Se solo la Commissione di studio sui Diritti Digitali riuscisse nell’impresa di fare percepire finalmente Intenet come una grande opportunità per il nostro Paese, anziché come un rischio, sarebbe già un grande successo.
Il momento è quanto mai opportuno per riaffermare con forza la libertà d’espressione, l’accesso alla Rete e la sua Neutralità, quali diritti fondamentali del cittadino. La difesa dei diritti però passa anche (e soprattutto) dalla salvaguardia della concorrenza, in assenza di concorrenza i monopoli si fanno infatti le leggi da soli, ed è questo che sta accadendo in Rete.
Sono le condizioni generali, molto spesso vessatorie ed inique, delle grandi multinazionali tecnologiche a dettare legge, tanto da far apparire le discipline nazionali ben più virtuali che non algoritmi e misure tecnologiche.
Ecco allora che, a mio avviso, dovremmo cogliere anche l’occasione per riconoscere i diritti degli utenti in quanto tali e abilitarne l’enforcement attraverso strumenti digitali, per poter raddrizzare attraverso il loro empowerment le storture esistenti nel mercato digitale. Mi piacerebbe infine che la Commissione riconoscesse e promuovesse il diritto degli utenti di beneficiare appieno dell’evoluzione tecnologica. Questa potrebbe essere una leva forte per scardinare obsolete posizioni di rendita “analogiche” di imprese o “burocratiche” dello Stato e dei suoi apparati.