È opinione ormai diffusa che le nuove ICT abbiano il potenziale di realizzare un nuovo modello di “Società 5.0” in grado di garantire il benessere dell’essere umano (human centered society), seguendo i principi di equità, sicurezza e sostenibilità.
Questa nuova visione progressista della società – che ha iniziato a delinearsi in Italia a partire dal 2020, con l’uscita di alcune pubblicazioni fondamentali, e si sta continuando a rafforzare come testimoniato da altri report usciti negli anni successivi – si basa su fondamenti solidi della psicologia umanistica e richiede una riflessione approfondita sui modelli esistenti di rappresentazione del benessere sociale, come quello della piramide dei bisogni di Maslow e il modello alternativo della sailboat di Kaufman.
Tuttavia, nonostante la loro validità teorica, questi modelli presentano alcune criticità e obiezioni statistiche che rendono necessario esplorare nuovi percorsi per il monitoraggio del benessere sociale.
In questo contesto emergono nuove sfide e prospettive legate allo sviluppo di touchpoint digitali con i cittadini, che richiedono un’attenta gestione per garantire efficacia ed equilibrio tra le esigenze dell’individuo e quelle della società nel suo insieme.
Approfondiamo perciò la tematica della rappresentazione del dato per il corretto monitoraggio del benessere sociale sostenibile.
Cosa differenzia la Società 5.0 dalle precedenti
Ciò che differenzia questa visione della società rispetto alle precedenti (1.0: società di cacciatori-raccoglitori, 2.0: società agraria, 3.0: società industriale, 4.0: società dell’informazione) è l’utilizzo delle tecnologie abilitanti (AI, big data, IoT) per garantire servizi rivolti alla popolazione più efficaci e centrati sulla persona. Attraverso l’interfacciamento del mondo reale con il mondo virtuale (realtà aumentata, realtà virtuale, digital twins, metaverso etc.), ogni persona (incluse le categorie più fragili come gli anziani, i diversamente abili etc.) potrà realizzare il proprio stile di vita e vivere in modo sicuro e sano.
La prospettiva umano-centrica adottata dal modello della Society 5.0 non è nuova nel contesto culturale italiano. Anche nel Rinascimento infatti ogni singolo individuo veniva visto come un soggetto unico in tutto il creato in grado di autodeterminarsi e di sviluppare i propri talenti (“homo faber ipsius fortunae” ovvero: “l’uomo è artefice della propria sorte”). Contrariamente agli scenari distopici che accompagnano il continuo rilascio di nuove tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale, sono in molti a ritenere che tali strumenti tecnologici potranno servire per valorizzare e non per annichilire le potenzialità di ogni singola persona, un traguardo che in ultima analisi si pone alla base della dignità dell’individuo (in linea con gli tutti i 17 obiettivi dell’Agenda O.N.U. 2030 per lo Sviluppo Sostenibile).
Occorre però prestare particolare attenzione nel definire delle linee guida e delle normative anche a valenza locale in grado di disciplinare ogni aspetto del loro utilizzo (etica, rispetto della privacy, sicurezza, trasparenza, accessibilità, usabilità). Altri presupposti fondamentali sono la continuità dei servizi informatici, che va assicurata potenziando le nuove reti di telecomunicazioni per adattarle ai nuovi servizi digitali destinati ai cittadini, la formazione della popolazione sull’utilizzo delle nuove tecnologie, attraverso l’attività dei facilitatori digitali, ed il miglioramento continuo dei livelli di usabilità e di accessibilità dei servizi digitali erogati.
Gli attori coinvolti nella Società 5.0
Alla base del paradigma della “Society 5.0” permane il principio della dialettica rinascimentale, intesa non più solamente come scambio di opinioni e informazioni, ma anche – in ambito informatico – di dati e di conoscenza. Al centro di questo scambio resta la fiducia nella collaborazione civile.
