Il ritardo che scontiamo sul digitale non è tanto da parte dei consumatori – ormai grandi utilizzatori di servizi mobili – ma è soprattutto da parte delle aziende.
Su questo con Cerved stiamo svolgendo un’indagine sull’utilizzo del digitale tra le piccole e medie imprese. I risultati li avremo a settembre. Sono noti però i dati generali, su come viene usato il digitale dalle aziende del nostro Paese; ma va analizzato anche il livello di maturità nell’utilizzo. Molte aziende che pure hanno un sito, trattano il digitale in modo troppo superficiale.
Supportare le aziende a usare (bene) il digitale
Le priorità del sistema Paese, a parere di chi scrive, sono quindi supportare e stimolare le aziende a usare il digitale per migliorare la loro competitività. Questo passa anche da un programma di formazione e informazione. Il piano Industry 4.0 e il lavoro di divulgazione in corso con i digital hub va bene, ma è parziale. Al momento vedo promosse soprattutto attività e innovazioni avanzate, come il machine learning e la robotica nella manifattura. Forse stiamo facendo un salto in avanti senza aver prima costruito la base. Occorre prima insegnare alle aziende come costruire bene una presenza online, fare marketing online ed e-commerce (su questo le aziende italiane scontano davvero un ritardo molto grave), dove bisogna imparare non solo trovare nuovi clienti ma anche mantenerli, con attività CRM.
La user experience digitale offerta dalle aziende italiane
Le aziende italiane che danno un’esperienza digitale all’utente allo “stato dell’arte” sono davvero poche, considerato che il benchmark sono le piattaforme internazionali che ci fanno concorrenza in casa. Idem le banche o compagnie aeree italiane: l’esperienza online dell’utente non è comparabile a quella che si può fare sui siti stranieri. Posso continuare a lungo: confrontate il sito di un albergo italiano con quelli stranieri, per dirne un’altra. Questo è il principale problema che abbiamo: l’attenzione alla user experience digitale.
Il ruolo del pubblico dovrebbe essere supportare attività di formazione anche per questi aspetti, anche con fondi dedicati: aiutare le aziende a costruire una buona esperienza digitale per l’utente. Nel nostro piccolo lo facciamo, in collaborazione con IAB Italia forniamo formazione al digitale alle PMI italiane.
Deficit culturale informatico, il ruolo del pubblico
Un buon esempio può essere quello che il Team Digitale sta facendo con il progetto Cittadinanza Digitale, un app che mira a dare un’esperienza digitale, per i servizi della PA, analoga a quella dei grandi siti e-commerce, per semplicità e comodità d’uso. La PA così può fare da guida e stimolo. Ma di esempi ce ne sono già tanti, il principale si chiama Amazon, per attenzione all’esperienza digitale degli utenti. Il problema di fondo è che scontiamo un deficit culturale informatico, per carenza di professionisti in questi temi.
Il ruolo del pubblico sarebbe quindi anche – se non soprattutto – quello di incentivare queste professionalità, a partire dalle università e dalle scuole. Noi, che abbiamo la missione di digitalizzare tutte le PMI italiane, due anni fa abbiamo regalato quattro aule informatiche e/o corsi di coding a quattro licei scientifici (a Milano, Pisa, Roma, Torino, dove abbiamo le nostre sedi principali).
Aumentare il numero di laureati in STEM
Ho visto poi di persona a Pisa come le hanno utilizzate: hanno fatto corsi di Python, ma la sensibilizzazione degli studenti non è stata molto alta. E il motivo principale è la scarsità di docenti in grado di coinvolgerli su queste materie (a Pisa ne hanno trovata una sola). La prima urgenza quindi, per il sistema Paese, è potenziare queste materie nelle scuole e nelle università italiane, per aumentare il numero di laureati in materie STEM (science, technology, engeneering, mathematics), di cui l’Italia ha grande bisogno.
Insomma, dal punto di vista del sintomo, il problema più grave che l’Italia ha è l’incapacità delle nostre aziende di dare un’esperienza digitale soddisfacente agli utenti. Dal punto di vista della causa, è la carenza di professionisti. Su entrambi i fronti come azienda Italiaonline sta contribuendo in prima linea, ma il ruolo del pubblico è fondamentale per la svolta.
Agendadigitale.eu sta chiedendo ai massimi esponenti del mondo della politica, industria e accademia un parere sul e per il digitale nel nuovo governo. Questo non è un articolo sponsorizzato