Nel primo semestre 2014 lo Stato ha speso più di 27 milioni in buoni pasto, 43,9 milioni per pulizia e lavanderia, 4,6 milioni in spese di cancelleria. Sono alcune delle curiosità a cui è possibile accedere attraverso pochi, semplici passaggi sul portale del Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici – SIOPE, che rileva in via telematica gli incassi e i pagamenti effettuati dai tesorieri e dai cassieri delle Amministrazioni pubbliche. Il progetto è nato dalla collaborazione tra la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d’Italia e l’Istat, e dal primo luglio, grazie alla conversione del decreto legge n. 66 del 24 aprile 2014, è diventato accessibile a tutti i cittadini e a tutte le amministrazioni.
Si tratta di un altro passo importante per rendere più trasparente l’amministrazione pubblica. Sul sito si possono consultare i dati codificati giornalieri e mensili riferiti ai singoli enti che partecipano alle rilevazioni; gli aggregati mensili nazionali, regionali e provinciali dei dati codificati di ciascun comparto di enti che partecipano alla rilevazione; elaborazioni mensili dei dati codificati riferiti ai singoli enti che partecipano alla rilevazione; gli aggregati, nazionali regionali e provinciali, mensili delle elaborazioni indicate al punto precedente; i dati codificati dei pagamenti dello Stato eseguiti tramite mandato informatico, sia giornalieri che mensili; i pagamenti mensili dello Stato eseguiti tramite mandato informatico articolati secondo le categorie della classificazione economica. “Si tratta di un passaggio importante, per il quale abbiamo fatto pressioni da tempo e attivato campagne di sensibilizzazione – commenta Vittorio Alvino di OpenPolis. È una novità di grande rilievo: precedentemente i dati disponibili nei bilanci certificati e approvati si riferivano al massino a due anni precedenti, con Siope si hanno aggiornamenti anche quotidiani sulle entrate, le uscite e sui flussi di cassa non solo dei comuni italiani, ma anche di regioni, province, comparto sanitario, Asl, università. Un sistema di monitoraggio così diffuso e aggiornato rappresenta un fiore all’occhiello a livello internazionale, non sono molti i paesi che presentano un sistema come quello di Siope”.
Il progetto permette di monitorare l’andamento dei conti pubblici; diventa uno stimolo a superare le differenze tra i sistemi contabili attualmente adottati all’interno dei vari comparti delle amministrazioni pubbliche, senza incidere sulla struttura dei rispettivi bilanci, attraverso una codifica uniforme per tipologia di enti, e fornisce agli enti che aderiscono al Sistema informazioni utili al monitoraggio della propria gestione e all’impostazione delle politiche di bilancio.
Passo in avanti importante, ma non certo un punto di arrivo, restano ancora dei passaggi importanti da completare, come suggerisce Vittorio Alvino: “Bisognerebbe completare gli enti inclusi nel sistema, manca la spesa pubblica delle amministrazioni centrali, lo Stato è ancora poco presente, sono disponibili sono le spese e solo i dati aggregati, occorre aggiungere il dettaglio di ogni singola amministrazione centrale, di ogni singolo ministero, della Presidenza del consiglio dei ministri. Inoltre si devono aggiungere gli Enti previdenziali, rappresentano la parte più corposa e importante della finanza pubblica. In fondo è l’amministrazione centrale che ha spinto per rendere trasparenti conti pubblici, non possono mancare proprio i suoi dati. Si tratta di una lacuna da colmare al più presto, sarebbe anche piuttosto semplice: la stessa Banca d’Italia, che gestisce il Siope per conto della Ragioneria, fa da tesoriere per lo Stato e possiede tutti i dati di dettaglio, basta aprirli”. C’è anche un altro passaggio che sta molto caro ad Alvino: “Una volta aperti questi dati, sarebbe importante che la Banca d’Italia aprisse un confronto con interlocutori quali ricercatori, esperti, associazioni come la nostra, che lavorano sul tema da tempo, per rendere più facile e immediata la lettura e l’utilizzo di questi dati, anche da parte dei non addetti ai lavori. Oltre a scaricare i dati, sarebbe importante poter fare interrogazioni, ricercare i dati che interessano, aggiungere spiegazioni e metadati, che oggi mancano”.
Un esempio esiste già, sempre legato al binomio Open Data e finanza pubblica, ed è offerto proprio da OpenPolis. Si tratta di OpenBilanci, progetto nato in collaborazione con l’associazione LinkedOpenDataItalia, che raccoglie i bilanci di tutti i Comuni italiani degli ultimi dieci anni.
“Con OpenBilanci abbiamo aperto dati che aperti non erano – sottolinea Alvino –. I bilanci erano disponibili separatamente per ogni singolo comune e in ogni comune per ogni singolo anno, in tabelle html non scaricabili. Abbiamo dovuto estrarre dati da milioni di pagine e tabelle e li abbiamo importati in formato “.csv“, facilmente utilizzabili ed elaborabili attraverso fogli di calcolo”. Un’attività che non era ancora stata svolta dalle PA che detengono questi dati e che ha richiesto quasi un anno di impegno. “Il grosso del lavoro è stata la creazione del database, se i dati fossero stati aperti ci avremmo messo meno della metà del tempo – spiega Alvino –. Abbiamo dovuto tirare giù i dati, armonizzare i bilanci che sono sì in un formato uniforme tra di loro, ma con cambiamenti di anno in anno e mancava una mappatura dei cambiamenti. Era un progetto a cui si pensava da anni, finalmente siamo riusciti a realizzarlo grazie al contributo della Regione Lazio, attraverso il bando Open Data Lazio”.
Valore aggiunto di OpenBilanci, rispetto ai classici portali di Open Data, da cui è possibile scaricare dataset tematici, sono l’usabilità, l’immediatezza e la possibilità di realizzare mappe, fare confronti e stilare classifiche. Attivo da due mesi, OpenBilanci è già stato utilizzato in diverse occasione da testate locali e nazionali per condurre indagini territoriali. “Non è ancora molto diffuso tra i singoli cittadini – sottolinea Alvino –, ma aver fornito uno strumento utile per i media rappresenta una forma di facilitazione, che aiuta l’informazione a raggiungere il cittadino”. Soprattutto, il progetto indica una strada: dopo aver aperto i dati, primo passaggio necessario, è importante semplificarne l’accessibilità e l’utilizzo. Oltre ai dataset insomma, è importante fornire strumenti per analizzare i dati, facilitarne la visualizzazione e il confronto.
“Altro aspetto importante di OpenBilanci è la spinta che sta esercitando sui comuni, a cui chiediamo di usare la piattaforma per rendere disponibili i bilanci futuri – racconta Alvino –. Siamo attivi da poco tempo, ma iniziamo ad avere le prime richieste e segnalazioni. Col lancio vero e proprio che avverrà in autunno, contiamo di incrementare le risposte delle amministrazioni”. Dopo l’apertura da parte dell’amministrazione centrale, il prossimo target sono le regioni e i comuni. “Poche o pochissime regioni pubblicano i bilanci in formato aperto – spiega Alvino –. Se anche fossero disponibili, il problema con le regioni è che i bilanci non sono omogenei e quindi rimarrebbero difficili da usare e mettere a confronto. Questo almeno in attesa del 2015, quando entrerà in vigore l’armonizzazione dei bilanci”.