Con la candidatura da parte del Governo di Roma Capitale per l’Expo del 2030 si apre un nuovo capitolo per Roma Smart City. Una grande opportunità per lo sviluppo della città e la sua rinascita anche a livello internazionale.
Il Laboratorio Smart City di Roma Capitale fin dall’inizio ha affiancato il diplomatico e manager di lungo corso Giuseppe Scognamiglio incaricato dalla sindaca Virginia Raggi, di istruire il dossier che è stato portato sul tavolo del premier Mario Draghi per la firma.
Questa è la dimostrazione di come lavorando tutti insieme e facendo squadra, Roma ha acquisito leadership per lo sviluppo della città del futuro. Temi che verranno affrontati con tutti gli altri protagonisti di questa riscossa “romana” all’appuntamento di Sustainable Places 2021, in programma fino al primo ottobre all’Eur di Roma, alla presenza anche di ricercatori europei e università impegnate nello studio delle città innovative. Un’edizione, questa italiana del 2021, ideata da R2M Solution e PPAN, co-organizzata con EUR Spa, che si propone come piattaforma di networking, per condividere esperienze, risultati, esigenze e opportunità.
La sfida delle comunità intelligenti: declinare al plurale e investire nella partecipazione
Il digitale alla base di una nuova idea di società
Una candidatura che ha avuto la leva del Piano Roma Smart City, approvato a marzo, strumento nato per utilizzare le nuove tecnologie digitali e costruire una città intelligente, a misura dei cittadini. Con il supporto del Laboratorio Smart City, organismo composto da tutti gli interessati alla co-progettazione del futuro di Roma.
L’ambizione è quella di creare una nuova idea di società di cui il digitale è uno dei pilastri fondamentali insieme allo sviluppo sostenibile e all’inclusione sociale e di genere. Un’idea di società che però può essere consolidata solo se la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, principio attivo del cambiamento che ha lo stesso valore di una buona gestione politica. La città è loro e la devono progettare secondo le loro necessità e i bisogni di chi la abita. Questo è il segreto per ideare città funzionali e non solo ideali.
Gli ingredienti per la riscossa
Un’altra ottima notizia è che ora siamo sicuri che si avvierà un percorso di continuità a tutto questo cambiamento già messo in atto. Con la firma di Draghi alla candidatura, si è messo un sigillo alle promesse fatte: non si può più tornare indietro, si deve portare a compimento ciò che è stato già intrapreso. Il Laboratorio e il Piano sono il punto di partenza da cui il comitato promotore che verrà scelto, dovrà partire. In particolar modo tre dei progetti di visione del Laboratorio sono già entrati nel carnet dei piani utili per Roma 2030: un quartiere di Roma, Casal Monastero, ha già in progetto (esplicitato in 44 schede di azioni) di diventare, insieme all’Eur, il quartiere pilota della smart city; la rinascita del Parco archeologico di Ostia Antica e l’eliminazione di tutte le radiazioni elettromagnetiche dalle scuole romane attraverso l’utilizzo della luce (Li-Fi) al posto del wi-fi.
Finalmente ci sarà la possibilità per Roma di invertire la corsa. Stiamo anche studiando l’applicabilità della “città dei 15 minuti”. Milano è un esempio di progettazione, ma per Roma è necessaria una riflessione diversa. La sua estensione geografica è di sette volte quella di Milano. Alcuni dei suoi 15 Municipi sono grandi come un comune medio italiano, il suo sottosuolo va tutelato ed è ricco di sorprese. A causa di questa diversità abbiamo pensato a una città dei 15 minuti, ma policentrica: 15 minuti all’interno del perimetro del Municipio.
Dieci anni per una nuova Capitale
In dieci anni riusciremo, con degli step intermedi, a portare a termine tutte queste visioni e disegni per una nuova Capitale, cambiando il paradigma del modello dirigista standard della pubblica amministrazione verso un modello olistico di co-creazione con gli stakeholders. Perché alla base c’è una gestione integrata e un approccio metodologico strutturato capace di massimizzare il raggiungimento dell’obiettivo strategico più alto. Unica modalità per arrivare alla meta: una città sostenibile, resiliente, aperta, collaborativa, trasparente, partecipata, connettiva, creativa, inclusiva. A questo scopo abbiamo anche messo a punto un modello di Pmo (Program management office) per poter gestire l’avanzamento di tutto il programma Roma smart city.
Ora, segnati i tempi e l’orizzonte del 2030, serve solo rimboccarsi le maniche e farlo senza conflitti in una collaborazione virtuosa tra cittadini, associazioni, imprese, università, enti di ricerca e amministrazione.
All’interno c’è il frutto del lavoro di consultazione e cooperazione, la “tecnologia” è interpretata come elemento fondativo della smart city e come fattore strumentale nel quale investire per sviluppare le competenze distintive sulle quali il territorio punta per competere nell’arena globale. Nel futuro le città saranno in grado di offrire un impatto determinante non solo sullo stile di vita dei cittadini, sul tessuto economico e sociale del Paese, ma soprattutto sulla sostenibilità dell’ecosistema. Le scelte fatte oggi, quindi, avranno ricadute sul futuro delle prossime generazioni.
Conclusioni
La digitalizzazione delle città rappresenta una delle frontiere più sfidanti che si mostrano oggi all’orizzonte in ottica di tutela della salute pubblica, sostenibilità, riduzione delle emissioni e miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Oggi oltre il 60% della popolazione mondiale vive nelle città e produce circa il 70% della ricchezza mondiale. Nonostante occupino solo il 2% della superficie totale del pianeta, le città consumano oltre il 60% dell’energia prodotta e sono responsabili di oltre il 70% dell’inquinamento globale. È ragionevole quindi ritenere che le città abbiano un ruolo centrale nel cambiamento climatico.
Progettare una città in cui i servizi tradizionali vengono migliorati e resi più efficienti grazie all’utilizzo di nuove tecnologie a beneficio dei cittadini, pendolari, aziende e turisti, per ottimizzare l’utilizzo delle risorse, distribuirle secondo le reali esigenze e ridurre l’inquinamento, è l’obiettivo oggi di Roma che va incontro all’Expo 2030.