Spid, un’azienda utility vuole l’identità digitale ma non gliela fanno usare

Pubblichiamo una lettera che arriva da Aim Energy: sta provando da giugno a utilizzare Spid per migliorare i propri servizi agli utenti ma non riceve risposta da Agid. Il tutto mentre una delle lacune di Spid è proprio l’assenza di servizi di aziende private

Pubblicato il 27 Gen 2017

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Come permettere an un cliente di stipulare via WEB un contratto di fornitura GAS o EE fino alla sottoscrizione delle clausole e del consenso Privacy? Come sottoscrivere da casa un piano di rateazione di bollette insolute? Come gestire il backoffice di una Utility in modo completamente digitale?

Questi sono alcuni degli obiettivi di Aziende come AIM Energy srl che operano nel mercato della vendita GAS ed Energia che perseguono la ricerca di economicità ed efficienza dei processi di dialogo con il cliente, ma che hanno trovato da sempre un ostacolo difficile da superare: instaurare con il cliente un dialogo “on-line” con riconoscimento certo dell’interlocutore. Solo con questo “prerequisito” è possibile gestire la sottoscrizione da remoto di un documento con benefici evidenti per il cittadino-cliente, ma anche per l’erogatore dei servizi, soprattutto dal punto di vista della gestione documentale. Ma come fare? Che strumenti usare?

Abbiamo già scartato da tempo soluzioni non praticabili concretamente, come l’utilizzo di firme digitali, o altre di scarsa fruibilità od applicazione, come certificati digitali “privati” emessi direttamente dall’Azienda o il riconoscimento assistito da operatore via webcam.

Lo SPID pareva veramente una possibile concreta soluzione, e ne era la conferma il fatto che nel modello di realizzazione del sistema ci fosse cenno alla possibilità dell’utilizzo dei servizi di riconoscimento SPID da parte di imprese private e di soggetti erogatori di servizi pubblici, tramite specifica Convenzione. Per questo motivo all’inizio del 2016, subito dopo il varo dello SPID, AIM Energy chiese ad AgID di conoscere le modalità di adesione al Servizio. La risposta, arrivata a maggio, spiegò che lo SPID era per il momento un servizio dedicato alla PA e non per le imprese, e di “riprovare più tardi”. Una nuova richiesta inoltrata a novembre non ha ancora ricevuto risposta. Ora pare che questa bozza di Convezione ci sia, ma non sembra sia stata data l’opportuna informazione e pubblicità alle imprese. Anche questo non favorisce lo sviluppo della piattaforma che per crescere ed affermarsi ha sì bisogno di utenti ma soprattutto di erogatori di servizi. Occorre favorire questa offerta, agevolando l’accesso delle imprese al servizio, snellendo le procedure di adesione, senza perdere di vista il vero obiettivo da raggiungere e cioè la semplificazione.

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