Gli attori coinvolti non saranno però costituiti solamente dai sistemi informatici e dai rispettivi utenti umani che caratterizzano il classico modello di sistema informativo, ma da tutti i portatori di interesse rientranti nei principali ecosistemi individuati da AgID (Sanità, Finanza Pubblica, Sviluppo e Sostenibilità, Giustizia, Beni Culturali e Turismo, Welfare, Scuola, Istruzione Superiore e Ricerca, Difesa Sicurezza e Soccorso – Legalità, Infrastruttura e Logistica – Mobilità, Comunicazioni, Agricoltura, L’Italia in Europa e nel Mondo). Tra gli attori coinvolti potrebbero rientrare in tempi brevi anche dei modelli di intelligenza artificiale.
Il modello della Society 5.0 per la gestione del benessere sociale
I dati relativi al benessere sociale sostenibile devono provenire non solo dal monitoraggio delle attività e dei fenomeni territoriali, ma dallo stesso cittadino, stabilendo con l’aiuto delle nuove ICT un nuovo canale di comunicazione bidirezionale con il territorio.
Per poter garantire la massima efficacia, la soluzione informatica per il monitoraggio del benessere sociale sostenibile deve però innanzitutto basarsi su un modello dati (schema) predisposto per monitorare adeguatamente l’oggetto dell’analisi. Va successivamente progettato, implementato e presentato con un’apposita campagna di comunicazione il servizio digitale per la raccolta dei dati. Infine vanno definite le tecniche di elaborazione dei dati per fornire un adeguato supporto ai decisori politici.
La psicologia umanistica fondata da Maslow e Rogers propone una visione dell’uomo come essere capace di realizzare i propri obiettivi e di soddisfare i propri bisogni. La psicologia umanistica individua nel bisogno di crescita e di affermazione le principali spinte di ogni comportamento umano e nel senso di autostima il presupposto fondamentale dell’equilibrio personale. Tale disciplina può fornire elementi utili per la definizione dello schema che rappresenta il benessere sociale sostenibile.
L’approccio della piramide dei bisogni di Maslow e le sue criticità
Un primo possibile modello di rappresentazione del benessere sociale tratto dalla psicologia umanistica è quello della piramide dei bisogni di Maslow[1]. Secondo questo modello il potenziale latente di ogni singolo individuo non può essere liberato se prima non si risolvono problematiche ambientali, di sicurezza, di inclusione sociale e di motivazione. Secondo la teoria della piramide dei bisogni non si può intervenire su un determinato livello di bisogni se prima non vengono soddisfatti quelli del livello precedente. Ad esempio la mente umana è impegnata a risolvere prima eventuali bisogni fisiologici non completamente soddisfatti (salubrità dell’aria e dell’acqua, qualità del sonno etc.) prima di passare a quelli del livello successivo riguardanti la sicurezza. Si devono poi soddisfare i bisogni di sicurezza (sicurezza delle infrastrutture, sicurezza del quartiere etc.) prima di pensare ai bisogni del livello successivo dell’inclusione sociale. Si devono soddisfare i bisogni di inclusione sociale (sentirsi integrati all’interno della comunità locale) prima di pensare a quelli della motivazione (relativi alla crescita professionale, alla partecipazione politica etc.).
Solo dopo aver soddisfatto i bisogni di natura motivazionale la mente umana può pensare finalmente all’autorealizzazione, permettendo all’individuo di fornire un contributo personale alla crescita della comunità locale. Intervenendo quindi sulle criticità riscontrate attraverso un questionario basato su tale modello, si può valorizzare la dignità di ogni singola persona. Nel rispetto del modello della piramide dei bisogni, ad ogni problematica segnalata può essere attribuito un “punteggio di Maslow” (pari a 1 se relativa ai bisogni fisiologici, 2 se relativa ai bisogni di sicurezza, 3 se relativa ai bisogni di inclusione sociale, 4 se relativa ai bisogni motivazionali, 5 se relativa ai bisogni di autostima). In questo modo è possibile ordinare per grado di importanza tutte le criticità segnalate dalla popolazione e monitorare nel tempo la media dei punteggi di Maslow registrati. Per ottimizzare l’usabilità di tale strumento informatico riducendo i tempi di compilazione, il questionario si può arrestare al livello della piramide di Maslow dove il cittadino ritiene di non sentirsi completamente soddisfatto.
