servizi pubblici digitali

Una PA più efficiente con l’intelligenza artificiale: strategie e soluzioni innovative



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L’IA generativa potrebbe risolvere i problemi endemici della Pubblica Amministrazione italiana, sburocratizzando tempi e procedure. Dalla cooperazione internazionale ai toolkit standardizzati, l’evoluzione digitale è in corso. Tuttavia, mancanza di forza lavoro qualificata e infrastrutture adeguate rimangono ostacoli significativi. La strategia italiana per l’IA punta a realizzare 400 progetti entro il 2026

Pubblicato il 2 ott 2024

Simona Romiti

Change agent Senior Advisor in Programmi ed ecosistemi europei



pubblica amministrazione (1) falso documentale

È possibile affidare all’IA generativa la soluzione dei problemi endemici della PA italiana? La sburocratizzazione del tempo e delle procedure, o dei provvedimenti amministrativi, può essere risolta attraverso lo sviluppo e l’applicazione di kit di servizi con standard omologati? L’intelligenza artificiale può aiutare gli enti locali a monitorare le esigenze dei cittadini e a mettere in opera interventi ad hoc, flessibili?

Ripercorrendo le principali tappe degli ultimi mesi, dal G7 di Trento a quello a guida canadese, è possibile verificare che il processo di design e di costruzione delle infrastrutture e dei modelli che erogano i servizi pubblici, è in piena fase evolutiva.

IA e PA: una trasformazione equa e incentrata sull’uomo

A livello internazionale, l’interesse dei governi è focalizzato sulla realizzazione di una trasformazione digitale equa e incentrata sull’uomo: da un lato fervono le proposte legislative atte a mitigare i rischi legati alla violazione della privacy nell’uso dei dati, dall’altro, diverse piattaforme ministeriali si sono concentrate sullo sviluppo servizi di IA capaci di aumentare la produttività del pubblico, stabilendo una relazione alla pari tra tecnologia e PA.

Già nel forum tenuto a Trento, marzo 2024, i paesi più industrializzati del mondo hanno riconosciuto il bisogno di garantire che gli enti, presumibilmente di livello nazionale, siano equipaggiati per distribuire, in piena autonomia gestionale, i servizi pubblici di IA. Nelle premesse delle raccomandazioni, i ministri hanno riportato un’analisi dei punti di forza e di debolezza dell’ecosistema transnazionale della PA. È stato assunto che il lavoro di cooperazione tra stati debba basarsi su termini, definizioni e standard comuni, tali da supportare l’interoperabilità delle giurisdizioni e una valutazione dei risultati su metriche condivise. È risultato altrettanto evidente che la mancanza di forza lavoro qualificata, unitamente al gap di infrastrutture digitali pubbliche 5.0, di fatto costituiscono un ostacolo a una distribuzione equa di servizi pubblici sicuri e inclusivi.

Un toolkit comune di servizi pubblici basati sull’IA

Per superare tali barriere, i paesi del G7 confidano, perché lo sviluppo è in fase di indagine, nell’adozione di un toolkit comune di servizi pubblici basati sulla tecnologia di intelligenza artificiale, capace di tradurre, da un lato i 5 principi della Raccomandazione OCSE 2024 in politiche attuative; dall’altro, verificare la capacità di tali sistemi di produrre ed erogare servizi appropriati per la PA, individuare le figure professionali e le competenze utili per costruire e rendere funzionali le infrastrutture pubbliche digitali, supportare i funzionari della PA nell’uso delle applicazioni di IA.

L’adozione del Toolkit per l’IA è stata ripresa nella dichiarazione del 50° vertice del G7, tenuto a Borgo Egnazia dal 13 al 15 giugno.

La validità e la sostenibilità del toolkit fa affidamento ai lavori di follow up al G7 operati dall’OCSE. Propedeutico a tale attività è il monitoraggio, avviato dall’ OCSE stessa, nel mese di luglio, idoneo valutare se e come i sistemi avanzati di IA, sviluppati dalle organizzazioni dei paesi del G7, sono conformi con il Codice di Condotta internazionale adottato in seno al Processo di Hiroshima.

