L'annuncio

Sportello Unico e Agenzie per le imprese, al decollo le novità telematiche

Ad avere lo Sportello Unico per le Attività Produttive sono il 92,3 per cento dei Comuni italiani. Sviluppo economico procede per completare questo percorso e ad affiancarvi altri strumenti, con l’aiuto delle Regioni

Pubblicato il 03 Dic 2012

Giuseppe Tripoli

segretario generale di Unioncamere

tripoli-120420115744

Sono solo 621 i Comuni privi di Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP). Ad averlo è quindi il 92,3 per cento del totale. Risulta dalle prime stime (vedi tabella in fondo all’articolo) che possiamo fare su questo nuovo strumento. Non solo: il Ministero allo Sviluppo Economico sta per provvedere con un Commissario ad Acta per colmare questa piccola lacuna.

Sta lavorando anche per completare – in raccordo con le Regioni – l’iter autorizzatorio necessario all’avvio delle Agenzie per le imprese, organismi privati che, accreditati dal Ministero in base ai requisiti prescritti, saranno autorizzati ad accettare le SCIA e a rilasciare la dichiarazione che consente l’avvio immediato dell’attività e, nel caso di procedimenti più complessi, svolgere le funzioni di supporto ai SUAP.

L’intento è quello di chiudere quanto prima questa fase, per arrivare alla concreta operatività delle prime Agenzie per le Imprese per l’inizio del 2013. Peraltro, l’avvio delle Agenzie non condizionerà in alcun modo l’operatività dei SUAP telematici rappresentando le medesime uno strumento aggiuntivo e non sostitutivo.

Questi percorsi si inseriscono in un contesto che va compreso con attenzione. Il tema della semplificazione dei rapporti fra cittadini, imprese e pubblica amministrazione ha rappresentato nell’ultimo decennio un obiettivo prioritario dell’agenda politica. Ridurre gli adempimenti, semplificare gli iter amministrativi e introdurre meccanismi di semplificazione e liberalizzazione sono gli strumenti indispensabili per favorire l’affermarsi di un percorso innovativo.

Fondamentale, infatti, per lo sviluppo in ogni settore economico è una regolazione idonea a creare un ambiente favorevole alla crescita della competitività delle imprese, assumendo, quale precondizione, la libertà di accesso nel mercato. Devono perciò determinarsi le condizioni per un mercato nel quale l’iniziativa economica sia garantita nel rispetto di regole certe, non fondate su obiettivi precostituiti e rispondenti alle esigenze del Paese.

Ciò significa che occorre porre in campo tutti i mezzi per garantire, con il necessario equilibrio, pari opportunità di iniziativa economica: lo sviluppo competitivo, infatti, non va solo a vantaggio delle imprese, ma anche – e soprattutto – dell’intera collettività, perché favorisce la crescita, gli investimenti e l’occupazione.

Le strategie, gli interventi e le modalità da utilizzare per lo sviluppo delle opportunità di impresa devono tener conto, tuttavia, dell’attuale assetto delle competenze istituzionali, caratterizzato da una situazione in cui i livelli di governo e i poteri decisionali sono molteplici. Sulla base di tale consapevolezza, lo sforzo maggiore è stato indirizzato verso la telematizzazione del rapporto tra imprese e pubblica amministrazione, riferito a tutti i livelli di governo, il quale garantisce rapporti chiari, tempi certi, regole uniformi, in via assolutamente prioritaria, i meccanismi di terzietà e neutralità che le imprese rivendicano da tempo.

Ciò ha inevitabilmente comportato una costante opera di revisione normativa, strumentale alla delegificazione, e la contestuale introduzione, in un’ottica necessariamente di medio periodo, della telematica.

Si è attuata la logica delle riforme step by step, con il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti e, in particolare, di quelli in grado di dare il proprio positivo contributo in termini di esperienze, di concreta semplificazione e di uso pervasivo di tecnologie ICT.