Il modello della piramide di Maslow costituisce uno dei primi tentativi di rappresentare il benessere sociale e nel corso del tempo è stato oggetto di varie critiche[2], anche se alcuni autori sostengono che riesca a rappresentare adeguatamente i bisogni di una società come quella italiana affetta dal fenomeno della denatalità e dall’invecchiamento della popolazione[3].
Il modello alternativo della sailboat di Kaufman per il monitoraggio del benessere sociale
La teoria di Maslow è stata conseguentemente rivalutata[4] e sono stati ripresi alcuni ultimi lavori dell’autore. Il modello alternativo della sailboat di Kaufman [5] si basa proprio sugli ultimi scritti di Maslow (tra cui la sua “Theory-Z”), operando una distinzione tra i D-Needs, ovvero i bisogni legati alla mancanza – Deficiency – di qualcosa che costituiscono la chiglia della barca (bisogni fisiologici, di sicurezza, di inclusione sociale, di motivazione), ed i B-Needs, ovvero i bisogni legati alla crescita dell’essere umano – Being – che costituiscono la vela della barca. Contrariamente a quanto avviene nel modello della “piramide di Maslow”, non necessariamente si devono soddisfare per primi i D-Needs prima di esaudire i B-Needs. Il livello di soddisfazione dei D-Needs modifica però la percezione che ogni individuo ha del mondo, ed è fuori di dubbio che i B-Needs possano essere più facilmente appagati risolvendo in maniera efficace e completa i D-Needs.
Ogni persona matura nel tempo quindi un proprio profilo dei bisogni, dando più o meno importanza ad ogni livello di D-Needs e B-Needs. Anche in questo caso, ad ogni scheda raccolta può essere attribuito un “punteggio di Kaufman”, esprimibile attraverso una somma pesata di punteggi associati ai cinque livelli di bisogni presi in considerazione (bisogni fisiologici, di sicurezza, di inclusione sociale, di motivazione, di auto-attualizzazione). In questo modo continua ad essere possibile ordinare per grado di importanza tutte le criticità segnalate dalla popolazione. Per ottimizzare l’usabilità del form per la raccolta dati basato sul modello della sailboat riducendo i tempi di compilazione, il questionario può essere esteso aggiungendo nuovi quesiti in tutti quei livelli di bisogni dove il cittadino ritiene di non sentirsi completamente soddisfatto. La media dei punteggi di Kaufman costituisce una serie storica che rappresenta l’evoluzione dinamica del livello di benessere sociale della popolazione monitorata.
A cosa può servire la pubblicazione dei questionari
La mera pubblicazione di tali dati va incontro all’obbligo di trasparenza delle pubbliche amministrazioni locali, illustrando l’effetto che hanno nel tempo tutte le politiche attuate.
