L’Agenzia per l’Italia Digitale ha reso disponibile un vademecum per le amministrazioni e gli enti che intendono intraprendere il percorso di individuazione del Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD) e di costituzione del suo ufficio in forma associata.
Si tratta di un utile e pratico strumento per aiutare le amministrazioni, diverse da quelle centrali, in questo percorso e per gli enti di livello sovraordinato che vogliano promuovere processi associativi nel territorio di competenza.
L’obiettivo è quello di affiancare le amministrazioni nel processo di trasformazione digitale, valorizzando l’ascolto e il coinvolgimento degli enti per la raccolta dei fabbisogni e delle pratiche adottate, ai fini dell’individuazione di soluzioni replicabili.
I contenuti del vademecum
Il vademecum si pone come una cassetta degli attrezzi contenente, modelli, percorsi, esempi e strumenti operativi per gli enti che vogliono sperimentare soluzioni per la nomina del RTD e del relativo ufficio in forma associata.
Casi di successo, buone pratiche, problematiche
Al suo interno, trovano spazio, infatti, casi di successo, buone pratiche, problematiche che hanno adottato soluzioni replicabili e che possono essere d’aiuto a chi si trova ad affrontare le stesse difficoltà.
Vengono illustrati anche i vantaggi, i requisiti, nonché le modalità per costituire o aderire a un ufficio in forma associata, per esempio in forza di una convenzione o di un accordo adattabile in funzione della natura degli enti coinvolti e del contesto di riferimento o, per i Comuni, anche mediante l’Unione di
Comuni.
Lo stato dell’arte relativo alla nomina dei RTD nelle PA
Il documento fotografa anche lo stato dell’arte relativo alla nomina dei RTD nelle PA e alla gestione associata della funzione ICT e dell’UTD nelle Unioni di comuni in Italia, passando in rassegna le rilevazioni e le indagini che sono state realizzate negli ultimi anni, e dedica un capitolo al ruolo del Difensore Civico per il Digitale e alla sua attività in relazione alle violazioni per mancata nomina del RTD.
Infine, mette a disposizione un format di convenzione tra enti per la nomina del RTD e dell’UTD in forma associata, uno schema che ciascun ente potrà modificare e integrare, adattandolo al proprio contesto.
Un’opportunità per le amministrazioni locali e di piccole dimensioni
“Le amministrazioni locali e di dimensioni minori spesso si trovano di fronte a sfide impegnative nell’affrontare la transizione digitale, a volte con risorse finanziarie e competenze tecniche interne ridotte”, ha sottolineato il direttore generale di AgID, Mario Nobile. “Ma è proprio in contesti come questi che emerge con forza la necessità di adottare soluzioni organizzative innovative, per migliorare l’efficienza operativa e garantire un servizio pubblico di qualità. In queste realtà il ruolo del Responsabile Transizione Digitale è particolarmente cruciale per innescare percorsi virtuosi”.
Per le Pubbliche Amministrazioni centrali, infatti, la notevole dimensione nonché l’elevata complessità organizzativa sono elementi che richiedono inevitabilmente di affidare il ruolo di RTD (e/o la responsabilità del relativo ufficio) a una figura dirigenziale interna, che conosca perfettamente la macchina organizzativa dell’amministrazione. Alle PA diverse dalle amministrazioni dello Stato, invece, è riconosciuta la facoltà di esercitare le funzioni del RTD anche in forma associata con altri enti: in questo modo, possono essere meglio superate le difficoltà legate alla frammentazione sul territorio o alla razionalizzazione della spesa, e concorrere al raggiungimento di una maggiore efficienza dei servizi e di un maggiore grado di sostenibilità digitale.
La forma associativa può quindi essere un fattore di traino di digitalizzazione per i Comuni, specialmente per quelli più piccoli.
Il Responsabile per la Transizione al Digitale motore del processo di digitalizzazione
L’art.17 del Codice dell’Amministrazione Digitale attribuisce alla figura del Responsabile per la Transizione al Digitale (la cui nomina, ricordiamo, essere un obbligo per le PA) un ruolo strategico nel processo di digitalizzazione della macchina amministrativa, indentificandola come unico punto di riferimento per l’attuazione del percorso verso la digitalizzazione.
Questa centralità è stata confermata e rafforzata anche dal Piano triennale per l’informatica della PA, fin dalla sua edizione 2019-2021, individuando una serie di azioni finalizzate ad innescare un processo di mutua collaborazione tra RTD, attraverso la creazione di un modello di rete che possa stimolare il confronto, valorizzare le migliori esperienze e favorire la condivisione di conoscenze e di progettualità.
Un ulteriore passo in avanti, in tal senso, è stato compiuto con l’edizione 2024-2026 del Piano Triennale, che suggerisce, per le PA diverse da quelle centrali, l’istituzione di ufficio per la transizione al digitale in forma associata a livello di Unione di Comuni o attraverso lo strumento della convenzione tra amministrazioni, con eventuale coinvolgimento di Province, Regioni, Province autonome e loro società in house.
L’importanza del “fare rete”: la community degli RTD
Il vademecum è stato redatto nell’ambito del Laboratorio “Nomina del Responsabile per la transizione digitale in forma associata”, coordinato da AgID e composto da amministrazioni ed enti centrali e locali, con la collaborazione di ANCI, UPI e Dipartimento Affari Regionali e Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Favorire percorsi di condivisione e conoscenza delle migliori pratiche adottate dalle Amministrazioni è, infatti, un obiettivo centrale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che ha avviato diverse iniziative per stimolare il confronto tra RTD. Ne è un esempio la piattaforma di community Rete Digitale, avviata nel 2020 come luogo virtuale di contatto e aggregazione dei Responsabili per la Transizione al Digitale e del personale degli Uffici Transizione Digitale, con l’obiettivo di supportare i processi di trasformazione digitale nelle amministrazioni centrali, locali e negli enti presenti nell’Indice dei domicili digitali della pubblica amministrazione e dei gestori di pubblici servizi (IPA).
All’interno della piattaforma sono disponibili spazi di collaborazione e di lavoro condiviso riservati agli utenti registrati, che oggi sono oltre 1.200, tra RTD e personale degli uffici per la transizione digitale. Questi spazi di condivisione possono focalizzarsi su determinate tematiche o avere una caratterizzazione territoriale e possono essere attivate anche su richiesta di amministrazioni o enti pubblici.