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Puksic: “Ecco il sistema d’innovazione necessario per cambiare l’Italia”

Uscire dall’impasse digitale è un imperativo per il nostro Paese. Un compito arduo ma non impossibile, se si coinvolgono le persone, si premia il merito e si pensa, insomma, alla PA come a un’azienda privata. Ecco gli ostacoli che impediscono la trasformazione della PA e le chiavi giuste per innescare il cambiamento

Pubblicato il 12 Giu 2018

Simone Puksic

Presidente Insiel S.p.A.

PA Digitale

Il tema della digitalizzazione è attualmente onnipresente, molto più che negli anni precedenti; se ne parla ai convegni, in televisione, sui giornali e ovviamente sul web. Purtroppo, classifiche e indici che misurano il grado di digitalizzazione, come il Desi 2018, posizionano il nostro sistema sempre in coda, e tutt’ora non siamo ancora riusciti ad uscire da questa situazione d’impasse.

Cambiare paradigma per uscire dall’impasse digitale

Per questa ragione ho fortemente voluto un momento di confronto che partisse dalla necessità di individuare i punti deboli del nostro sistema per riuscire a capire come poterli trasformare in modo da ottenere un vero e proprio cambio di paradigma;abbiamo deciso di coinvolgere i principali stakeholder della community legata all’innovazione nella Pubblica Amministrazione. È nato così “Percorsi e connessioni, pubblico e privato: collaborare per costruire assieme una nuova operatività in Italia e in Europa” un evento aperto a tutti che si terrà il pomeriggio del 14 giugno a Trieste nell’ambito della conferenza internazionale State Of The Net. Sono convinto che l’impegno per rendere l’Italia la protagonista in Europa in materia di digitale, sia il più bel lavoro che esista. Negli anni, infatti, mi sono reso conto che solo facendo squadra, valorizzando chi fa meglio di te, tessendo un network di relazioni (molto spesso vere e proprie amicizie) e avendo la capacità di guardare lontano con una chiara progettualità, si possono ottenere risultati tangibili.

Se paragono Insiel alla Pubblica Amministrazione italiana, ci sono, o forse c’erano, molte similitudini: età media molto alta, poca propensione del sistema al cambiamento, normativa soffocante e difficoltà nel comunicarne il valore effettivo sia all’esterno che all’interno.

Le chiavi giuste per il cambiamento

Ma il cambiamento è possibile e noi l’abbiamo attivato iniziando a valorizzare il merito, convincendo le persone che è possibile ottenere un’azienda diversa puntando solo su chi ci crede, avendo il coraggio di interpretare norme e procedure con il giusto dinamismo, gestendo l’azienda pubblica come fosse privata e, infine, comunicandolo. In questo modo siamo riusciti ad effettuare un cambio di marcia rispetto alla direzione in cui stavamo andando. Parlando di numeri, nell’ultimo triennio abbiamo avuto un effettivo risparmio per la Pubblica Amministrazione stimato intorno ai 17,5 milioni di euro, una crescita del 50% delle attività di progetto e una riduzione dei costi di struttura pari a 1,5 milioni. Dal 2014 al 2017 abbiamo modificato organizzazione, processi e prassi operative, dando avvio a un ciclo di efficientamento di costi e turnover del personale.

I progetti realizzati

Parallelamente abbiamo realizzato progetti di ampio respiro come il completamento della rete Ermes, la più grande rete in fibra a controllo pubblico d’Italia, e l’attivazione del sistema di Disaster Recovery. Recentemente, assieme alle società ICT in-house del Trentino (Informatica Trentina, Trentino Network) e dell’Emilia-Romagna (Cup 2000 e Lepida SpA), abbiamo anche dato vita al progetto Tripolo, esempio concreto di cooperazione interregionale e primo caso di sharing di data center regionali su base federata. Tripolo nasce con l’obiettivo di divenire un progetto innovativo ma anche un modello strategico a vocazione nazionale. Questo favorirà l’ammodernamento della Pubblica Amministrazione attraverso la condivisione di best practice, servizi, know how e reti, permettendo la nascita di importanti economie di scala. Collegherà, inoltre, in modo capillare sedi regionali, Enti locali, scuole, università, strutture sociosanitarie/ospedaliere ed altri enti pubblici. Questo progetto non solo è coerente con il Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, ma ha anche anticipato le stesse linee guida fissate dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Il Tripolo, inoltre, è stato immaginato anche con la finalità di aggregatore di ulteriori soggetti nei territori confinanti, che vogliono condividere strategie e tecnologie ICT.

Governance del digitale e coinvolgimento del territorio

Quindi va tutto bene? No. Potrebbe andare meglio? Sicuramente!  Nonostante abbiamo fatto passi in avanti che, solo 3 anni fa, erano inimmaginabili, le difficoltà nazionali purtroppo rimangono e sono più che mai chiare: manca un sistema puntuale e preciso di governance sul digitale, così come un coinvolgimento efficace dei territori e la messa a sistema delle cosiddette buone pratiche; ma soprattutto manca un sistema di procurement dell’Innovazione che riduca gli anni di lavoro in mesi!

Bisogna fin da subito portare l’innovazione di frontiera (dati, machine learning, intelligenza artificiale, blockchain, iperconvergenza) all’interno della Pubblica Amministrazione e coinvolgere sempre di più privati, in modo da beneficiare al massimo del loro know how e della loro expertise.

Formazione e competenze digitali

È inoltre necessario attuare seri piani di formazione che prevedano una diffusione capillare delle competenze digitali, un miglioramento continuo e un affiancamento. Questa può essere definita come una vera e propria chiamata alle armi per chi vuole contribuire a rendere la Pubblica Amministrazione uno strumento di sviluppo e un asset strategico.

A Trieste il 14 giugno individueremo assieme proposte e soluzioni. Qui, tra gli altri, saranno presenti i vertici di IBM, Sas, Hewlett Packard Enterprise, Cisco, Consip, Anitec-Assinform e Gartner oltre agli studiosi della Bocconi, del Politecnico di Milano e dell’Università di Chicago. Se non potete raggiungerci, seguiteci, scriveteci, raccontateci le vostre storie, perché solo migliaia di persone assieme potranno cambiare le cose. Io ci credo!

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