Tali questionari possono servire per raccogliere dati utili a monitorare l’efficacia:
- delle iniziative atte a contrastare la povertà (identificando le categorie di cittadini e residenti in condizioni di povertà assoluta),
- delle iniziative per tutelare il diritto alla salute (valutando l’efficacia e la copertura dei programmi di prevenzione e di promozione della salute),
- dei programmi di inclusione digitale e del sistema educativo (verificando che tutti abbiano la possibilità di accedere alle risorse educative online e ad adeguati programmi di formazione, a partire da quella per gli insegnanti),
- delle politiche per raggiungere la parità di genere (verificando l’adeguata sensibilizzazione sulle questioni di genere e individuando eventuali disparità di genere),
- delle strategie per garantire un sufficiente livello di approvvigionamento idrico (contribuendo a mantenere aggiornate le informazioni sulle reti idriche),
- delle politiche per promuovere l’energia sostenibile e la mobilità sostenibile (consentendo una migliore comprensione dei bisogni energetici e recependo i bisogni di nuovi punti di ricarica per veicoli elettrici o sistemi di bike-sharing),
- delle politiche per promuovere la crescita economica e duratura (raccogliendo dati sociali e demografici per indentificare trend e potenziali settori di crescita o relativi alla efficacia dell’offerta formativa e dell’infrastruttura tecnologica sul territorio),
- dei programmi di industrializzazione infrastrutture e innovazione (raccogliendo tutte le disponibilità di collaborazione con il settore privato presenti sul territorio e monitorando l’efficienza dei servizi pubblici a cominciare da quelli digitali),
- delle iniziative atte a ridurre le disuguaglianze (assicurandosi in primis che la digitalizzazione dei servizi pubblici sia inclusiva, monitorando varie forme di disuguaglianze e/o discriminazione, problemi di natura economica e/o lavorativa, problemi di digital divide),
- delle politiche di sostenibilità della città e delle comunità (raccogliendo informazioni riguardanti l’ambiente, il traffico, l’energia, i rifiuti, monitorando la qualità dell’aria e dell’acqua, monitorando la qualità dei trasporti),
- delle politiche per favorire consumi e produzione responsabili (raccogliendo dati sul fabbisogno energetico e le richieste di digitalizzazione dei servizi amministrativi),
- delle misure per la lotta ai cambiamenti climatici (raccogliendo i dati sulle emissioni di gas serra, consumo energetico, qualità dell’aria e altre variabili ambientali, sulla qualità dei trasporti pubblici e della gestione dei rifiuti per ridurre il conseguente impatto ambientale),
- delle politiche atte a preservare la vita marina e sulla terra (raccogliendo dati di inquinamento ambientale, sulla gestione delle risorse idriche dei rifiuti),
- delle iniziative per garantire pace giustizia e istituzioni solide (monitorando dati su eventuali attività criminali presenti sul territorio, permettendo di segnalare situazioni di pericolo per la sicurezza e monitorando la trasparenza amministrativa della PA locale).
Tutto questo anche per evidenziare possibili sperequazioni nella tutela dei diritti umani riconosciuti dall’ONU. Infine, raccogliendo dati riguardanti gli obiettivi di sostenibilità su cui la popolazione locale intende dare un proprio personale contributo e monitorando il progresso verso il raggiungimento dei precedenti obiettivi descritti, tale form può contribuire anche a raggiungere l’obiettivo di partnership obiettivi sostenibili.
Il modello della sailboat di Kaufman in particolare, rispetto a quello di Maslow, è interessante non solo per monitorare l’andamento del benessere sostenibile nel corso del tempo, ma anche per studiare l’evoluzione del profilo dei bisogni della popolazione sotto studio. Andando ad analizzare l’importanza che i compilatori del questionario attribuiscono alle varie dimensioni del benessere, si può ad esempio verificare se la sensibilità della popolazione per i problemi ambientali aumenta nel corso del tempo. Si può anche monitorare l’interesse mostrato nei confronti delle tematiche sociali. Si può in definitiva verificare il grado di raggiungimento di quello che Maslow e Kaufman definiscono “trascendenza”, ovvero il raggiungimento dei livelli più elevati, inclusivi ed olistici della coscienza umana.
Le obiezioni statistiche all’approccio dei modelli di Maslow e Kaufman
I ricercatori che si occupano di studi statistici potrebbero avanzare delle obiezioni a questo approccio. Seguendo il loro metodo di lavoro, andrebbe innanzitutto definito con maggiore precisione l’obiettivo dello studio e conseguentemente anche il target della popolazione da analizzare. Il metodo di monitoraggio del benessere sociale sostenibile presentato in questo articolo non ha certamente la pretesa di configurarsi come una classica indagine statistica atta a studiare un fenomeno che interessi solamente una parte della popolazione. Il questionario che si intende implementare va visto invece principalmente come un nuovo canale di ascolto del cittadino, una nuova fonte dati che permetta di fornire ai decisori politici ulteriori elementi per guidare i loro processi decisionali.
