Un grande problema può essere analizzato come l’insieme di parti più piccole, che consentono una maggiore governabilità del processo di cambiamento. Qualche esempio? Prendiamo il PCT: al suo interno, vedi le notifiche, non tutto è obbligatoriamente digitale. Prendiamo i decreti ingiuntivi, ma solo quelli verso persone giuridiche. La notifica, se digitale, quasi azzera il tempo rispetto a quella cartacea. E in termini di costi la riduzione è di circa l’80%. Sulla massa totale dei decreti ingiuntivi del Paese il risparmio non è granchè: circa 35 milioni di euro. Ma il singolo Studio li può sentire, eccome, i benefici! Ogni 50 decreti gestiti con notifiche telematiche, il risparmio può diventare di quasi 10 mila euro. E stiamo parlando della sola attività di notifica! Un altro esempio? Il registro dei corrispettivi, che raccoglie gli incassi giornalieri di soggetti che svolgono attività di commercio al minuto o assimilate. Per dirla più facilmente e buona approssimazione: i commercianti. La tenuta dei registri, oggi prevalentemente manuale e spesso delegata a Professionisti, soprattutto Commercialisti, per gli adempimenti civilistico fiscali, è molto onerosa, a rischio di errori – di compilazione, di trascrizione, di interpretazione grafica – che possono anche generare sanzioni di diversa entità.
La telematica può venire in aiuto e il decreto su cui si sta discutendo in Parlamento – mancano ancora le regole tecniche – va proprio in questa direzione. Il misuratore fiscale, quello che il cittadino comunemente chiama la “cassa”, diventa strumento di innovazione importante. Il dialogo con il Professionista e l’Agenzia delle Entrate diventa snello. Ogni Studio – sono circa 60 mila quelli che gestiscono i corrispettivi per i Clienti – può risparmiare circa 20 giorni all’anno; ogni commerciante – poco meno di un milione, secondo i dati del MISE – ottiene un migliaio di euro di beneficio. Poco? Sì, se visto sul singolo operatore, interessante se proiettato solo sulla produttività del sistema Paese: oltre un miliardo di euro! Si innesta, quindi, un discorso molto chiaro: cosa fare per incentivare il digitale e scoraggiare l’analogico? È giusto pensare a dei benefici. In una logica win-win è corretto proporre degli sgravi fiscali o delle agevolazioni per gli investimenti in tecnologie, oppure delle semplificazioni fiscali. È un segno di maturità che il legislatore può far suo: chiedere e dare, instaurando un dialogo e non solo prevedere un’imposizione.
Dobbiamo prendere esempio dal Kaizen, una strategia di management giapponese che significa “cambiare in meglio” o “miglioramento lento e continuo”: è grazie a questo che i progressi dell’industria nipponica degli anni ‘80 diventano patrimonio comune di aziende e società di consulenza. Si parla di produzione snella, di qualità totale, di ottimizzazione delle scorte e di ridisegno dei processi aziendali. A distanza di oltre trent’anni un’altra rivoluzione, quella digitale, ben più imponente, sta ridisegnando modi di lavorare, competenze, professionalità, produttività e risultati economici. A sostenerla ci si mettono anche le normative, non solo le prassi aziendali delle eccellenze operative e di pensiero. L’applicazione massiva delle tecnologie digitali impatta su grandi temi come la fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione, sulla Giustizia, che con il Processo Civile Telematico (PCT) va trasformandosi sempre più da analogica a digitale. Ma sono solo due esempi.
È il momento di cavalcare l’onda, di osare e di entrare in un circolo virtuoso, che porta benefici di sistema e penalizza chi ne rimane fuori. Lo stanno capendo i grandi, i medi e i piccoli operatori economici, con velocità differenti, non sempre correlate alla dimensione. Il mondo delle Professioni arranca, ma una quota di “avanguardie” sta lavorando bene, per affrontare la crisi, diversificare il business, migliorare l’efficienza interna e sviluppare alleanze più o meno formalizzate per avere più punti d’ingresso nei segmenti di mercato.
Qual è la morale? Quale l’aggancio con il Kaizen? Anche nei piccoli progetti si nascondono grandi benefici ma, come tutte le cose, bisogna crederci e ascoltare!