In tal senso, la serie di processi di semplificazione avviati si è tradotto in un set di norme e strumenti, caratterizzati da logica condivisa, secondo la quale qualsiasi telematizzazione o digitalizzazione è inutile senza una forte semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese.

A riprova, basti richiamare la previsione della diffusione dell’applicabilità della Segnalazione Certificata di Inizio di Attività (SCIA), attraverso la quale si è provveduto, per la quasi totalità delle attività commerciali, artigianali e di servizi, alla semplificazione del meccanismo attraverso cui si legittima l’impresa ad intraprendere l’attività oggetto della segnalazione. Grazie alla SCIA, infatti, l’attività può essere iniziata contestualmente alla presentazione all’amministrazione competente.

In tale contesto assume rilievo la riforma dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) attuata con il D.P.R. n.160 del 2010, che ne ha semplificato e riordinato la disciplina, ne ha individuato il ruolo di canale unico tra impresa ed amministrazione e, per eliminare ripetizioni istruttorie e documentali, ha previsto l’introduzione dell’esclusivo utilizzo degli strumenti telematici, per tutte le fasi del procedimento e per tutti i rapporti tra le amministrazioni coinvolte, garantendo semplificazione e certezza dei tempi.

Del resto, la precedente normativa in materia di Sportello Unico, risalente al 1998, non aveva trovato piena attuazione sul territorio nazionale: gli sportelli unici non risultavano informatizzati, si limitavano a gestire documenti cartacei e non garantivano una tempistica affidabile sui termini di conclusione dei procedimenti.

La riforma della disciplina del SUAP ha inteso essere funzionale non solo al disegno di semplificazione di assetti procedimentali e organizzativi, ma anche a quello di promozione e rilancio del sistema produttivo, contribuendo ad alleggerire le fasi connesse alla realizzazione o modificazione dell’attività d’impresa.

Il nuovo impianto normativo esige che le domande e tutte le comunicazioni concernenti le attività, ivi compresi gli elaborati tecnici e gli allegati, siano presentati, esclusivamente in modalità telematica, al SUAP che provvede all’inoltro telematico alle altre amministrazioni coinvolte, assicurando al richiedente una risposta telematica unica e tempestiva in luogo di tutti gli uffici.

I SUAP per operare devono essere accreditati dal Ministero dello Sviluppo Economico che valuta i requisiti prescritti. Qualora si verifichi la mancata costituzione dello Sportello Unico o la sua non rispondenza ai criteri di funzionalità previsti, l’esercizio delle funzioni relative alla gestione del medesimo è svolto dalla Camera di commercio territorialmente competente, sulla base di una convenzione-quadro definita a livello nazionale. Non solo, nel caso in cui i Comuni non siano in grado di avere un SUAP operante, un’apposita norma ha previsto la nomina di un commissario ad acta i cui ambiti di operatività sono stati stabiliti con apposito decreto interministeriale.

E’ evidente che l’impianto normativo ha obiettivi che presuppongono un sistema in grado di operare con il massimo dell’efficienza e dell’efficacia. E’ evidente, altresì, che il percorso per realizzarlo non può che scontare difficoltà evidenti correlate in via prioritaria al ruolo innovativo che intende realizzare.

La consapevolezza delle difficoltà operative però, non deve e non può giustificare giudizi affrettati sull’impianto complessivo. Pur in presenza di alcune problematiche, effettivamente non completamente risolte, i dati generali sono positivi.

Ad un anno e mezzo dalla data di entrata in vigore del procedimento automatizzato, relativo alla presentazione delle Segnalazioni certificate di inizio d’attività (SCIA), si è in grado di esporre i dati e le prime valutazioni oggettive sul conseguimento degli obiettivi.