Gli indicatori Readness Assessment Methodology

Un altro strumento, finanziato dalla DG Reform della Commissione europea, è il Readness Assessment Methodology – RAM. Si tratta di un set di indicatori qualitativi e quantitativi utili a ciascun paese per valutare il grado di preparazione per implementare l’IA in modo etico e responsabile per tutti i cittadini e verificare, allo stesso tempo, quali interventi legislativi e amministrativi sono necessari per garantire il rispetto di tali valori. Il RAM propone tra gli indicatori di rilevazione le competenze digitali degli impiegati della PA.

La PA nel contesto della Strategia italiana per l’intelligenza artificiale

Dentro questa cornice, il nostro paese ha aggiornato la propria Strategia per l’Intelligenza Artificiale e la Pubblica Amministrazione costituisce una delle 4 macro-aree; deliberato il Piano triennale per la digitalizzazione della PA 2024-2026, e, in ultimo, prosegue l’iter di approvazione del disegno di legge n. 1146 sull’IA. Strategia e Piano triennale hanno posto come outcome la realizzazione di almeno 400 progetti di IA per la PA entro il 2026.

La Strategia esamina le debolezze delle PA italiana e si propone come quadro di intervento integrato, dove infrastruttura e persona costituiscono i due punti focali.

Gli obiettivi generali sono abbastanza popolari: supportare la PA e favorire la fruizione dei servizi della PA. Le azioni strategiche, complessivamente 6, mirano invece a definire linee guida sulle metodologie di adozione e la realizzazione di sistemi di IA nella Pa, per procedure di procurement, in particolare per le gare di appalto o gli accordi quadro, sui processi di interazione tra PA e cittadino e tra PA e imprese; per efficientare i procedimenti amministrativi; l’istituzione di un Dipartimento nella Scuola Nazionale di amministrazione per aggiornare le competenze e le conoscenze del personale in servizio.

Il registro nazionale dei dataset e dei modelli di soluzioni di IA

Tra i principali strumenti abilitanti, una forte enfasi è stata attribuita al registro nazionale dei dataset e dei modelli di soluzioni di IA: l’aspettativa è che attraverso i registri si possa arrivare alla creazione di pratiche standardizzate e di servizi verticalizzati, e allo stesso tempo decongestionare il carico di dati sulle reti internet.

Nel disegno di legge, presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro della giustizia, il principio di servizio pubblico basato sull’IA lo ritroviamo in quasi tutti gli articoli, quasi a sottolineare un nuovo ruolo, regolatore e utilizzatore delle norme di principio sull’IA. Difatti, in tutte le misure adottate, l’Italia ha ribadito l’approccio IN/OFF all’IA in via generale, ovvero un contestuale impiego di guardrails e di abilitatori – competenze, utilizzo dei dati, infrastrutture – nell’uso dell’IA nel settore pubblico: il sistema paese si sta muovendo verso una ridefinizione delle politiche pubbliche, economiche e sociali, con un approccio olistico abile a innestare la tecnologia nel made in dei servizi della PA, e non viceversa. Tuttavia i meccanismi di attuazione e l’impatto rimangono strettamente dipendenti dal valore delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e dagli organi di gestione e monitoraggio che saranno resi operativi dai decreti legislativi del DL  1146.

Conclusioni

In attesa del G7 a guida canadese, che dovrebbe rappresentare l’anno di completamento del Processo di Hiroshima per quanto attiene alla definizione di standard tecnici internazionali, l’IA e la tecnologia quantistica sono state introdotte come tema di cooperazione rafforzata nella roadmap Italia-Canada. È infatti prevista l’istituzione di un gruppo di lavoro per identificare le priorità tematiche su entrambi i domini.

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