Dai media emerge grande paura in previsione di un’altra ondata di recessione, che si preannuncia anche peggio della Grande Recessione del 2008. Secondo alcuni analisti, ci sono sorprendenti somiglianze macroeconomiche tra le condizioni economiche odierne e quelle che hanno portato alla precedente crisi, soprattutto se si guarda alle politiche monetarie delle grandi banche centrali. Una possibile soluzione per non subire la crisi potrebbe derivare dalla tecnologia blockchain ed essere quella di ancorare le valute digitali all’oro.
I segnali della crisi
In primo luogo, i tassi di interesse artificialmente bassi hanno diminuito il numero di accertate insolvenze. Le società che avrebbero dovuto essere mandate in bancarotta sono state mantenute in vita grazie al sussidio di tassi di interesse pari a zero, e ora rappresentano circa il 15% di tutte le aziende in Europa. Queste sono compagnie cosiddette “zombie”, che, anche se mantenute in vita – e troppo – prima o poi cederanno alla bancarotta. Le banche non sono preparate ad assorbire questo shock.
In secondo luogo, la curva dei rendimenti piatta ha eroso il modello di business delle banche commerciali distruggendo i margini di interesse sul risparmio e la trasformazione delle scadenze. La via di fuga usata per distribuire più credito ha solo depresso i margini e accelerato l’accumulo di crediti in sofferenza, sotto forma dei prestiti sopra menzionati. Sono stati usati vari trucchi contabili per nasconderlo per anni, ma le riserve che coprono il crescente divario sono ora ampiamente consumate e il problema sta per emergere.
In terzo luogo, l’accumulo di aziende “zombie” è un freno alla crescita della produttività dell’economia, che è essa stessa l’unica fonte di crescita a lungo termine; infatti, nessuno stimolo alla domanda può sostituirlo. Il conseguente rallentamento della crescita della produttività si traduce in tassi di crescita anemici complessivi per l’economia europea. Pertanto, non possiamo facilmente uscire dal nostro problema del debito, e, al contrario, ci troviamo trascinati sempre più nella crisi dalla stessa cura che proviamo ad applicare. Il credito a buon mercato non ha solo aiutato una compagine di aziende dissestate a mantenersi in vita a nostre spese, ma ha anche portato aziende sane a indebitarsi eccessivamente e a nasconderlo con la contabilità creativa. Inutile dire che la politica del denaro a buon mercato ha creato un capitale su larga scala e un’errata allocazione delle risorse nell’economia, e questa situazione non può essere risolta senza crisi.
La guerra al contante
L’entità e la gravità della crisi sono direttamente proporzionali all’allentamento monetario attuale e, se davvero l’intero capitale azionario del sistema bancario della zona euro dovesse essere bruciato nel giro di pochi mesi, come predetto dagli esperti di settore, la spirale deflazionistica che ne risulta potrebbe rivelarsi grave quanto la contrazione dell’economia mondiale del 1929. La pressione deflazionistica costringerà le banche ad accelerare la stampa di denaro in un modo mai visto prima e quindi a innescare uno scenario iper-inflazionistico, che, in combinazione con le centinaia di migliaia di società in fallimento, creerà un nuovo tipo di disastro: la super-stagflazione.
La cosiddetta “guerra al contante” non è solo una teoria del complotto, ma un’agenda aperta. È guidata da un allineamento di interessi tra banchieri, banchieri centrali, politici e magnati della Silicon Valley che trarranno vantaggio da un’economia interamente digitale, al fine di limitare il rischio di cadere effettivamente nella prevista crisi economica del 2020. Una società senza contanti è la fine di una lunga strada verso la rovina monetaria iniziata molti decenni fa con l’abbandono del denaro il cui valore dipendeva da oro e argento. Con le valute statali, c’è una forte centralizzazione del potere nelle mani dei governi, specialmente quando hanno il potere sfrenato di stampare denaro. Quando le valute erano ancorate all’oro, si trattava di problemi che potevano essere evitati in misura maggiore, poiché l’oro ha un valore internazionale sul mercato e un’offerta limitata.
Le valute virtuali sono nate come un sistema privato alternativo di pagamenti indipendente dal sistema finanziario tradizionale. Come ormai è noto a molti, con l’avvento di Bitcoin, si è visto un nuovo sistema transazionale peer-to-peer (p2p) che memorizza le informazioni in un sistema pubblico, decentralizzato e immutabile, ponendo le premesse per l’emergere di altre valute virtuali nello spazio economico-finanziario odierno. Tuttavia, l’enorme bolla speculativa delle valute virtuali ha portato a un’immensa volatilità.
Valute digitali e oro
Una spada a doppio taglio, la volatilità crea il potenziale per enormi ritorni in un breve periodo, presentando al contempo la possibilità di spazzare via intere fortune. A tal riguardo, i token ancorati all’oro possono servire come varietà di stablecoin. Tuttavia, dato che le consuete stablecoin rappresentano l’equivalente di 1 USD in un formato digitale che è liberamente negoziabile, i token supportati da oro – in netto contrasto – si allontanano da tale narrativa convenzionale. Mentre un token supportato da oro può agire come una garanzia di stabilità, poiché i mercati dell’oro sono stabili rispetto ad altri mercati di attività, l’oro stesso può essere considerato avere un valore di apprezzamento a sé stante come attività di investimento, rendendo l’oro digitale un’opzione interessante da detenere in portafoglio.
I token supportati da oro fungono da ponte tra il mondo reale e il mondo delle valute virtuali, portando alla negoziazione di valore sicuro su blockchain. Poiché l’oro ha un valore che è facilmente compreso e accettato da tutte le culture e tutti i dati demografici, le barriere all’ingresso nel mercato dell’oro al dettaglio sono ridotte, soprattutto per i piccoli investitori, che ora sono in grado di detenere token garantiti da oro in forma divisibile. Esistono numerosi casi d’uso sia per gli individui che per le istituzioni: diversificazione del portafoglio, conservazione del patrimonio, pagamenti, garanzie per prestiti e altri prodotti finanziari e numerose altre applicazioni a livello aziendale
Tra le altre, le applicazioni in questo senso che saranno lanciate da svariati progetti nei prossimi mesi includono innovative piattaforme di trading, applicazioni decentrate per il trasferimento del rischio costruite per il settore assicurativo e caratteristiche di conversione di asset digitali in valuta fiat per conti di debito innovativo che si presentano come alcune delle principali soluzioni all’imminente crisi per il fatto di non essere legati a nessuna delle banche esistenti.
Conclusione
Il mondo delle stablecoin, che possono essere sostenute da materie prime come oro o qualsiasi altro bene sicuro, è strategicamente situato tra moneta a corso forzoso e criptovalute, migliorando la capacità di chiunque di rispondere alle forze macroeconomiche e alle fluttuazioni dei prezzi nei mercati globali.
Mai prima d’ora è stato possibile negoziare beni commodity con la stessa liquidità del mercato valutario digitale, collocando denaro in mercati sicuri e allo stesso tempo beneficiare della volatilità delle criptovalute; tutto ciò in un unico ecosistema, dove l’unica garanzia necessaria di stabilità economica globale e resilienza sono le caratteristiche di trasparenza e decentralizzazione che la stessa tecnologia blockchain è in grado di assicurare.