Rispetto agli 8092 Comuni, quelli accreditati presso il Ministero sono 4.933, pari al 60% del totale; i Comuni che pur risultando accreditati operano in convenzione con la Camera di Commercio (CCIAA), ossia che utilizzano gli strumenti digitali predisposti per i Comuni in delega, sono 241, mentre quelli che hanno delegato la CCIAA competente per territorio sono 2.538, pari al 31% del totale.

Nel primo insieme di Comuni opera circa il 73% del totale delle imprese, mentre la percentuale di imprese che interloquisce con un SUAP in delega alla CCIAA si aggira intorno al 19%.

Ne consegue, che il totale dei Comuni che hanno accreditato il proprio SUAP è pari al 92,3%.

I Comuni ancora inerti, ossia né accreditati in proprio né operativi tramite le Camere di commercio, sono 621, ma si tratta di Comuni di piccole dimensioni presso i quali operano meno dell’8% delle imprese italiane. Come già accennato, in quest’ultimi a breve opererà un Commissario ad acta al fine di risolvere eventuali problemi e rendere le funzioni telematiche operative.

Attualmente, quindi, nel caso dei SUAP camerali i livelli di servizio e di operatività sono uniformi su tutto il territorio nazionale, i procedimenti soggetti a SCIA funzionano e si riesce a gestire anche il sistema dei pagamenti che ancora crea i maggiori problemi nei Comuni che operano autonomamente. In taluni casi i SUAP camerali riescono anche ad operare efficacemente nella gestione dei procedimenti ordinari che risultano più complessi. Potrebbe, quindi, essere valutata la scelta di far supportare dalle Camere di commercio gli sportelli dei Comuni per i quali esiste ancora una insufficiente o addirittura inesistente capacità di operare telematicamente.

E’ evidente e consegue da quanto delineato che il sistema voluto dal legislatore è complesso. La convinzione, però, del rilievo che assume per favorire un percorso innovativo a tutela dello sviluppo del sistema economico giustifica gli sforzi in atto.

Chi aveva dubitato della realizzazione può iniziare a ricredersi in quanto è ormai accertato che le difficoltà attuali sono correlate, esclusivamente, ad un processo di telematizzazione che, dovendo investire l’intero territorio nazionale, non può non presentarsi obiettivamente complesso e articolato.

REGIONE

tot. Comuni

COMUNI ACCREDITATI

di cui in CONVENZIONE con CCIAA [ A ]

COMUNI IN DELEGA [ B ]

Copertura territoriale

Comuni con pagamenti online attivati [ 3 ]

ABRUZZO

305

210

1

69

91,5%

3

BASILICATA

131

21

0

105

96,2%

0

CALABRIA

409

131

0

169

73,3%

1

CAMPANIA

551

247

11

276

94,9%

3

EMILIA ROMAGNA

348

348

0

0

100,0%

0

FRIULI VENEZIA GIULIA

218

133

12

69

92,7%

1

LAZIO

378

228

1

121

92,3%

5

LIGURIA

235

47

0

174

94,0%

2

LOMBARDIA

1.544

1055

114

474

99,0%

17

MARCHE

239

227

0

12

100,0%

0

MOLISE

136

64

0

65

94,9%

2

PIEMONTE

1.206

853

39

332

98,3%

4

PUGLIA

258

109

19

105

82,9%

0

SARDEGNA

377

342

0

0

90,7%

0

SICILIA

390

147

0

140

73,6%

1

TOSCANA

287

287

0

0

100,0%

0

TRENTINO ALTO-ADIGE

333

161

0

5

49,8%

3

UMBRIA

92

91

0

0

98,9%

0

VALLE D’AOSTA

74

74

0

0

100,0%

0

VENETO

581

158

44

422

99,8%

28

TOTALE MESE IN CORSO

8.092

4.933

241

2.538

92,3%

70

DIFFERENZA SU MESE PRECEDENTE

17

6

18

91,9%

64

INCREMENTO % SU MESE PRECEDENTE

0,3%

2,6%

0,7%

0,4%

9,4%

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati