E’ uscita la molto attesa circolare interpretativa del Dipartimento Finanze che, oltre ad altri utilissimi chiarimenti che sono come sempre a disposizione sul sito istituzione della Fatturazione Elettronica PA (www.fatturapa.gov.it), affronta la questione di come garantire l’arrivo delle fatture elettroniche alle amministrazioni in caso di disguidi tecnici e difficoltà ad individuare il codice ufficio dell’amministrazione a cui inviarle.
Sono fenomeni marginali che possono verificarsi già in fase di start-up, ma che saranno potenzialmente più evidenti per le amministrazioni di minori dimensioni, e quindi in vista dell’obiettivo di completamento previsto per il 6 giugno 2015, nonostante:
· l’enorme lavoro di allineamento dell’IPA svolto dalle amministrazioni con il supporto dell’Agenzia per l’Italia Digitale e della Ragioneria Generale dello Stato;
· il servizio di assistenza all’utilizzo del Sistema di Interscambio della fatturazione elettronica (SDI) che sarà potenziato dalla Sogei, a ridosso del 6 giugno, per dare immediato supporto operativo a fornitori ed amministrazioni.
Queste possibili micro-anomalie di processo hanno di recente destato la condivisibile attenzione delle associazioni di categoria dei fornitori tenuto conto che la legge primaria prevede che solo nel momento in cui l’amministrazione riceve la fattura elettronica può provvedere al suo pagamento
Si sarebbe quindi potuta verificare la situazione paradossale per cui le stesse amministrazioni potevano determinare condizioni tali da rendere impossibile la ricezione delle fatture elettroniche ed incorrere allo stesso tempo nel divieto imposto dalla legge sul pagamento delle fatture stesse.
Per sanare questa evidente potenziale discrasia è stata rapidamente progettata, a quattro mani con le associazioni di categoria per acquisirne un rapido assenso, una soluzione che garantisce:
· prioritariamente i diritti dei fornitori:
· il transito della fattura elettronica attraverso il Sistema di Interscambio per l’alimentazione dei sistemi di monitoraggio della finanza pubblica;
· l’arrivo telematico all’amministrazione destinataria esattamente della stessa fattura originariamente trasmessa al Sistema di Interscambio.
La chiave di volta della soluzione risiede nella possibilità di utilizzare la casella di Posta Elettronica Certificata (PEC), che per norma tutte le amministrazioni devono come minimo caricare in IPA, come canale trasmissivo associato ad un codice ufficio centrale di fatturazione elettronica automaticamente inserito per ogni amministrazione presente in IPA.
Nel momento in cui il fornitore indica questo codice il Sistema di Interscambio, verificato che non esista un ufficio in IPA con codice fiscale uguale a quello di destinazione della fattura, recapita ad esso le fatture elettroniche dei fornitori e sarà compito dell’amministrazione, per scelta o nelle more di regolarizzare la situazione, smistarle al proprio interno.
Per i casi in cui i fornitori non abbiano ricevuto la comunicazione del codice ufficio da utilizzare, e non siano riusciti ad identificare l’amministrazione destinataria all’interno dell’IPA, viene anche resa disponibile la possibilità di utilizzare un ulteriore codice ufficio “fittizio”: il classico “9999” .
In questo caso il sistema, sempre dopo aver verificato il codice ufficio fiscalmente collegato, restituisce in automatico al fornitore una ricevuta, firmata elettronicamente dal sistema e contenente la fattura, che ne attesta l’avvenuta trasmissione e l’impossibilità di recapitarla al destinatario.
Il fornitore potrà così far pervenire questa “attestazione digitale” all’amministrazione destinataria della fattura tramite i canali che riterrà più opportuni (e.mail normale, dischetti, pennette, ecc.). Un’analoga attestazione viene prodotta dal sistema in caso di errori tecnici che, dopo un certo tempo, non si siano risolti.
Inutile dire (ma lo dico) che:
· la soluzione è stata così disegnata per poter essere totalmente informatizzata dai fornitori;
· quando si attivano questi percorsi anomali, l’amministrazione coinvolta viene immediatamente allertata dall’assistenza tecnica e tutti i casi di invio al codice centrale o al codice fittizio, che in avvio possono essere anche semplicemente naturali fenomeni di adeguamento al nuovo processo, vengono tracciati e monitorati.
Tanto premesso qualche cosa che non andrà alla perfezione ci sarà comunque, come in tutte le start-up, ma sicuramente il 6 giugno sarà l’occasione per dimostrare, ancora una volta, che quando questo Paese decide di fare qualcosa che ritiene utile allora pubblico e privato sanno accantonare le polemiche, trovare le soluzioni ed allearsi sui risultati.