I servizi fiduciari si stanno rivelando l’ingrediente innovativo con cui l’Italia può riuscire a mettersi al pari con l’Europa nella trasformazione digitale. Per due motivi. Primo perché nei servizi fiduciari, come Spid, Pec, Firma digitale, l’Italia è all’avanguardia, come riconosciuto dalla Commissione europea. Secondo perché questi si stanno già dimostrando volano di dematerializzazione per le aziende e le PA. E sempre più lo saranno.
La Posta elettronica certificata
Consideriamo la Pec. È una vera e propria avanguardia digitale nel nostro paese e la tecnologia e le norme a suo supporto fanno scuola in Europa. Possiamo dire che nessuno può più immaginarsi la trasformazione digitale senza la Pec. Lo strumento è utile a milioni di imprese, professionisti e privati cittadini che ogni giorno la usano con soddisfazione – lo dicono i nostri costanti sondaggi e la crescita che va avanti dal 2006. Ad oggi si contano circa 9 milioni di caselle attive tra aziende, privati e PA e 4 milioni di messaggi scambiati al giorno. La Pec ha già in nuce quel futuro che vorremmo realizzato a tutto tondo con l’Agenda digitale. Una Italia dove la burocrazia sia più semplice ed efficiente, con meno carta (e quindi più rispetto dell’ambiente). Dove il digitale permetta alle aziende di comunicare in modo facile e sicuro. Tutto questo infatti, com’è noto, è possibile già farlo con la Pec.
A conferma di questo processo di progressiva digitalizzazione dell’Italia, stanno crescendo anche gli utilizzi della Pec. Di recente usata in Italia anche per rivendicare il diritto d’autore nella musica con la Siae. La Pec fa fede infatti della data certa di comunicazione.
È insomma un vanto per l’Italia e un successo normativo e tecnologico.
I molteplici usi della Pec
In termini normativi, il Paese sta facendo molto per incentivare la trasformazione digitale e quindi un uso sempre maggiore della Pec da parte di aziende, professionisti e Pubblica Amministrazione. Sono molteplici gli esempi che testimoniano come una semplice Pec sia tutto ciò che serve per portare avanti attività e pratiche giornaliere: come detto prima, ad esempio, con la Pec si possono inviare documenti legali privati e di lavoro, scambiare corrispondenza dal valore legale con l’Inps, l’Inail, con la scuola o l’università, comunicare con enti pubblici locali, partecipare a bandi e gare d’appalto; o anche richiedere il cambio di residenza, contestare formalmente un comportamento illecito, comunicare uno stato di malattia, iscriversi a concorsi, disdire un contratto, diffidare e mettere in mora un debitore. Interrompere i termini di prescrizione, chiedere un certificato al Comune o a qualsiasi PA, comunicare un avvenuto pagamento e poterlo provare, proteggere i diritti d’autore di un testo e molto altro ancora. In sintesi, snellisci tutte quelle questioni che ti porterebbero via giornate intere, invece di stare dietro a pratiche e processi, perdere tempo a capire come poter fare per sbrogliare una certa situazione e trovare i giusti interlocutori, avviare processi lunghi non si sa quanto.
Pec e accelerazione della trasformazione digitale
Vediamo anche che l’uso sempre più diffuso della Pec sta facendo maturare le esigenze digitali degli utenti. Per esempio, tra i nuovi strumenti richiesti, ci sono: la Pec massiva (invio massimo con scheduling definito e S.L.A. garantito), la Pec multi-utenza (un unico account per monitorare tutte quelle dell’impresa), il servizio Pec Flow (che permette di gestire messaggi e ricevute di accettazione e consegna; è un servizio web raggiungibile tramite browser, erogato in modalità Software as a Service attraverso i Data Center di proprietà di Aruba. L’accesso non avviene più direttamente alla singola webmail ma, con un’unica credenziale applicativa, è possibile accedere a molteplici Pec contemporaneamente).
Tutto questo dimostra che la Pec è entrata nel workflow documentale dell’impresa e della PA (interfacciata con il protocollo informatico della pubblica amministrazione). E in questo modo si può dire anche che la PEC è diventato fattore progressivo per la trasformazione digitale dell’Italia.
Il ruolo di Spid
Anche SPID ha questo ruolo – nelle intenzioni dichiarate del legislatore; e così lo sta interpretando Aruba. Come Identity Provider stiamo pubblicizzando il servizio in tv, abbiamo abbassato i costi del riconoscimento de visu e crediamo che possa essere forte acceleratore della digital transformation e vi stiamo investendo in modo graduale e progressivo.
Pensiamo che questo trend, con al centro i servizi fiduciari come fattore di trasformazione digitale del Paese, continuerà nella stessa direzione. Progredirà infatti l’utilizzo da parte dei privati cittadini, che praticamente adottano la Pec in modo spontaneo, perché gli fa comodo. Ed è quindi un futuro inevitabile. Ad oggi sono privati il 39% del totale utenti, a testimonianza del fatto che la Pec va oltre l’uso esclusivamente professionale; anche il suo costo, contenuto, ne ha sicuramente favorito l’adozione. In definitiva, tutti i dati che leggiamo e le continue testimonianze di soddisfazione da parte di chi usa la Pec ci suggeriscono che si prevede una totale dematerializzazione, in tutti gli ambiti, e questo è un percorso virtuoso nel quale la Pec gioca sicuramente il suo ruolo: l’abbandonare della carta, il risparmio di tempo, la riduzione degli spostamenti vanno anche in un’ottica di riduzione dell’inquinamento – che è oggi più vicino anche grazie al successo della Pec.
Il futuro dei servizi della PA digitale
Per il futuro sarà interessante vedere cosa accadrà ai servizi della PA digitale. A partire dal ruolo del domicilio digitale, per il quale– secondo le norme – il cittadino può indicare il proprio indirizzo Pec. Gli amministratori di condominio stanno già manifestando interesse in tal senso.
In questo quadro, il nuovo Governo e la nuova Agid possono favorire l’accelerazione del trend. Per prima cosa, assicurando un’applicazione equa delle norme, senza favoritismi. In secondo luogo, dando incentivi alla PA e all’azienda per l’uso dei servizi fiduciari innovativi.
I servizi fiduciari, insomma, mostreranno sempre più il loro potere trasformativo, per fare l’Italia digitale, grazie all’impegno di aziende come la nostra, che credono in questa visione; con la speranza che anche le istituzioni facciano la propria parte per accompagnare il trend.
L’articolo è parte di un progetto di comunicazione editoriale che Agendadigitale.eu sta sviluppando con il partner Aruba