Il Programma Pluriennale 2019-2021 della Regione Piemonte è un documento di indirizzo strategico ed economico che declina operativamente la transizione al digitale coordinandone le attività che provengono da fonti di finanziamento regionali, nazionali e comunitarie – tutte stanziate in sinergia per il raggiungimento degli obiettivi nazionali fissati dalla strategia Crescita Digitale.
Costruzione e obiettivi del Programma triennale
La costruzione di un Programma Triennale per sostenere e accompagnare il processo di evoluzione digitale della Regione Piemonte è un lavoro importante e di programmazione, che coordina gli sforzi del territorio con quelli nazionali.
L’obiettivo è mettere a frutto gli investimenti, potenziare le risorse già allocate e progettare per il futuro, realizzando la visione tecnologica del sistema Regione.
Navigare verso l’obiettivo di una Regione digitale vuol dire mettere in cantiere nuove idee e mantenere efficienti quelle che già esistono. Il Piemonte ha una lunga storia di crescita digitale e importanti investimenti alle spalle, che danno un quadro economico della dimensione raggiunta oggi dal Sistema Informativo-SIRe– piemontese, stimato in oltre 200 milioni di euro (fonte: Bilancio 2018 della Regione Piemonte).
Nel contesto merita attenzione l’aspetto infrastrutturale, gestito dal CSI-Piemonte, attore in sinergia con gli altri Enti consorziati (tra cui la Città di Torino, la Città Metropolitana di Torino, parte delle Aziende sanitarie) e valore aggiunto, in termini di scalabilità e di messa a fattor comune degli investimenti.
Lo scenario complessivo
Prima di entrare nel vivo del Piano è utile dare uno sguardo allo scenario complessivo dove si colloca. Partiamo da punti fermi e ben definiti a livello nazionale: il “Piano nazionale Banda Ultra Larga” , la “Strategia per la Crescita Digitale 2014-2020” e il documento del “Piano Triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2017 – 2019” predisposto da Agid ed approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel maggio 2017.
Azioni queste che forniscono non solo gli indirizzi di carattere generale per le Amministrazioni chiamate a definire la propria strategia di innovazione, ma anche il modello logico attraverso il quale esprimere una tassonomia comune ed una comparabilità del disegno di evoluzione del sistema informativo pubblico, degli obiettivi e della spesa a tutti i livelli.
Un Piano per il territorio
Da un punto di vista concreto l’azione della Regione intende dispiegarsi sia come intermediario organizzativo e tecnologico nell’adozione delle piattaforme di servizi rese disponibili a livello nazionale, si pensi agli esempi di SPID e di PagoPA e sia nella messa a disposizione di servizi di piattaforme regionali che mettano a fattor comune gli investimenti che l’Amministrazione ha già adottato per l’evoluzione del proprio sistema informativo (ad esempio per l’adozione del paradigma Cloud e dei Big Data).
Il Piano così come costruito, pone enfasi sulla necessità continua di un confronto con le Amministrazioni locali per rendere disponibili a cittadini e imprese i servizi in modo omogeneo sul territorio, perché un servizio diventa tale quando diventa semplice da usare ed è a disposizione di tutti.
Qui sta la volontà di costruire un Piano anche per il territorio e non solo per una Regione fatta di uffici. Volendo sintetizzare possiamo, a buon titolo, dire che il nostro lavoro è sulla strada e stiamo andando dal centro verso la periferia declinando principi e strategia in modo coordinato e all’unisono con le politiche nazionali.
La stesura del piano
La stesura del Piano ha visto la regia del Settore Sistemi informativi, che si è fatto collettore delle esigenze di tutte le Direzioni regionali e come attori sulla scena i referenti informatici. Figure professionali cresciute negli anni e dedicate a monitorare, suggerire e verificare le politiche digitali messe in cantiere. Persone formate sia nell’aspetto tecnico che organizzativo, che collaborano attivamente con il settore informatica.
Il modus operandi è stato ascoltare, verificare per trovare le soluzioni esatte. Non sempre l’obiettivo è stato centrato al primo colpo, tuttavia l’ intento del Piano vuole anche essere quello di avviare in tutte le strutture una cultura e un metodo di pianificazione che permettesse di superare, nella maggior parte dei casi, il criterio dell’urgenza.
Entriamo nel vivo, diamo uno sguardo al lavoro, per scoprire che il documento offre una rappresentazione a partire dai risultati di alto livello, fino a determinare le iniziative puntuali, i tempi e le risorse.
Sette capitoli che partono raccontando il contesto digitale regionale nel più ampio quadro europeo e nazionale, per atterrare nel vivo delle strategie di evoluzione del SIRe e delle sue priorità strategiche per l’ICT in Piemonte. Priorità che troviamo espresse in forma di scheda e approfondite con indicatori di risultato, di fabbisogno economico previsto e di tempi di realizzazione nel triennio. Uno spazio rilevante ha il rapporto con i soggetti esterni che partecipano la realizzazione del Programma, con un focus sulla collaborazione interregionale e sul supporto dei soggetti in house della Regione. Insomma, un lavoro completo dalla A di Agenda digitale alla Z di Zone digitali del territorio.
Sono le relazioni che collegano le Traiettorie alle Priorità, e queste alle Iniziative, che si sostanzia il metodo che si è inteso seguire nella definizione della programmazione, per portare la Regione dentro azioni concrete e realizzabili. A questo percorso si affiancano le condizioni organizzative, di governo e infine anche tecnologiche che rendono possibile la gestione complessiva della Transizione al digitale, espressione che riassume in una parola l’obiettivo del Programma.