Il recente SEMIC 2024 a Bruxelles ha messo in luce il ruolo cruciale dell’intelligenza artificiale nel promuovere l’interoperabilità dei servizi pubblici europei. Con l’entrata in vigore dell’Interoperable Europe Act, l’UE si prepara a una trasformazione digitale senza precedenti, dove l’AI non è solo un obiettivo, ma uno strumento chiave per realizzare la visione di un’Europa digitalmente interconnessa. Dall’automazione dei processi alla standardizzazione agile, l’evento ha esplorato come l’AI possa superare le barriere tra i sistemi nazionali, promettendo servizi pubblici più efficienti e accessibili per tutti i cittadini europei.
Interoperable Europe Act, un’opportunità senza precedenti
Secondo il Commissario UE per il Bilancio e l’Amministrazione Johannes Hahn l’entrata in vigore dell’Interoperable Europe Act è motivo di soddisfazione per gli europei, perché crea “…una nuova realtà in cui l’interoperabilità transfrontaliera dei servizi pubblici diventa una routine, in cui la cooperazione tra gli Stati membri si trasforma in una pratica di lavoro regolare. Abbiamo una struttura di governance comune per portare avanti la trasformazione dell’amministrazione digitale in Europa”. Secondo Hahn, si tratta di un’opportunità senza precedenti per costruire un’Europa più efficiente, competitiva e inclusiva attraverso l’interoperabilità e l’amministrazione digitale.
Il ministro-presidente fiammingo Jan Jambon ha dichiarato di essere fermamente convinto che l’Europa possa essere in cima al mondo nell’economia dei dati se continuiamo a lavorare insieme. “Le Fiandre sono impegnate con l’Interoperable Europe Act , nel percorso di creazione di una vera Europa interoperabile con standard di cui tutta l’UE possa essere orgogliosa”.
Per questo motivo, Jambon ha sottolineato l’importanza degli standard e degli sforzi di interoperabilità per creare spazi di dati europei di successo, come base per un uso affidabile dell’IA nella pubblica amministrazione, portando l’iniziativa fiamminga OSLO come un buon esempio di raggiungimento della standardizzazione per lo scambio di dati.
Semic 2024
A fine giugno a Bruxelles, al SEMIC 2024 è andata in scena “Europa interoperabile: dalla Visione alla Realtà”, due giorni fitti di interventi, presentazioni, workshop e dibattiti. L’evento di quest’anno ha riunito responsabili politici, esperti informatici, scienziati dei dati e ricercatori provenienti da tutta Europa e non solo, promuovendo le collaborazioni e accendendo il dialogo su aspetti cruciali della trasformazione digitale della pubblica amministrazione in Europa. Ha raggiunto un nuovo record nel numero di partecipanti, con 480 visitatori in loco e 1188 follower unici online. Grandi. Novità sono arrivate dai workshop precongressuali, che hanno attirato molti esperti nel campo della semantica e del governo digitale, con un numero di 223 presenze in loco e almeno 459 follower unici online.
Anche Markus Richter, Segretario di Stato tedesco presso il Ministero federale degli Interni e della Comunità e Commissario del governo federale per la tecnologia dell’informazione, ha accolto con favore una maggiore cooperazione sull’interoperabilità nell’UE, tra l’altro attraverso il nuovo Comitato per l’Europa interoperabile: “L’interoperabilità è molto più in primo piano in Germania a causa dei cambiamenti tecnologici e delle minacce che stiamo affrontando”. Più specificamente, Richter ha invitato l’UE a collaborare più strettamente su soluzioni software, infrastrutture, architettura dei dati, innovazione e formazione sulle competenze digitali.
Per quanto riguarda l’innovazione, il direttore dei servizi digitali di DIGIT Natalia Aristimuno ha sottolineato che: “Lavorare insieme sull’innovazione nel settore pubblico ha il grande vantaggio di distribuire i rischi quando qualcosa può andare storto. Ma non dobbiamo iniziare da capo ogni volta”, ha proseguito la direttrice, “Possiamo scambiare e riutilizzare molte soluzioni che abbiamo già!”.
