da Executive summary (che contiene una descrizione estesa di come si è arrivati alla stesura di questo documento richiamando in particolare il PNRR, la strategia Italia digitale 2026 e l’art. 18-bis del CAD in materia di violazione degli obblighi di transizione digitale), la strategia nazionale e i principi guida del piano stesso.
  • PARTE II – Le componenti tecnologiche
    suddivisa in 6 capitoli corrispondenti ai livelli rappresentati nel Modello strategico.
  • PARTE III – La governance
    suddivisa in 3 capitoli che descrivono la governance da attuare per la trasformazione digitale del Paese e le azioni in carico alle amministrazioni.

I capitoli della Parte II e Parte III hanno la seguente struttura:

  • Breve introduzione che descrive i temi affrontati nel capitolo fornendo un raccordo con il Piano precedente e offrendo un’anteprima degli scenari futuri;
  • Il Contesto normativo e strategico che elenca i riferimenti sia normativi che strategici a cui le amministrazioni devono attenersi, in termini di fonti normative con link a documenti / siti ufficiali e riferimenti ad attività progettuali finanziate, compresi i riferimenti agli specifici investimenti del PNRR;
  • la sezione Obiettivi e risultati attesi che descrive gli obiettivi prefissati, e, per ciascun obiettivo individua i risultati attesi (R.A.) e relativi target annuali. Per ciascun risultato atteso sono, inoltre, riportate inoltre i risultati del monitoraggio effettuato a dicembre 2020;
  • la sezione Cosa devono fare AGID, Dipartimento per la Trasformazione Digitale e altri soggetti istituzionali aggiorna la roadmap delle Linee d’Azione (attività) a carico di AGID, Dipartimento per la Trasformazione Digitale, e altri soggetti istituzionali per il conseguimento di ciascun obiettivo e riassume le attività finora concluse;
  • la sezione Cosa devono fare le PA aggiorna la roadmap delle Linee d’Azione (attività) a carico delle diverse PA, che derivano dalla roadmap dei soggetti istituzionali sopra indicati o in continuità con quanto previsto dal precedente PT.

I 9 Capitoli sono rimasti gli stessi del precedente piano

  • Servizi
  • Dati
  • Piattaforme
  • Infrastrutture
  • Interoperabilità
  • Sicurezza Informatica
  • Le leve per l’innovazione
  • Governare la trasformazione digitale
  • Indicazioni per le PA

Per le PAL le azioni sono 51 in più rispetto al vecchio piano e 17 delle precedenti hanno subito delle modifiche, cosa che rende il nuovo aggiornamento 2021-2023 molto più corposo del precedente.

Analisi delle modifiche sui capitoli per le PA locali

Da una prima lettura si possono estrarre sicuramente alcune novità per ogni capitolo.

Partiamo dai servizi. La novità è sicuramente l’ingresso della migrazione al cloud (obiettivo 2025) con l’avvio del programma attraverso la presa visione del manuale di migrazione messo a disposizione da AGID.

Web analytics Italia diventa obbligatorio entro il 31 dicembre 2023 solo per le PAL sopra i 15.000 abitanti, le città metropolitane, le università e istituti di istruzione universitaria pubblici, le regioni e province autonome.

Viene introdotto il concetto di “rimozione errori dai siti web istituzionali”, scegliendone 2 all’anno da un elenco in produzione da AGID (non ancora pubblicato).

I test di usabilità rimangono consigliati ma la loro pubblicazione su form.agid.gov.it (entro il 31 dicembre 2023) rimane a carico di amministrazioni centrali, Regioni e province autonome, le città metropolitane e i Comuni sopra i 150.000 abitanti.

Viene razionalizzata la data di pubblicazione della dichiarazione di accessibilità (sia per siti che per app) fissandola per il 23 settembre.

Per il capitolo dei dati, vengono spostate parecchie scadenze, dando più tempo alle PA di adeguarsi ad una tematica importante, ma complessa, come quella degli Open Data.

Il capitolo 3 delle piattaforme ribadisce quanto già inserito nel vecchio piano (NoiPA, PagoPA, Spid e CIE, ANPR, Siope+ e App.IO) aggiungendo però tasselli importanti come il Sistema Gestione Deleghe (SDG), la Piattaforma per le Notifiche Digitali e l’integrazione tramite API a INAD per i domicili digitali.

Sul Capitolo 4 delle infrastrutture si continua l’ottimo lavoro del piano precedente sulla razionalizzazione data center e anticipando la nuova gare SPC per il 2023 e la possibilità di approvvigionarsi su MEPA per i contratti non riscontrabili su SPC.

Come per il Capitolo 2, anche il capitolo 5 su interoperabilità modifica diverse scadenze su Linee d’Azione esistenti e prosegue il percorso iniziato nel vecchio piano.

Per quanto riguarda la sicurezza informatica, viene confermato il lavoro iniziato sul vecchio piano, sponsorizzando al massimo i temi di CyberSecurity e indicando tool interessanti resi disponibili da CERT-PA come quello per il self-assessment https e versione del CMS.

Il capitolo sulle leve per l’innovazione subisce un pesante restyling dovuto soprattutto dall’attuazione del PNRR e Italia Digitale 2026 rispetto al vecchio piano che prevedeva i progetti Italia 2025 dell’Ex Ministro Pisano.

Per il Capitolo 8 governare la trasformazione digitale, si continua la promozione della nomina del Responsabile per la Transizione Digitale (anche in forma aggregata) e vengono inserite parecchie novità legate alla possibilità di utilizzare un software di compilazione online del piano triennale (disponibile dal 2023) e di un sistema di monitoraggio attivo.

Conclusioni

Come già anticipato negli ultimi mesi, d’ora in avanti questo sarà lo schema AGID per la guida delle PA verso la digitalizzazione.

È chiaro che ogni amministrazione deve stendere un proprio progetto seguendo le indicazioni del documento di piano ma avendo già creato un modello 2020-2022 (disponibile qui) il passaggio alla versione aggiornata 2021-2023 è stato piuttosto semplice.

Per avere maggiori informazioni o richiedere il documento aggiornato: info@transizionedigitale.it

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati