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Il patto pubblico-privato per fare l’Italia digitale: ecco da dove partire

La trasformazione digitale è la via per la crescita economica e la competitività. Un processo che investe dalle fondamenta ruolo e organizzazione della PA nelle sue diverse articolazioni e che pone sfide importanti anche alle imprese. Ecco cosa serve per uscire dal guado

Pubblicato il 19 Lug 2018

Alberto Tripi

Presidente Comitato Studi e Indirizzi strategici Anitec-Assinform e Presidente Almaviva

data flow

Abbiamo un gap di 25 miliardi di euro rispetto all’Europa sul mercato digitale. La domanda che dobbiamo rivolgerci come Paese – quella necessaria a scegliere le priorità, ad indirizzare le azioni, a realizzare gli obiettivi – è come colmare questo ritardo, con l’impegno sinergico di pubblico e privato. Considerato che tutto il mondo sta puntando sul digital change per sostenere la crescita e rilanciare lo sviluppo competitivo.

Innovare nella PA, le priorità

La fase di trasformazione che stiamo attraversando investe dalle fondamenta ruolo e organizzazione della PA nelle sue diverse articolazioni. Se storicamente l’informatica era focalizzata sul miglioramento dei processi interni, lo sviluppo digitale “abilita” pienamente la centralità del cittadino, fondata su obiettivi di efficienza e semplificazione, trasparenza e inclusione.

Di seguito, alcuni tra i punti da segnalare come urgenti, anche in relazione ai principi generali annunciati dagli esponenti del nuovo Governo.

  • Innovazione al servizio delle persone significa soluzioni concrete per l’accesso in presa diretta e integrato al sistema pubblico per cittadini e imprese.
  • Accelerazione dei tempi e andamento scandito delle gare pubbliche, perché i tempi lunghi o incerti delle assegnazioni perdono il passo del cambiamento, rallentano l’innovazione e producono prodotti già obsoleti.
  • Valorizzare esperienza e competenze made in Italy. Il know how maturato dalle imprese italiane nei settori dell’innovazione e delle nuove tecnologie rappresenta un patrimonio importante, una risorsa di valore che può fare la differenza in un contesto competitivo regolato da sistemi di valutazione aggiornati e orientati alla qualità, piuttosto che schiacciati sulla componente del prezzo.

Innovazione nel privato, i nodi critici

Guardando al mondo economico, la dimensione cruciale della sfida passa per la reale capacità delle imprese di farsi soggetto attivo della trasformazione digitale.

Significa affrontare i nodi critici dello sviluppo divergente dei territori, del deficit di competenze diffuse, di una cooperazione operativa a geometria variabile.

Vuol dire impostare la crescita su un modello di innovazione aperta, capace di comprendere le caratteristiche del tessuto produttivo e l’integrazione dei sistemi territoriali.

L’idea di creare una rete efficiente di digital hub rappresenta un progetto coerente con questa sfida, mettendo insieme le risposte ad una duplice esigenza. Da un lato, quella di piccole e medie aziende, non solo manifatturiere, pronte ma non attrezzate a sviluppare soluzioni fondate sui trend tecnologici più avanzati. Dall’altro, quella di promuovere l’apporto innovativo di realtà aziendali più consolidate – che si parli di cloud, cyber security o di big data analitycs – per valorizzare vocazioni e abilitare competenze locali. Anche noi, come Gruppo Almaviva, abbiamo in corso esperienze in questa direzione, con l’obiettivo di costruire ponti per riversare know how nelle pmi territoriali, attraverso il supporto del territorio stesso.

Il necessario ruolo di indirizzo delle istituzioni

Ma qui, anche qui, entra il necessario ruolo di indirizzo delle Istituzioni, l’iniziativa del Governo. Per esempio, nell’ambito di Impresa 4.0, il valore da dare alle misure di incentivazione per i servizi legati al processo di ammodernamento tecnologico in manifattura.

Per tirare l’Italia fuori dal guado va attivata, oggi non domani, la responsabilità e la collaborazione di tutti i soggetti in campo, economici, sociali, istituzionali, ognuno per la sua parte. E occorre dare corpo ad un programma di politiche digitali che abbia impatto sostanziale, oggi non domani, sui settori chiave dell’economia del nostro Paese. Accompagnato da una vera e propria “missione competenze”, per orientare la formazione di profili professionali adeguati ad interpretare il nuovo scenario.

Il digitale per rilanciare il turismo

Mi riferisco, uno per tutti, al significato delle soluzioni digitali per rilanciare il valore dell’offerta turistica italiana. Informazioni, ospitalità, servizi, assistenza, sicurezza. Una piattaforma Turismo integrata, accessibile, modulabile sulle esigenze di ogni visitatore. Una chiave per proporre e raccontare l’Italia attraverso contenuti, modalità e percorsi innovativi capaci di aprire, a loro volta, nuove opportunità di crescita e occupazione.

In questo senso, penso a quanto accade nel settore dei trasporti. Un mercato che vede Almaviva impegnata da molti anni sulla qualità dell’innovazione, dove le aziende vanno sviluppando piattaforme per pacchetti integrati, abilitati dal digitale, che ampliano l’esperienza di viaggio associando la programmazione degli spostamenti a un ventaglio di servizi diversi e personalizzati.

Le nuove frontiere del digitale

Ho seguito nel tempo l’evoluzione dell’informatica, la sua capacità di rigenerazione, l’ingresso progressivo in tutti campi della vita associata. Non a caso, nel pieno di una trasformazione epocale, Almaviva ha scelto Digitale Assoluto quale sintesi essenziale della sua missione e payoff e nel nuovo sito di Gruppo.

Anche un’azienda che nasce dall’informatica classica, come Almaviva sa di doversi spingere verso le frontiere più avanzate del digitale. E per farlo ha bisogno di investire. La stessa ambizione deve adesso animare il nostro Paese nella sua interezza e in tutte le sue parti vitali. C’è da fare, insomma, e molto, per agire sia nel pubblico che nel privato, come sulle leve di una reciproca, virtuosa collaborazione.

Quest’articolo è parte di un’attività editoriale congiunta che Agendadigitale.eu sta sviluppando con Almaviva e altri protagonisti dell’innovazione in Italia, sull’importanza della trasformazione digitale e su come promuoverla con azioni pubbliche e private

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