La centralità dell’utente come importante pilastro dell’interoperabilità
Il ministro sloveno per la Trasformazione digitale Emilija Stojmenova Duh ha fornito una panoramica delle numerose attività volte a garantire l’interoperabilità dei servizi nel suo Paese. Ha sottolineato che i servizi digitali devono essere interoperabili, personalizzati e incentrati sull’esperienza dell’utente: “Dobbiamo sempre concentrarci sull’utente e migliorare la qualità della sua vita con i servizi. Per poter utilizzare i servizi digitali, i cittadini devono aver sviluppato competenze digitali. Anche i funzionari pubblici che sviluppano i servizi devono essere qualificati dal punto di vista digitale”.
Hilde Hardeman, direttore generale dell’Ufficio delle pubblicazioni, ha condiviso questa visione: “Dobbiamo davvero pensare ai nostri utenti”. Dobbiamo chiederci continuamente come verranno utilizzati questi servizi nella vita reale e pratica. Il direttore ha anche sottolineato che la fiducia degli utenti nei servizi è molto più importante di quanto spesso si pensi. Ha detto: “Non sottovalutate le conseguenze di un piano di condivisione dei dati senza una sufficiente sicurezza informatica. Avremo grossi problemi se qualcosa dovesse andare storto”.
L’AI per l’interoperabilità e l’interoperabilità per l’AI
Una sessione di SEMIC24 in cui si sono avvertiti i fermenti più vivaci per il prossimo futuro è stata quella dedicata all’IA per supportare l’interoperabilità nei servizi pubblici.
La sessione condotta da Razvan Radu, vicecapo unità del portale dell’Ufficio delle pubblicazioni della Commissione Europea, ha visto contributi da esperti di Francia, Spagna, Finlandia, Belgio e Lussemburgo, operanti nel settore pubblico, del mondo accademico e dell’industria. La sessione ha riguardato casi d’uso reali, tecnologie come la traduzione automatica, la sintesi dei documenti e la sinergia tra grafi di conoscenza e modelli linguistici di grandi dimensioni.
Radu ha dichiarato come obiettivo di SEMIC di ispirare i partecipanti a innovare condividendo le conoscenze e le esperienze pratiche fatte nelle loro rispettive organizzazioni. Anna-Mari Wallenberg e Antti Helin in rappresentanza del Ministero delle Finanze finlandese, hanno condiviso il loro percorso di implementazione pratica partito dall’European Interoperable Framework (EIF), intesa come come strumento ineludivile di lavoro nell’Unione europea. L’EIF propone un quadro a più livelli per governare e garantire la comunicazione e l’interazione senza soluzione di continuità tra i diversi sistemi, con l’obiettivo finale di ottenere l’interoperabilità dei sistemi nazionali fin dalla loro progettazione. Mentre EIF aspira a un modello di interoperabilità universale per tutti i servizi pubblici digitali, il contesto finlandese richiede un’attenta considerazione dei vincoli legali e un approccio meticoloso all’attuazione.
Casi d’uso dell’implementazione pratica dell’AI in Finlandia
Helin ha presentato quattro casi d’uso che illustrano l’implementazione pratica dell’AI in Finlandia:
- Sintesi delle risposte delle consultazioni pubbliche: a causa dell’elevato volume di commenti ricevuti durante le consultazioni pubbliche, è stato avviato un pilota che utilizza GenAI per automatizzare la creazione delle risposte, alleggerendo il carico di lavoro dei funzionari e accelerando il processo.
- Stabilire il contesto giuridico e i metadati normativi: per analizzare l’interconnessione della nuova legislazione dell’UE con le leggi, i regolamenti e le proposte nazionali esistenti, l’AI è utilizzata per identificare i contesti giuridici rilevanti e collegare le nuove proposte a quelle esistenti, risparmiando tempo ed evitando ridondanze.
- Automatizzare la modifica del testo legale: un’attività che spesso comporta la sostituzione meticolosa di termini specifici in lunghi documenti legali, con il rischio di errori umani. L’AI è stata in grado di velocizzare questo processo, garantendo l’accuratezza e riducendo il rischio di conseguenze indesiderate.
