La malasanità riempie le pagine dei giornali, gli spazi televisivi e i siti web. Inefficienza e sprechi si moltiplicano, e i tagli imposti dal decreto sulla spending review e dalla legge di stabilità rischiano di peggiorare la situazione. Da troppi anni la sanità italiana sembra avvitata in un pericoloso circolo vizioso in cui — in modo miope e auto-lesionista — non solo ci si rifiuta di affrontare sperperi e malaffare, ma si vede nei tagli lineari l’unica alternativa per far tornare i conti. Il risultato finale è che perdiamo inesorabilmente posizioni nei principali ranking internazionali, diventa sempre più difficile investire per recuperare il terreno perduto e si diffonde una rassegnata sensazione che non si possa fare più nulla per invertire il trend in atto.
In realtà ci sono delle vie per uscire da questo impasse. Occorrono provvedimenti significativi, che agiscano incentivando e sostenendo una spesa mirata in innovazione, accompagnata da misure che ne facilitino il coordinamento, la condivisione e l’ottimizzazione. Per rendere queste azioni compatibili con la contrazione delle risorse complessivamente disponibili, occorre agire in modo deciso sulle leve che più di altre generano benefici. Quali? Per capirlo è sufficiente guardare i sistemi sanitari più virtuosi o imparare dall’evoluzione di tutti i settori ad alta intensità di informazione e conoscenza. Ogni evidenza suggerisce le tecnologie digitali come la chiave per rendere compatibile la qualità dei nostri servizi sanitari con i loro costi.
Quelle digitali sono tecnologie multiuso, che aprono scenari in cui le innovazioni si possono misurare precisamente, replicare senza eccessivi sforzi e combinare tra di loro in modo da porre le basi per ulteriori innovazioni. Il problema è che le tecnologie digitali “costringono” a rivedere il modo con cui le aziende sanitarie si organizzano e offrono servizi ai cittadini. Così facendo si toccano nervi scoperti, si scovano inefficienze che poi è difficile ignorare, si costringono le aziende sanitarie, la loro dirigenza, medici e infermieri a cambiare, a essere maggiormente trasparenti nelle proprie decisioni e a collaborare maggiormente. Che la sanità italiana non investa abbastanza in tecnologie digitali è noto a tutti gli addetti ai lavori. Nel 2012 abbiamo speso circa 21 euro ad abitante per digitalizzare il nostro sistema sanitario — la metà di altri paesi europei come Francia e Gran Bretagna. Meno noto è che la ragione di tale arretratezza abbia a che fare non solo con una cronica mancanza di risorse, ma anche con un contesto resistente all’innovazione, inconsapevole dell’urgenza di mettersi in gioco e incapace di cambiare sé stesso grazie alle molteplici opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Non si deve competere contro le tecnologie digitali ma con esse.
Recentemente, sette eccellenze della sanità italiana hanno dimostrato di saperlo fare. In un convegno del 7 Maggio, l’Osservatorio ICT in Sanità del Politecnico di Milano ha premiato sette casi di buona sanità che si sono distinti per un uso efficace delle tecnologie digitali come leva di innovazione organizzativa e gestionale.
1. L’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate ha vinto un premio per aver implementato una cartella clinica elettronica che consente di gestire in mobilità l’intero percorso clinico del paziente. Con un tablet è possibile accedere in modo integrato ai dati del paziente presenti nei vari reparti. La soluzione ha garantito una semplificazione delle attività medico-infermieristiche, una riduzione considerevole di errori e rischi clinici e — grazie a economie di apprendimento e a notevoli sforzi di gestione del cambiamento — è attualmente presente e utilizzata in tre dei cinque presidi dell’azienda ospedaliera.
2. L’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze è stata premiata per aver sviluppato un sistema di business intelligence che utilizza intelligentemente i dati clinico-sanitari e amministrativi presenti nei diversi applicativi aziendali per supportare la direzione aziendale nella presa di decisioni. La soluzione ha consentito all’impresa di identificare rilevanti sacche di inefficienza e di ridurre il consumo e le giacenze di farmaci per un risparmio complessivo pari a 1,3 milioni di euro.
3. L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara si è aggiudicata un premio per aver implementato una soluzione che consente di gestire la preparazione preoperatoria dei pazienti di tutti i reparti, digitalizzando in toto i processi necessari agli interventi chirurgici. Grazie a un’attenta analisi preliminare e a un’intensa attività di reingegnerizzazione del percorso chirurgico, il progetto ha prodotto cambiamenti organizzativi radicali che hanno consentito di passare da una gestione delle sale operatorie decentralizzata e parallela per settore, a una forte centralizzazione della gestione, con una conseguente razionalizzazione dei percorsi clinici.
4. L’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Mantova ha ottenuto un premio per aver istituito un portale digitale tramite cui sono condivise tutte le informazioni per far interagire più efficacemente i diversi operatori presenti sul territorio di riferimento dell’ASL: dai medici ospedalieri ai centri per l’assistenza domiciliare, dai medici di medicina generale ai pediatri di libera scelta. Notevoli benefici sono stati ottenuti grazie al miglioramento dell’integrazione operativa, alla riduzione degli errori di prima valutazione, e alla realizzazione di una banca dati per un’accurata programmazione socio sanitaria.
5. L’Azienda Unità Sanitaria Locale 6 di Livorno ha vinto un premio per aver sviluppato una piattaforma digitale con cui eroga servizi elettronici verso i cittadini-pazienti. Il progetto ha previsto l’installazione di totem multimediali interattivi nei presidi ospedalieri, nei distretti, nelle farmacie e nei negozi della grande distribuzione del territorio livornese. Tali totem consentono ai cittadini di accedere in autonomia e sicurezza a servizi come la stampa dei referti, il cambio di medico di base, la prenotazione del ritiro delle cartelle cliniche, il controllo delle esenzioni e la gestione del consenso informato. In ottica multicanalità, tutti i servizi sono stati recentemente resi disponibili anche su dispositivi mobili grazie allo sviluppo di un’App.
6. La Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è stata premiata per aver sviluppato una soluzione basata su analytics che aiuta a valutare il percorso terapeutico più idoneo a ogni paziente attraverso l’analisi retrospettiva dell’efficacia dei percorsi terapeutici già effettuati e la comparazione con le linee guida e le decisioni prese in passato riguardo a casi simili. Grazie alla nuova conoscenza estratta dai dati clinici e di processo, il personale dell’azienda sanitaria ha acquisito maggiore consapevolezza sulla pratica clinica e ha potuto avviare azioni di formazione e miglioramento continuo.
7. La Regione Veneto ha ottenuto un premio per il modo in cui ha gestito i programmi di screening oncologico nelle sua sanità pubblica. La soluzione è a oggi utilizzata da 20 strutture sanitarie in modalità cloud, con notevoli risparmi di risorse e la possibilità di rendere omogenei e scalabili i servizi offerti ai cittadini. L’alta adesione al progetto è un risultato reso possibile dalle caratteristiche della soluzione digitale — che si adatta alle specifiche esigenze di ogni struttura sanitaria e si integra pienamente con i relativi sistemi dipartimentali — e da un innovativo modello organizzativo basato su gruppi di lavoro eterogenei.
Cartelle cliniche elettroniche, sistemi di business intelligence, soluzioni per la digitalizzazione dei processi clinici, tecnologie digitali per l’assistenza domiciliare e la medicina sul territorio, piattaforme digitali per l’erogazione di servizi elettronici al cittadino, analytics a supporto della clinical governance e servizi sanitari erogati in modalità cloud. A partire dall’introduzione di tali tecnologie, sette eccellenze dell’innovazione digitale hanno rivisto il loro modo di organizzarsi ed erogare i propri servizi.
La sanità italiana non è solo sprechi, inefficienze e malaffare. I casi premiati dall’Osservatorio dimostrano che la buona sanità — quella che compete grazie alle tecnologie digitali e non contro di esse — esiste anche in Italia. Forse dovremmo parlarne maggiormente.