Semplice da usare, Internet è, invece, una realtà complessa, costituita da una miriade di reti di computer alla cui “Governance” partecipano, a vario titolo, numerosi organismi internazionali: governi, comunità tecnico-scientifiche, garantendone l’unicità, la stabilità, la sicurezza e la resilienza.
E i temi e processi che regolano Internet Governance non sono di banale trattazione. La stessa definizione ha mille sfumature e molti si sono cimentati nel fare maggiore chiarezza. Spesso si affrontano nuove problematiche applicando la regola del “precedente”, cosa che in questo caso non è possibile. Infatti, nel caso di Internet Governance non c’è un precedente: dobbiamo inventare tutto ex novo!
Peraltro, non aiuta il fatto che comunemente si associano ad Internet Governance tematiche squisitamente tecniche di cui non si comprende appieno il significato e gli impatti geopolitici. Ne consegue una percezione generale di scarso interesse da parte di molti, nonostante il tema sia importante e ci riguardi così da vicino.
Allora, come fare chiarezza?
Cosa è l’Internet Governance
Può essere utile ricordare la definizione di Internet Governance elaborata dal gruppo WGIG[1] (Working Group on Internet Governance). Il Gruppo di lavoro, costituito dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nel 2005, si proponeva di individuare le questioni di public policy legate ad Internet e sviluppare una comprensione comune dei rispettivi ruoli e responsabilità di governi, organizzazioni internazionali e altri forum, così come del settore privato e della società civile:
”Internet Governance è l’applicazione e lo sviluppo da parte dei Governi, il settore privato, la società civile, nei loro rispettivi ruoli, di un insieme di principi condivisi, norme, regole, procedure decisionali che riguardano la gestione, il funzionamento e l’evoluzione di Internet.”
Un modello multistakeholder
Questa definizione, tuttora di riferimento in ambito mondiale, esprime bene il concetto di Internet Governance quale processo multistakeholder, inclusivo, basato su principi di democrazia, che coinvolge una molteplicità di soggetti che partecipano allo sviluppo collettivo delle public policy di Internet sulla base delle proprie competenze e mandato, in modo aperto, trasparente e on a equal footing, mettendo a fattor comune le proprie idee e sviluppando, conseguentemente, le public policy, in maniera condivisa, evitando che gli interessi di uno stakeholder possano prevalere a danno di un altro stakeholder.
Sebbene siano 4 le categorie di stakeholder comunemente riconosciute (Governi, Aziende Private, Società Civile e Comunità Tecnico-Accademica), il recente studio elaborato da Unesco[2] ne individua ben 8 (governi, aziende e industria, organizzazioni non governative (NGO), società civile, organizzazioni internazionali intergovernative (IGO), soggetti di ricerca, cittadini e altri stakeholder.
Multistakeholder Model
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L’originalità del modello multistakeholder sta proprio nella possibilità di guidare la gestione ed evoluzione delle policy di Internet in modo condiviso, recependo rapidamente i possibili indirizzi rappresentati dai diversi stakeholder e riposizionando conseguentemente le relative policy.
I temi dell’Internet Governance
Internet Governance coinvolge pertanto un’ampia gamma di temi che riguardano le infrastrutture fisiche e di accesso alla Rete, i protocolli di comunicazione che regolano l’instradamento e il bilanciamento del traffico (IPV6, DNS, net neutrality, ecc.), il trattamento dei dati e le applicazioni, la diffusione di informazioni false (spam, fake news, ecc.), la proprietà e la privacy dei dati personali, il diritto di autore, la libertà di espressione e di opinione, il “cyberbullismo”, l’abuso sui minori, la sorveglianza di massa, la sicurezza, il commercio elettronico, e così via.
Le funzioni di ICANN
Senza pretesa di esaustività, per il fatto che la Governance è complessa e coinvolge molti organismi ed istituzioni pubbliche e private, non si può fare a meno di descrivere brevemente le funzioni di due dei più importanti organismi internazionali, ICANN e IGF che hanno un ruolo fondamentale nella Governance di Internet.
ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) è un’organizzazione internazionale no profit che svolge il coordinamento delle attività di gestione del DNS (Domain Name System) garantendo l’univocità del sistema dei nomi a dominio, la stabilità, la sicurezza e la resilienza di Internet. Opera attraverso un modello multistakeholder che vede coinvolti i governi, la società civile, le aziende e la società tecnico-accademica secondo principi di apertura, trasparenza e inclusività. Utilizza un modello decentrato, distribuito, “bottom up”, con processi aperti, inclusivi e trasparenti che si ispira al modello Internet.
A seguito della transizione delle funzioni IANA (Internet Assigned Numbers Authority), avvenuta il 1 ottobre del 2016, ICANN svolge le funzioni di coordinamento del DNS per conto della comunità internazionale e non più per conto del solo governo americano. Nonostante ciò, l’operato di ICANN dipende, per molti aspetti, dalla legislazione americana:
- ICANN ha la sua sede legale nello stato della California e pertanto deve sottostare alla giurisdizione americana;
- i “DNS rootserver”[3], elemento chiave nella traduzione dei nomi a dominio in indirizzi IP, sono situati in gran parte (9 su 13) in territorio americano. Se questo poteva aver senso quando il traffico Internet si sviluppava prevalentemente negli USA, oggi la dislocazione dei root server dovrebbe riflettere la distribuzione del traffico globale.
