open data

Regione Veneto, i dati della PA fondamenta degli innovation lab

I dati sono il vero petrolio di questo millennio e spesso il giacimento principale è nella PA. Il loro uso è fondamentale per erogare servizi efficaci. Per il Veneto la novità sta nella creazione di Lab con chi fa innovazione e gemellaggi con altre regioni che hanno avviato progettualità simili

Pubblicato il 08 Nov 2017

Gianluigi Cogo

Consulente PA digitale, ex Regione Veneto

digital digitale

L’Agenda digitale del Veneto pone al centro della propria strategia il valore dei dati.

Per la regione i dati sono un driver fondamentale che caratterizza la Pubblica Amministrazione come un soggetto abilitante in grado di mettere a disposizione i contenuti per sviluppare applicazioni e servizi da parte del mercato (Gov2Biz), delle altre Pubbliche Amministrazioni (Gov2Gov) e non da ultime delle comunità intelligenti (Gov2Cit).

Il modello #GaaP (Government As A Platform) si concretizza dunque con uno spiccato senso di ‘disponibilità’, inteso come offerta di accesso ai dati prodotti dall’Ente Pubblico in conseguenza alla raccolta determinata da adempimenti, afferenze e deleghe che vede proprio l’Ente Regione come un soggetto votato alla Data driven innovation.

Estratto dal documento strategico dell’Agenda Digitale del Veneto: ‘la consapevolezza di essere ormai entrati a pieno titolo in un’economia che si basa sempre più sui dati e dove i dati stanno diventando la vera ricchezza, pone la Regione Veneto di fronte alla scelta obbligata di puntare sulla qualità delle “risorse” per rincorrere l’eccellenza in qualsiasi progetto a sfondo tecnologico. La possibilità di raccogliere, condividere, analizzare e utilizzare i dati disponibili diventa allora un esercizio fondamentale per poter poi erogare servizi efficaci e innovativi’.

Ma come si può ottenere maggior valore dai dati con un processo che non assuma le tipiche connotazioni top-down di un modello teso a interpretare l’Ente più importante del territorio come produttore, gestore e al tempo stesso attuatore dei processi?

Per ovviare a questa modalità spesso deficitaria e critica (costi di gestione, manutenzione, evoluzione, ecc.) si sta ora innestando una progettualità a valere sul POR-FESR 2014/2020 che a tendere si concretizzerà nel finanziamento di una serie di “luoghi” esterni al dominio istituzionale di Regione Veneto denominati: “Innovation Lab in ossequio al paradigma dell’innovazione sociale da cui la progettualità prende ispirazione.

I bandi in fase di preparazione prevedono un processo partecipato che in questi giorni comprende diversi incontri nei luoghi dove già si fa innovazione sociale nel territorio veneto (spazi di coworking, fablab, hackerspace, livnglab, ecc.). Inoltre sono già stati promossi incontri e gemellaggi con altre regioni che hanno già avviato progettualità simili (in primis Umbria ed Emilia Romagna), per addivenire a un modello federato dei luoghi di innovazione sociale a supporto della Pubblica Amministrazione.

Il modello Veneto

Le caratteristiche principali del modello veneto prevedono la scelta di progetti che riescano a soddisfare alcune caratteristiche di base vincolanti, ovvero ampi spazi, disponibilità oraria, capacità di aggregazione e messa a rete di luoghi minori/satelliti (palestre digitali nei piccoli comuni), sale riunioni a disposizione di Regione Veneto per promuovere l’Agenda Digitale e le politiche di innovazione, processi formativi continui per elevare l’empowerment sul tema dei dati e sullo sviluppo di applicazioni e servizi in modalità di co-design.

Gli spazi suddetti saranno inoltre un riferimento per la progettualità, attualmente in corso, tesa a implementare l’attuale rete di accesso Wi-Fi pubblica, con credenziali federate in tutti gli Innovation Lab che saranno finanziati.

Questo è il vincolo principale al quale teniamo per dare concretezza a quel driver per noi fondamentale che vede il dato al centro del nostro programma strategico per il digitale. Si tratta dunque di ribaltare il paradigma e di incentivare la creazione di app e servizi da parte del mercato, con particolare riguardo ai temi socio-sanitari che per prossimità, importanza e non da ultima densità di utenza, immaginiamo possano determinare un valore concreto per i cittadini.

Lo sforzo prevede anche un adeguamento dell’infrastruttura di delivery del nostro patrimonio dati, a cominciare dal portale Open Data che nei prossimi mesi verrà ridisegnato in ottica ‘data as a service’ e non da ultimo un sistema di API Management che offrirà accesso al patrimonio regionale di dati e servizi.

L’idea ora è quella di aprirsi a proposte per poter costruire dei bandi ‘partecipati’ in ottica veramente di condivisione con chi poi potrebbe sfruttare la ‘piattaforma regionale’ per produrre applicazioni e servizi che verranno inserite in un apposito market-place a disposizione di tutti.

A tal proposito, una prima sperimentazione con l’Università di Venezia ha già prodotto un consistente set di applicazioni mobili sfruttando i soli dati aperti messi a disposizione di regione veneto. È il primo passo per dimostrare che i dati sono il vero petrolio di questo millennio e spesso il giacimento principale va individuato nella Pubblica Amministrazione.

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