- Traduzione finlandese-svedese: la Finlandia ha due lingue ufficiali e richiede la traduzione di tutti i documenti ufficiali. Questo comporta un notevole carico di lavoro. L’utilizzo della traduzione automatica, in particolare per i testi legali, sta alleviando questo onere, pur tenendo conto dei limiti legati al potenziale di errore e alla riservatezza dei dati.
È evidente che in questi casi l’obiettivo principale non è l’interoperabilità, ma piuttosto il miglioramento dell’efficienza e la riduzione dei costi. Ma nella misura in cui questi progetti pilota stanno dando buoni risultati, aumenta l’interoperabilità tra il sistema finlandese e quello europeo. È significativo sottolineare l’importanza di Semantic Finlex, un corpus di leggi e decisioni giudiziarie finlandesi, forniti in formato digitale e leggibile automaticamente. Questo set di dati accessibili e strutturati è la ragione del successo delle implementazioni dell’AI finlandese.
L’importanza della standardizzazione
Questo ci porta direttamente all’importanza della standardizzazione. Alberto Abella, technology evangelist della FIWARE Foundation, ha evidenziato le carenze dei processi di standardizzazione tradizionali. Ha sottolineato il divario significativo tra il ritmo dei progressi dell’AI e le lunghe procedure di standardizzazione basate sul consenso.
Utilizzando i dati del portale spagnolo Open Data, Abella ha evidenziato come gran parte degli open data pubblicati (70% in UE) manchino di un modello semantico, il che rende difficili il riutilizzo e l’interoperabilità. Ha sottolineato che gli approcci basati sul consenso sono preziosi, ma faticano a tenere il passo con la rapida evoluzione del mercato. Ha ricordato l’esempio dell’adozione di ChatGPT, un processo tumultuoso che in pochi mesi ha cambiato il panorama tecnologico e sociale mondiale, e lo ha comparato con i normali processi di standardizzazione che durano anni. Abella ha proposto la standardizzazione agile come complemento cruciale ai metodi classici per la descrizione semantica dei dati. Un approccio più rapido e iterativo, guidato da pionieri che condividono prontamente i loro modelli di dati e le loro soluzioni, sarebbe più adatto ai tempi odierni. Ha illustrato il successo dell’iniziativa Smart Data Models di FIWARE, che ha raggiunto la standardizzazione in poche settimane sfruttando licenze aperte, automatizzando i processi e riducendo al minimo il coinvolgimento umano.
Come l’interoperabilità può essere integrata nelle soluzioni di AI
Rivoltando l’assunto che l’AI sia utile all’Interoperabilità (AI4IOP), durante il SEMIC si è esplorato il percorso che va dai principi di interoperabilità per migliorare lo sviluppo alla distribuzione e la fiducia nelle soluzioni di AI. Emilien Caudron (PwC Belgio) ha discusso quattro attività in corso nella Commissione Europea che dimostrano come l’interoperabilità possa essere integrata nelle soluzioni di AI:
- Estrazione della conoscenza: progetto pilota con la DG Growth sul percorso di transizione per il turismo. Si è trattato di estrarre informazioni semantiche fondamentali dagli impegni di persone che operano nella Commissione utilizzando un modello Word2Vec, per arrivare a indentificare le aree di interesse chiave e le azioni pianificate.
- Adattamento al dominio di modelli linguistici di grandi dimensioni: miglioramento delle prestazioni dei LLM attraverso l’adattamento al dominio dei documenti politici e legislativi dell’UE. Ciò ha comportato il fine tuning di LLM open con un corpus dedicato, con il risultato di una maggiore precisione nell’estrazione di argomenti rilevanti, ed ha allo stesso tempo evidenziato problemi di interpretabilità rispetto a modelli più semplici come Word2Vec.
- Chatbot per la modellazione dei dati: costruzione di un prototipo di chatbot per supportare il processo di modellazione dei dati, fornendo l’accesso a informazioni su modelli, classi, relazioni e proprietà esistenti. L’obiettivo è facilitare la creazione di modelli di dati sfruttando concetti preesistenti ed evitando di ridefinire l’esistente. La chatbot ha utilizzato la “Retrieval Augmented Generation” (RAG), basato su un LLM pre-addestrato e una base di conoscenza contenente informazioni provenienti da vari modelli di dati e specifiche.
