L’Agenzia per l’Italia digitale ha cominciato in piena estate a lavorare con i territori per attuare il piano triennale. E’ questa una delle due principali sfide per trasformare la PA, nei prossimi mesi (l’altra è fare sistema con le aziende private).
Lo racconta Antonio Samaritani, il direttore generale. “Consapevoli che non possiamo lasciare gli enti locali da soli, il 19 luglio abbiamo avviato i lavori a Palazzo Chigi insieme al team per la Trasformazione Digitale condotto da Diego Piacentini, incontrando le Regioni, fondamentali interlocutori per l’attuazione di una strategia coordinata”.
“Abbiamo già avviato un percorso che prevede la stipula di singoli accordi operativi con le Regioni in modo da definire le progettualità di dettaglio e stabilire un piano di accompagnamento dedicato e sartoriale che valorizzi le singole specificità e i progetti già avviati, inserendoli nel contesto della strategia nazionale, per non dissipare risorse e amplificare il lavoro delle singole Regioni”, dice Samaritani.
Ecco come proseguirà il percorso: “A settembre è previsto un incontro con le Città Metropolitane, mentre per i Comuni, che spendono circa 800 milioni di euro sui 6 miliardi di spesa informatica prevista annuale, stiamo valutando chi possa essere un aggregatore territoriale che, anche grazie a fondi dedicati provenienti da fondi europei, ci aiuterà ad includere i soggetti più piccoli”.
“In questo modo riusciremo a saldare tutti gli attori che offrono servizi al cittadino: i servizi statali – Inps, Inail – che sono erogati centralmente saranno disponibili grazie agli accordi che abbiamo già stretto con le amministrazioni centrali; i servizi regionali – come ad esempio il bollo auto e la sanità – saranno assicurati a tutti tramite gli accordi con le Regioni; i servizi comunali specifici, come ad esempio quelli relativi al pagamento di imposte comunali e multe, saranno abilitati da pagoPA la piattaforma nazionale per i pagamenti elettronici, già in servizio”.
Ricordiamo, ancora una volta, cosa c’è in ballo. “Non lasceremo le pubbliche amministrazioni da sole per l’implementazione del piano triennale – dice Samaritani – in modo da non escludere nessuno dalla trasformazione digitale e dall’offerta di servizi semplici, veloci ed evoluti”.