«Le Regioni diventeranno le responsabili dell’ICT pubblico e quindi si faranno portatrici di accentramento di servizi e infrastrutture per la PA» con queste parole Agostino Ragosa, direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, ha recentemente sottolineato quale sia la strada da seguire per digitalizzare e innovare la Pubblica Amministrazione. Un percorso che porterà alla nascita dei primi datacenter nazionali per l’ICT nella PA (circa due per regione rispetto ai 4-5mila CED attualmente sparsi sul territorio) e che alcuni Enti hanno già deciso di intraprendere.
È il caso della Regione Toscana e di TIX (Tuscany Internet eXchange), progetto sperimentale nato nel 2002, volto a creare un centro servizi e centro tecnico di supporto per gli oltre 400 soggetti pubblici che costituiscono la Rete Telematica Regionale Toscana, oltre che un punto di interscambio tra le reti degli operatori Internet commerciali (Internet Service Provider) e le reti della Pubblica Amministrazione. Si tratta di un sistema organizzato di servizi di connettività e supporto (data center), reperiti sul mercato, di accertato e controllato livello di qualità, destinati al sistema della PA. Il TIX permette l’interconnessione “diretta” tra gli Operatori Pubblici di Connettività del territorio, permettendo di risparmiare sul costo del traffico, e garantisce ai soggetti aderenti di poter disporre di un nodo cruciale del Sistema Pubblico di Connettività. Il TIX, inoltre, fornisce il supporto tecnico al “Centro di Competenza”, che è l’organo di governance chiamato a garantire il rispetto dei livelli di qualità di connettività della PA stabiliti dalla Regione Toscana nel quadro del sistema nazionale.
Nel 2011, a scadenza del precedente appalto e forte di un’esperienza quasi decennale, è nato il TIX 2.0. Con l’evoluzione del progetto la Regione, ricorrendo al cloud computing, ha creato un data center in grado di fornire servizi a tutta la PA toscana, in grado di offrire una soluzione di stabilità, centralità tecnologica e innovazione nella gestione delle infrastrutture e dei servizi telematici a supporto dei processi di semplificazione e razionalizzazione delle relazioni fra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione. In particolare, il TIX rappresenta il primo data center pubblico su tutto il territorio italiano in grado di ospitare i servizi per tutta la PA Toscana e per tutto il mondo sanitario in logica cloud. Una recente delibera regionale, infatti, ha identificato nel TIX il luogo di integrazione e di razionalizzazione di tutti i servizi sanitari in un’ottica di ottimizzazione e risparmio. Con la realizzazione del nuovo TIX la Regione Toscana ha raggiunto l’obiettivo principale di realizzare un sistema orientato alla soddisfazione dei propri stakeholder, implementando una logica XaaS (as-a-Service), in grado di creare un solido ponte tra la gestione della fornitura e quella della domanda di ICT degli Enti.
Nel panorama italiano il caso toscano rappresenta certamente un’eccellenza. La Regione non offre solo un’infrastruttura, ma si è anche preoccupata di individuare una governance, in grado di garantire il rispetto dei livelli di qualità di connettività della PA, oltre che di identificare strategie capaci di attrarre e promuovere l’uso dei servizi regionali da parte degli Enti presenti sul territorio. Quello della Toscana, quindi, si configura come un esempio di successo, capace di superare la diffidenza della Pubblica Amministrazione nei confronti del cloud computing. Secondo una recente ricerca condotta dall’Osservatorio eGovernment del Politecnico di Milano, infatti, quasi due terzi tra Province e Regioni, Enti quindi maggiormente strutturati e con un livello di informatizzazione più elevato, considerano la normativa apparentemente ancora non pronta; più della metà Comuni al di sopra dei 120mila abitanti vuole difendere gli investimenti pregressi in termini di soluzioni attualmente in uso e di competenze acquisite (57%). A preoccupare i Comuni di piccole e medie dimensioni, invece, è l’aspetto tecnologico: gli Enti tra i 40mila e i 120mila abitanti temono principalmente (40%) un’eventuale discontinuità dell’erogazione del servizio, legata anche all’inadeguatezza delle infrastrutture di rete (40%), vero e proprio tallone d’Achille per i Comuni sotto i 40mila abitanti che vedono nelle loro infrastrutture l’ostacolo principale (31%.)
La funzione di accentramento di servizi e infrastrutture per la PA avviata dalla Toscana non si ferma al cloud. La Regione, infatti, ha anche sviluppato un’infrastruttura di interoperabilità e cooperazione applicativa per tutti gli Enti del territorio. Si tratta di CART (Cooperazione Applicativa Regionale Toscana) che, basandosi su un componente centrale, il CRIC (Centro Regionale per l’Interoperabilità e la Cooperazione), aggregare in un’unica struttura tecnica i servizi infrastrutturali di comune interesse, garantendo così benefici sia in termini di qualità dei servizi erogati che delle economie di scala che si riescono ad ottenere.
Il successo dalla Regione Toscana ha radici profonde, un percorso lungo un decennio che ha portato l’Ente a sviluppare e consolidare un’infrastruttura e dei protocolli oggi operativi e rodati. La Toscana, quindi, si configura come un riferimento a livello nazionale, un esempio virtuoso esportabile in altri contesti regionali o preso a modello per altri modelli di governance a livello nazionale. Una soluzione di questo tipo, infatti, non solo agevola tutte le PA, soprattutto quelle più piccole, come visto difficilmente preparate, sia dal punto di vista economico sia di competenze interne, ma favorisce, anche investimenti di privati nel lungo periodo grazie alle sue prospettive di sviluppo e al vasto impatto dal punto di vista territoriale.