- Tagging semantico: automatizzare il processo di etichettatura dei set di dati con informazioni semantiche, concentrandosi sul portale europeo Open Data. Si è trattato di utilizzare GenAI per suggerire i tag EuroVoc sulla base delle descrizioni e dei titoli dei dataset, con l’obiettivo di facilitare la scoperta e il reperimento delle risorse.
L’importanza dei dati di riferimento per l’AI
Willem Van Gemert, vicecapo unità per la standardizzazione dei dati e dei formati presso l’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, si è concentrato sull’importanza dei dati di riferimento per l’AI. Ha ribadito l’importanza dell’affidabilità dei dati per l’Ufficio delle pubblicazioni, che agisce come fornitore di informazioni ufficiali dell’UE. Van Gemert ha sottolineato che i dati di riferimento forniscono un contesto alle realtà nazionali, citando l’esempio di elenchi di Paesi che differiscono in base alle situazioni politiche e al riconoscimento di Stati specifici. Ha ricordato gli ampi archivi di dati dell’Ufficio delle pubblicazioni, che offrono un accesso aperto ai dati giuridici, alla legislazione e ai metadati in formati semantici come RDF. Ha dimostrato quanto i dati di riferimento siano ancora più rilevanti nell’era dell’IA, considerando le sfide delle allucinazioni e dell’affidabilità. Pur riconoscendo il potenziale dell’IA nel migliorare la qualità dei dati e nell’automatizzare processi come la traduzione, ha sottolineato la continua necessità di dati di riferimento di alta qualità per addestrare i sistemi di IA, ed ancora di più per svolgere test accurati e continui.
In altre sessioni sono emersi tanti altri temi che hanno richiamato l’AI, dall’interoperabilità delle chatbot basate su Generative AI alla riutilizzabilità dei modelli di AI e ML. È emersa chiaramente l’importanza di poter rintracciare sul web i modelli LLM ed i dati su cui sono addestrati. Iniziative come il set di dati Semantic Finlex e l’iniziativa Smart Data Models di FIWARE si sono evidenziate come pratiche da seguire. Il successo della condivisione richiede fortemente il coinvolgimento umano, la collaborazione e l’impegno a condividere dati e best practice. Si ritorna al ruolo dell’interoperabilità, come principio che da solo può abbattere i silos all’interno delle organizzazioni. L’intelligenza artificiale è ormai riconosciuta come uno strumento potente per promuovere la collaborazione e la condivisione delle informazioni tra diversi dipartimenti e agenzie del settore pubblico, ma è il principio dell’interoperabilità che viene prima.
Una comunità in crescita per un’Europa più connessa
Oltre ad esperti di alto livello, SEMIC 2024 ha attirato nei suoi panel numerosi leader del settore pubblico, accademici, esperti politici e rappresentanti delle imprese. Per due giorni, questi relatori hanno generato innumerevoli idee stimolanti sul tema centrale dell’attuazione “From Vision to Reality” durante i panel di alto livello, i workshop e le sessioni, tutte con angolazioni diverse.
Riassumere tutte queste idee in un articolo sarebbe praticamente impossibile. Tuttavia, la enorme varietà delle idee indica anche quanto sia cresciuta la comunità dei soggetti interessati a migliorare l’interoperabilità semantica nel corso degli anni dall’inizio della prima conferenza SEMIC.
Per Maximilian Strotmann, membro del gabinetto del Commissario UE Johannes Hahn, i punti e i rami dell’identità visiva di SEMIC 2024 incarnano questa crescita: “Simboleggiano la continua crescita della cooperazione creativa in materia di interoperabilità che avviene sopra e sotto il radar dell’UE”.
