Larissa May, 29 anni, che si definisce ed è riconosciuta come la sostenitrice del benessere digitale, ha fondato l’organizzazione no-profit Half the Story, che riceve finanziamenti da fondazioni, famiglie e alcune aziende. È nata inizialmente come un progetto ai tempi del college, e oggi è utilizzata dalla sua ideatrice per insegnare agli adolescenti come avere un rapporto sano con la tecnologia nella loro vita. Ha iniziato a fare pressioni sulle aziende di social media affinché dessero priorità alla salute mentale quasi nove anni fa, quando ha cercato di incontrarle per suggerire loro modifiche alle piattaforme.
Oggi va nelle scuole per insegnare come usare in sicurezza TikTok e Instagram e per mobilitare gli studenti a influenzare la politica.
I suoi sforzi mirano a riparare i danni che, secondo lei e altri, sono stati causati da applicazioni di social media incentrate sui giovani. Negli anni successivi al lancio di Instagram e di altre applicazioni, come testimoniano numerose ricerche, i tassi di ansia e depressione tra gli adolescenti sono aumentati vertiginosamente, tanto che il Surgeon General degli Stati Uniti ha dichiarato che i social media potrebbero rappresentare un “profondo rischio di danno” per la salute mentale dei giovani.
Larissa May parte dalla sua esperienza personale, ricordando che quando è arrivata a Vanderbilt (Nashville, Tennessee) per l’università, passava 10 ore al giorno al telefono, inoltre, aveva pubblicato un blog di moda e si occupava di scrittura creativa, marketing e comunicazione. Utilizzava Instagram, dice ancora, perché si annoiava, perché aspettava i likes e poi è caduta in depressione e ritiene che proprio il tempo trascorso su Instagram abbia avuto un ruolo importante. Larissa May ha continuato a postare su Instagram, comunicando ai suoi follower che tutto andava alla grande, anche se era alle prese con pensieri di suicidio.
La sua esperienza è in linea con le scoperte di alcuni ricercatori di Meta che, come è emerso da un’inchiesta del Wall Street Journal del 2021, in un’indagine del 2021 avevano riferito che molti adolescenti hanno avuto problemi di salute mentale e hanno dichiarato che Instagram li ha peggiorati. Meta, all’epoca aveva risposto, sostenendo che alcune caratteristiche di Instagram potevano essere dannose per alcuni giovani utenti, ma che comunque dalla piattaforma provengono anche molte cose positive.
Le azioni nelle scuole: il programma SocialMediaU
Il programma creato da May si chiama SocialMediaU (SMU) ed è un progetto di benessere digitale creato insieme ai giovani per educarli alla relazione tra la loro salute emotiva e le abitudini digitali. All’interno dell’organizzazione che ha prodotto il programma esiste anche un comitato di studentesse e studenti adolescenti che svolgono funzioni di consulenti.
May, inoltre, una volta alla settimana forma anche gli educatori a lavorare con gli studenti, per circa un’ora in un programma di otto settimane, che incorpora esperienze e giochi per insegnare a ragazze e ragazzi la connessione tra salute emotiva e abitudini digitali. I segmenti sono intitolati: “Il tuo cervello sulla tecnologia”, “L’epidemia di solitudine” e “Il triangolo della fiducia”.
Così per esempio, in una lezione, gli studenti vengono sfidati a capire gli algoritmi che le app dei social media utilizzano sui loro dispositivi, per aiutarli a conoscere come vengono alimentati determinati contenuti; oppure, un gioco, il deep-fake bingo, chiede agli studenti di identificare e analizzare i tipici post online che non sono reali o che incorporano immagini e video falsi.
Nei suoi incontri May ha anche chiesto ai liceali di riflettere sulle app che usano di più e di elencare le caratteristiche che li tengono legati. Tra le loro risposte, hanno citato lo scroll infinito, le notifiche push e i video che si riproducono automaticamente. Poi hanno descritto cos’è per loro il benessere digitale: la possibilità di mettere giù il telefono senza l’ansia di perdersi qualcosa e la tranquillità piuttosto che la pressione di postare sui social media.
Più di 17.000 studenti delle scuole medie e superiori in tutti gli Stati Uniti hanno partecipato alle lezioni e agli eventi di Half the Story. Distretti in California, New York, Illinois e Tennessee, oltre che nel Regno Unito, hanno adottato il programma di studio di Larissa May.
Ha aiutato alcuni studenti a scrivere una potenziale nuova politica sugli smartphone e sui social media per quella scuola, la San Francisco University High School, che includeva, tra le altre novità, un tavolo senza schermi a pranzo e un patto tra gli studenti per chiedere il permesso di pubblicare una foto altrui.
La posizione degli adolescenti
I giovani dicono di voler cambiare: secondo il Pew Research Center, quasi il 40% degli adolescenti dichiara di passare troppo tempo sui propri smartphone e più del 25% sui social media.
May afferma che è difficile responsabilizzarli quando sono abituati a sentirsi dire che tutto ciò di cui hanno bisogno è un maggiore autocontrollo e nello stesso tempo molte aziende tecnologiche hanno team creati apposta per cercare di mantenere gli utenti adolescenti sulle loro applicazioni il più a lungo possibile.
Secondo un recente studio di Harvard le aziende di social media guadagnano più di 10 miliardi di dollari all’anno con la pubblicità servita ai minori.
Convinta che l’istruzione scolastica da sola non basti a proteggere i giovani, nel 2023 May ha portato gli adolescenti nella capitale dello Stato della California per fare pressione su una legge che mirava a limitare la diffusione di materiale pedopornografico sui social media.
Quest’estate May lancerà un’accademia di educazione civica digitale per formare i giovani a unirsi a lei nella difesa dei diritti digitali. Il programma prevede di invitare gli studenti della SocialMediaU e di formarli alla creazione di politiche che diano priorità alla salute mentale dei loro coetanei. May vuole iniziare a creare politiche per le loro scuole, con l’obiettivo di arrivare a scrivere a loro volta quelle per i governi statali.
Riferimenti