Neanche l’adagio “armiamoci e partite” sembra essere più sufficiente per descrivere adeguatamente alcune delle inefficienze e gravi inconsistente dell’attuale governo.
Se è vero che infatti i tempi necessari per prenotare e ottenere un appuntamento presso una questura al fine di solo avviare la procedura per ottenere un passaporto sono diventati ormai biblici, saranno molti gli italiani che di questo passo incontreranno seri problemi a riuscire a partire per recarsi all’estero durante le vacanze estive, se devono rinnovare il proprio passaporto.
Non era mia intenzione tornare su questo tema anche perché, come annotavo nel mio ultimo articolo su queste pagine a fronte delle risposte poco convincenti e rassicuranti ad un paio di interrogazioni parlamentari da parte del Ministro dell’Interno Piantedosi, ero stato al contrario colto favorevolmente dalle dichiarazioni del Ministro del Turismo Santanchè che, nel denunciare oltre 80 mila partenze mancate e perdite ingenti per la questione del caos passaporti, aveva preannunciato a febbraio misure urgenti da parte del Governo: “Stiamo facendo una cosa molto importante che sarà definitivamente risolutiva. Nei prossimi dieci giorni vi daremo la soluzione strutturale”.
I mega ritardi per la prenotazione passaporto
Ebbene, a più di quattro mesi dalla scadenza di quei fatidici 10 giorni Altroconsumo ha fatto di nuovo una fotografia della situazione prenotazione passaporti che non solo non è migliorata, ma è anzi ulteriormente peggiorata:
- Prenotare un appuntamento per il rilascio o il rinnovo del passaporto è ancora un’odissea. In 6 città (Bari, Bologna, Genova, Padova, Torino e Milano) delle 12 nelle quali l’organizzazione di consumatori ha effettuato i nuovi rilevamenti, il cittadino si è trovato davanti una sfilza di “non disponibile” per tutte le date possibili in quel momento sulla piattaforma di prenotazione sul sito della Polizia di Stato;
- A Bolzano si deve aspettare addirittura l’anno nuovo per potersi presentare in questura, più di 7 mesi di attesa (230 giorni). Tre mesi in più rispetto alla fotografia scattata a novembre quando comunque si aspettava tantissimo.
- Questure sempre più intasate anche ad Ancona dove i tempi di attesa aumentano a 5 mesi dai 3 dell’inchiesta di novembre. Da notare come nel capoluogo marchigiano la piattaforma ha dato come prima disponibilità il giorno dopo, ma a Osimo località distante 20 km circa. Lo stesso è accaduto a Palermo, dove si poteva andare il giorno dopo, ma in un commissariato di Termini Imerese, addirittura 80 km andata e ritorno.
La risposta del Governo ai ritardi: un problema solo della piattaforma online prenotazione passaporti
Insomma, dobbiamo purtroppo concludere che nonostante l’interessamento fattivo annunciato con la gran cassa da un ministro del turismo, ove avevano fallito finora ministri degli interni di governi di vari colori politici e/o senza alcun colore, continuiamo ad essere lontanissimi dalla soluzione definitiva di questa annosa vicenda.
A meno che non siamo stati noi a travisare completamente il significato delle parole pronunciate a febbraio dal ministro Santanchè. Alla luce della sconcertante più recente risposta del Viminale sembrerebbe in effetti essere proprio così.
Ministero interno: “Il portale Agenda onLine, strumento utilizzato dalle questure per facilitare gli accessi agli uffici e dai cittadini per prenotare la giornata e l’orario di presentazione dell’istanza di rilascio qualora non ricorrano motivi di urgenza, è soltanto uno degli strumenti di accesso agli uffici passaporto del territorio. Infatti, terminata l’emergenza pandemica, si è progressivamente tornati alla normalità prevedendo sistemi di accesso diversi dalla prenotazione”.
Vince solo l’urgenza
In sostanza, provo a tradurre, considerato che il Governo non è stato ancora in grado dopo mesi di installare un sistema informatico di prenotazione anche basilare, ma che possa rispondere ai requisiti minimali di efficienza e rispetto delle esigenze e dei diritti dei cittadini, si è deciso di rendere sostanzialmente stabile e prevalente la strada dell’urgenza.
Ossia: se il sistema di prenotazione online non propone alcuna data o ne propone una che non collima con l’urgenza di ottenere il passaporto per motivi di salute, lavoro, familiari, di studio o vacanza si può chiedere il documento andando direttamente in questura o in commissariato con una procedura d’urgenza.
Con tutto ciò che ne conseguirà in termini di ulteriore caos e, a questo punto, prevaricazioni pressoché legittimate che vedranno i cittadini-sudditi accapigliarsi tra loro per chi la spunterà con l’urgenza più urgente al cospetto di uno Stato sempre più autoritario quanto più pressapochista. O viceversa, scegliete voi.
Se era questa la “cosa molto importante” e “definitivamente risolutiva” che il governo si apprestava a introdurre lasciatemi dire che probabilmente a suo modo ce l’ha fatta perché ora, se non altro, l’inadempimento dell’esecutivo nei confronti delle leggi vigenti in questo Stato, che come tali si debbono poter applicare anche al governo stesso – tra le quali rientra anche il Codice della Amministrazione digitale – appare palese, così come il calpestamento dei diritti dei cittadini altrettanto perpetrato alla luce del sole.
E il pagamento online del passaporto ancora non funziona
Per non voler aggiungere che insieme ai ritardi inaccettabili nella prenotazione del rilascio dei passaporti e la connessa più facile usabilità dei sistemi informatici atti a tale scopo anche la impossibilità di eseguire completamente online i relativi pagamenti ma solo via bollettino di persona presso gli uffici postali.
Tutto questo in violazione delle norme stesse dello Stato (obbligo di PagoPa per i pagamenti PA); nonostante non ci sia una sola ragione tecnica per cui ciò debba avvenire, malgrado la mia battaglia personale e quella di Altroconsumo, permane tale e quale e altrettanto in palese violazione.
Ritardi inaccettabili
Anno Domini 2023, all’epoca dell’intelligenza artificiale, ci troviamo spesso immersi in dibattiti filosofici e profondi interrogativi riguardo alla nostra capacità di affrontare l’imminente predominanza dell’IA sugli esseri umani, sulla società e sui valori che abbiamo costruito. In certi momenti, tuttavia la frustrazione verso una pubblica amministrazione profondamente obsoleta diventa opprimente per i cittadini, spingendoci a poter desiderare per assurdo di essere sempre più governati dalle intelligenze artificiali. Tuttavia, dopo questi fugaci smarrimenti, ci riprendiamo e ci impegniamo a lavorare su come unire la creatività umana e l’intelligenza artificiale per dare vita a strumenti di enforcement più efficaci, in modo che i nostri diritti siano costantemente rispettati e riconosciuti, in primis dallo Stato.