Questa conclusione è condivisa anche dal Direttore generale per l’Informatica Veronica Gaffey: “La conferenza è diventata un luogo cruciale per condividere le conoscenze, promuovere le collaborazioni e guidare l’innovazione nei servizi digitali del settore pubblico”, ha dichiarato Gaffey. Siamo di fronte ad una comunità in crescita per continuare a migliorare l’interoperabilità e, di conseguenza, i servizi pubblici digitali per un’Europa più connessa, più inclusiva e più competitiva. È dalla condivisione delle esperienze e dal contributo libero dei partecipanti che si può pensare di trasformare la visione dell’Interoperable Europe Act in realtà.
Importanza dell’IEA per l’Italia
L’entrata in vigore dell’Interoperable Europe Act, che sicuramente è la novità più sostanziale discussa in questo SEMIC, riveste un’importanza significativa per l’Italia, in quanto promuove l’interoperabilità transfrontaliera e la trasformazione digitale dei servizi pubblici. Ecco gli aspetti principali per l’Italia:
- Miglioramento dei servizi pubblici: la legge mira a creare una rete di amministrazioni pubbliche digitali interconnesse in tutta l’UE.
- Risparmi sui costi: la Commissione europea stima che l’interoperabilità transfrontaliera possa portare a sostanziali risparmi sui costi.
- Mercato unico digitale: la direttiva sostiene il completamento del mercato unico digitale, fondamentale per l’economia digitale italiana.
- Innovazione e GovTech: creare opportunità per le aziende e le startup tecnologiche italiane di sviluppare e scalare soluzioni riutilizzabili per il settore pubblico.
- Cooperazione transfrontaliera: consentire alle amministrazioni pubbliche italiane di collaborare a progetti con altri Paesi, regioni e città dell’UE, favorendo lo scambio di conoscenze e di linee guida.
- Approccio incentrato sul cittadino: per gli italiani, soprattutto per quelli che vivono nelle regioni di confine o che si spostano in altri Paesi dell’UE, significa un accesso più facile ai servizi pubblici transfrontalieri.
- Conformità con i regolamenti dell’UE: la legge aiuta l’Italia ad allinearsi ai regolamenti dell’UE, come la direttiva “Single Digital Gateway”.
- Open Source e riusabilità: la direttiva promuove la condivisione e il riutilizzo di soluzioni, spesso open source.
- Interoperabilità dei dati: promuovere lo sviluppo di una piattaforma digitale che garantisca l’interoperabilità dei set di dati attraverso un catalogo di API condiviso tra le amministrazioni centrali e locali.
- Trasformazione digitale: Partecipando all’iniziativa Interoperable Europe, l’Italia può accelerare la trasformazione digitale del settore pubblico, allineandosi agli obiettivi digitali europei per il 2030.
In Italia l’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale) insieme al DTD (Dipartimento per la Trasformazione Digitale) promuovono questi impegni. Una delle direttrici d’azione è Developers Italia, il portale di riferimento per il software della Pubblica Amministrazione italiana. All’interno di esso ci sono varie piattaforme, fra cui App IO, la CIE (Carta di Identità Elettronica), la Piattaforma dei Contratti Pubblici e la PDND (Piattaforma Digitale Nazionale Dati). Quest’ultima offre alle Amministrazioni un catalogo centrale di “API” consultabili e accessibili tramite un servizio dedicato. La realizzazione della PDND rientra nel contesto più ampio dell’iniziativa europea Single Digital Gateway, che consente l’armonizzazione di procedure e/o servizi di particolare rilevanza tra tutti gli Stati Membri. Al fine della standardizzazione dei formati e della semantica dei dati, per facilitare l’interoperabilità tra le basi di dati di enti diversi, si è istituito il Catalogo nazionale della semantica dei dati (schema.gov.it), sviluppato e gestito da Istat.
Conclusioni
SEMIC 2024 ha chiuso i battenti nel momento in cui si respirava il clima della nuova Commissione, ed ha sicuramente lasciato qualche elemento per la nuova agenda del Presidente Von der Leyen. Li ha riassunti molto bene Hilde Hardeman, con la frase: “l’Unione Europea è un progetto di interoperabilità in sé”. Uno slogan subito ripreso il capo dell’unità per l’interoperabilità e il governo digitale della Commisione, Leontina Sandu, che ha promesso scherzosamente: “Lo metteremo sul nostro sito web InteroperableEurope, anzi su Europa.eu”.