La presenza italiana in ambito ICANN
Come interviene l’Italia su temi così rilevanti? La presenza italiana in ambito ICANN riguarda per lo più i gruppi e tavoli di lavoro del GAC (Governmental Advisory Group) che richiedono la rappresentanza del governo italiano. L’Italia potrebbe incidere maggiormente nelle decisioni prese da ICANN se la partecipazione fosse più attiva e se fossero adeguatamente rappresentati anche gli altri stakeholder italiani (aziende private, società civile, società tecnica, i giovani ecc.) così come avviene per gli altri stati.
IGF (Internet Governance Forum)
Il Forum è stato istituito nel 2006 a seguito del World Summit on the Information Society (WSIS 2003 – 2005) dell’ONU che ha scelto il modello multistakeholder per la governance di Internet e indicato l’IGF come sede globale di discussione. I suoi compiti sono definiti agli artt. 72 e 73 dell’Agenda di Tunisi[4].
IGF opera, pertanto, sotto l’egida delle Nazioni Unite ed è il forum per eccellenza dove si dibattono le public policy legate alla Governance di Internet.
Il Forum è organizzato dal Multistakeholder Advisory Group (MAG) che supporta il Segretario Generale delle Nazioni Unite nella definizione del programma e nell’organizzazione dell’evento annuale. Il MAG seleziona le sessioni principali accogliendo le richieste della comunità internazionale, partecipa a gruppi di lavoro tematici, facilita l’organizzazione dei workshop, supporta i gruppi di lavoro, coordina i panel, guida i relatori e moderatori nel corso dell’evento annuale, promuove il miglioramento dei processi IGF attraverso consultazioni pubbliche internazionali ed il coinvolgimento delle parti interessate favorendone la partecipazione e collaborazione alle riunioni annuali dell’IGF e ai gruppi di lavoro . Nel 2015 il mandato dell’IGF è stato rinnovato per altri 10 anni ( WSIS +10)[5].
IGF opera secondo un modello multistakeholder che coinvolge referenti delle istituzioni governative, aziende private, società civile e mondo tecnico- accademico secondo principi di apertura, trasparenza, inclusività ed attraverso un modello decentrato, bottom up, promuovendo lo sviluppo di iniziative nazionali e regionali di cui IGF Italia fa parte, con l’obiettivo di favorire un dibattito aperto, continuo e inclusivo che riunisca i punti di vista e le preoccupazioni di tutte le parti interessate (stakeholder) e costruisca un terreno comune e significati condivisi dei numerosi problemi tecnici e politici legati a Internet.
Esiguo il coinvolgimento italiano nell’IGF
Anche in sede IGF il coinvolgimento italiano negli anni passati è stato esiguo. Da quest’anno c’è un elemento di novità, per la prima volta dalla nascita dell’organismo, è stata nominata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite al MAG una referente del governo italiano.
Sarebbe opportuno sfruttare al meglio questa opportunità rilanciando il ruolo ed il coinvolgimento dell’Italia e favorendone una maggiore partecipazione in tutti i gruppi di lavoro e nelle attività in corso. Vediamo in un altro articolo il ruolo dell’Italia nell’internet governance, come sta cambiando e deve cambiare.
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- Il DNS, il sistema dei nomi a dominio si basa su una struttura gerarchica distribuita raffigurabile come un albero capovolto dove il punto di origine, indicato come “.” è la root da cui partono i TLD ( Top Level Domain, es. .com. .eu, .it, ecc.). Per risolvere la traduzione di un nome di dominio in indirizzo IP non noto a livello locale, il DNS invia una richiesta al DNS di livello superiore e l’interrogazione procede ricorsivamente nella gerarchia fino ad arrivare ai root server che rispondono alle richieste di risoluzione dello spazio dei nomi del dominio principale detto root. (.com. .eu, .it, ecc). https://it.wikipedia.org/wiki/Root_nameserver ↑
- Agli articoli 72 e 73 dell’Agenda di Tunisi for Information Society viene chiesto al Segretario Generale delle Nazioni Unite di istituire un Internet Governance Forum, definendone il mandato e le modalità di funzionamento (multilaterale, multi-stakeholder, democratiche e trasparenti, ecc.). http://www.itu.int/net/wsis/docs2/tunis/off/6rev1.html ↑
- http://workspace.unpan.org/sites/Internet/Documents/UNPAN95735.pdf ↑
- http://www.generazioniconnesse.it/_file/documenti/Dichiarazione_diritti_Internet_2016/Boldrini.pdf ↑
- https://www.governodigital.gov.br/transformacao/cgi-br ↑