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Sisal: “Investire su una nuova cultura dei pagamenti elettronici per lo sviluppo dell’Italia”

Pubblicato il 23 Ott 2017

new digital payment

Entro gennaio arriverà la direttiva Ue sui servizi di pagamento Psd2 che promette una rivoluzione sul mercato ePayment, mentre gli ultimi dati degli osservatori del Politecnico di Milano rilevano una lenta ma costante affermazione dei pagamenti elettronici anche nelle abitudini degli italiani. In questo clima di grandi cambiamenti in corso e incombenti, è particolarmente opportuno dare la volata finale per rompere le ultime resistenze all’affermazione dell’e-payment. Ci crede, tra i pionieri in Italia, un’azienda italiana come Sisal che di recente ha confermato il proprio impegno e la propria visione con l’investimento da oltre 20 milioni di euro per l’innovazione tecnologica della rete dei servizi al cittadino. L’ha annunciato il ceo di Sisal Group, Emilio Petrone, durante l’EY Capri Digital Summit 2017 a ottobre.

«Essere oggi un’azienda che opera nel settore dei pagamenti digitali – ha dichiarato Petrone in un’intervista rilasciata ad Affari&Finanza del quotidiano la Repubblicasignifica avere un peso rilevante nella trasformazione digitale di un Paese. In virtù della capacità di rendere evidenti e concreti i benefici offerti dall’evoluzione tecnologica e di favorire una cultura digitale diffusa fra cittadini e imprese, l’e-payment è oggi incluso di diritto tra i driver fondamentali delle nuove economie 4.0. Per questo abbiamo stanziato investimenti pari a 20 milioni di euro in innovazione tecnologica, finalizzati a potenziare la nostra rete di servizi al cittadino offrendo una prossimità che si basa su una collaborazione strategica con una rete di esercizi commerciali costituita da tabacchi, edicole e bar che per noi sono partner importanti. Negli ultimi 8 anni, infatti, sono cresciuti i servizi ed è cresciuto il canale, che ha guadagnato 16mila ulteriori esercizi commerciali».

Questo è l’ultimo tassello di un percorso cominciato da lontano. Dal 2003, quando il gruppo ha sviluppato un business innovativo, basato un modello di pagamento ibrido, fisico/digitale. Questo ha portato nel 2016 un giro d’affari di 8,7 miliardi di euro, contro i 200 milioni del 2008. E vale oggi oltre il 50% del business di gruppo.

Negli ultimi otto anni ha lanciato un crescente numero di servizi e ha aggiunto 16 mila esercizi commerciali per arrivare a un totale di 40 mila punti vendita tra bar, edicole e tabaccherie. I servizi cashless permettono ai cittadini di pagare bollette e bollettini, ma anche di acquistare biglietti per eventi e manifestazioni.

I servizi di prossimità SisalPay sono cinquecento e coinvolgono 13,5 milioni consumatori con una movimentazione che supera i 200 milioni di transazioni l’anno.

Fondamentale poi e, ulteriore prova che Sisal è ormai ben piazzata sul mercato dei pagamenti digitali e il suo modello è incoraggiante, è l’accordo SisalPay-Agenzia per l’Italia Digitale nell’ambito del servizio PagoPA, che permette ancora una volta di scegliere la semplificazione e garantire la massima sicurezza relativa alla qualità delle transazioni.

L’idea di fondo è che Sisal, con l’affermazione di questo modello, si è ritagliato un ruolo unico e definito nella trasformazione digitale dell’Italia.

Il tutto per accompagnare un fenomeno più ampio, trascinato anche dalle disposizioni dell’Europa: la Psd2 introduce precise distinzioni delle categorie di prestatori di servizi di pagamento, degli obblighi e dei diritti di utenti e imprese, delle regole in materia di trasparenza dei servizi mentre sarà notevolmente ampliato l’ambito di applicazione delle nuove regole.

In generale l’Italia si sta muovendo nei pagamenti elettronici, come indicava il report pubblicato a marzo dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, confermato poi dai dati pubblicati a settembre dalla BCE.

Lo scorso anno i pagamenti elettronici con carta sono aumentati del 9% rispetto al 2015 per un valore di 190 miliardi di euro, pari al 24% dei consumi delle famiglie.

Gli acquisti online con carta di credito di beni e servizi e il pagamento di ricariche, bollette e tasse sono cresciuti del 14% e il mercato vale 18,7 miliardi di euro.

Dati in linea con quelli presentati appunto a settembre dalla BCE sullo stato di benessere dei sistemi finanziari europei nel 2016.

Stando a questo rapporto, nel 2016 le transazioni pro-capite sono state 50 in Italia con una crescita del 17% rispetto al 2015 ben al di sopra della media europea del 12%.

L’Italia è, però, ancora solo all’inizio di questo percorso che porterà verso l’affermazione dei servizi cashless. A incoraggiare il cammino sicuramente le innovazioni come i pagamenti contactless o quello per il car-sharing, i trasporti pubblici o i parcheggi che oggi permettono ai cittadini di pagare elettronicamente anche per importi piccoli. C’è da dire che anche le pubbliche amministrazioni si stanno muovendo bene e stanno incoraggiando il passaggio dai pagamenti cash a quelli digitali, come richiedono le nuove leggi, grazie a servizi come appunto il PagoPA che consente di pagare online tributi, multe, tasse, utenze… nell’ambito di un sistema più semplice che garantisce sicurezza e trasparenza.

Per tirare le somme, c’è da dire che la collaborazione strategica con una rete di esercizi commerciali potrebbe sicuramente essere una delle ricette che permetterebbero all’Italia di decollare nell’ePayment oltre alla necessità di cambiare anche una certa cultura italiana restia a rinunciare al contante a favore dei pagamenti digitali che invece assicurerebbero una maggiore trasparenza e tracciabilità, indispensabili nella lotta all’evasione.

È un obiettivo Paese dove molti attori possono giocare la propria parte, ognuno con la propria specificità.

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