Lo scopo ultimo dei questionari basati sui modelli della psicologia umanistica presentati in questo primo articolo è quello di favorire il raggiungimento dell’empowerment del cittadino, permettendo di dare voce a tutti gli strati della popolazione, cominciando dalle fasce più deboli (immigrati, giovani, anziani etc.), e di rispondere alle esigenze sociali emergenti. Una democrazia può essere infatti considerata veramente empowerd quando consente a tutti i cittadini con il loro feedback di ridefinire ogni dimensione della società[6].
Un’altra critica potrebbe essere legata alla campagna di raccolta dati, la quale dovrebbe permettere di raggiungere una base statistica sufficiente a rappresentare il fenomeno sotto studio. Questo particolare aspetto verrà trattato nel prossimo articolo. Ovviamente il rilascio di un nuovo touchpoint col cittadino, come ogni altro servizio digitale, deve essere accompagnato da un’adeguata campagna informativa. Il nuovo touchpoint digitale con il cittadino deve inoltre rispettare le linee guida AgID sull’usabilità ed accessibilità dei servizi digitali e va reso accessibile in vari modi (ad es.: attraverso il motore di ricerca interno del portale della PA, attraverso un motore di ricerca esterno, mediante una soluzione di realtà aumentata etc.) e attraverso vari dispositivi (smartphone, tablet, pc etc.).
Un’ultima obiezione proveniente dal mondo della statistica può essere quella che qualsiasi sondaggio sul benessere può essere affetto sia da un bias di selezione, raccogliendo solo i dati delle persone insoddisfatte, o da bias di sottocopertura, escludendo alcune fasce della popolazione a causa della modalità di raccolta dati scelta o anche soltanto della scelta della lingua con la quale vengono presentati i quesiti. Per quanto riguarda il bias di selezione, entrambi i modelli di rappresentazione del benessere sociale che sono stati presentati in questo primo articolo risultano essere particolarmente robusti rispetto a questa tipologia di distorsione. Raramente infatti un individuo si dichiara completamente insoddisfatto rispetto a tutte le dimensioni del benessere individuate dai modelli della piramide di Maslow e della sailboat di Kaufman. Ne consegue che il livello di benessere registrato per ogni individuo è differente, ed è possibile seguire l’andamento della media del punteggio del benessere sociale registrato nel corso del tempo. Per il bias di sottocopertura valgono le considerazioni esposte in precedenza relativamente alle caratteristiche tecniche del touchpoint digitale col cittadino. Per mitigare gli effetti di questo bias si può ricorrere alle soluzioni atte a garantire l’equità (fairness) nella raccolta dati e nella successiva elaborazione[7]. A seguito di una prima analisi dei dati ci si può ad esempio accorgere che una fascia della popolazione non viene adeguatamente rappresentata dai dati raccolti. Vanno indagati i motivi di tale fenomeno ed eventualmente va aggiornata la campagna di presentazione del nuovo servizio digitale. Altri insight di tale studio possono invece suggerire di rivedere alcuni item del questionario per renderli maggiormente inclusivi.
Note
[1] Maslow AH. “Motivation and personality”. 2nd ed. New York: Harper & Row; 1970.
[2] Ahmad S. e Sakthivel P., “Maslow’s Hierarchy of Needs. Is still Relevant in the 21st Century.”, JLEP, 2022; Lomas J.C., “Climbing the Needs Pyramids”, SAGE, 2013,
[3] Yuanyuan Z. e Selvaratnam P., “Population Aging: On the Effectiveness Analysis of Social Policy under Maslow’s Hierarchy of Needs Theory”, IJSSHR, 2023.
[4] Yu T.T.F., “Sailing Away From the Pyramid: A Revised Visual Representation of Maslow’s Theory Z”, SAGE, 2022.
[5] Kaufman S.B., “Transcend – the new science of self-actualization”. 2nd ed.: Sheldon Press; 2022.
[6] Amerio P., “Il senso della sicurezza”, Unicopli, 1999.
[7] Giovanola B. e Tiribelli S., “Beyond bias and discrimination: redefining the AI ethics principle of fairness in healthcare machine-learnign algorithms”, AI & Society, Springer, 2023.