Dopo oltre un anno di pandemia e diversi mesi di lockdown, anche i più resistenti hanno ceduto all’acquisto online di prodotti, anche alimentari, e servizi di ogni genere.
In questo periodo funestato dal covid abbiamo visto le grandi reti di logistica e distribuzione capillare lavorare a pieno regime, ininterrottamente, per assicurare la consegna di quei beni fino a un attimo prima comprati al negozio di vicinato. Come è stato possibile che in pochi giorni il commercio al dettaglio sia stato sostituito quasi interamente da quello online?
Chi l’ha fatta da padrona in questo settore, tra i vari siti e motori di eCommerce, è stata sicuramente Amazon che ha abilitato in pochissimo tempo migliaia di negozi a vendere online e a consegnare quantità di merce inimmaginabili pochi mesi prima con ritardi minimi o nulli.
Il risultato è che nell’anno della pandemia, quando molte imprese nei più svariati settori, sono finite in ginocchio, Amazon ha registrato solo in Europa un fatturato di 44 miliardi di euro, 12 miliardi in più rispetto ai 32 miliardi del 2019[1].
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Amazon: il segreto del successo
Amazon non ci è arrivata per caso e non certo impreparata visto che ha iniziato questo percorso sin dal 2013 con il suo primo brevetto sulla “spedizione anticipata”. Tutta la sua organizzazione logistica e di vendita online è pervasa da sistemi di intelligenza artificiale che preparano il prodotto che stiamo per comprare prima ancora che noi premiamo il tasto “buy”.
E lo è ancora di più per i milioni di utenti che hanno sottoscritto l’opzione Prime che garantisce la spedizione in 2 giorni, o Prime Now che la garantisce in 1 ora. Per fare questo Amazon analizza milioni di dati, ha costruito grandi sedi di logistica nei nodi principali del paese ma anche piccole sedi localizzate nei pressi delle medie e grandi città. Se da un lato ciò avvicina le merci al cliente, dall’altro complica la vita perché la prima domanda a cui devono rispondere gli algoritmi di AI è: in quale magazzino, in quale scaffale, su quale carrello e da quale operatore deve essere gestito il determinato prodotto stante che non è stato ancora acquistato ma qualcuno lo farà sicuramente nei prossimi minuti od ore?
Gli algoritmi e la sfida di consegne sempre più rapide
Sono quindi gli algoritmi che si occupano del forecast a rendere fattibile la sfida della consegna in 2 giorni, o in 1 ora, di tutta una serie di prodotti. Possiamo dividere questi algoritmi in 3 parti.
La previsione del primo miglio: ogni prodotto è analizzato in ogni minimo dettaglio per capire se e come tenerne in stock nell’area di competenza del magazzino, tutti gli utenti residenti nell’area sono passati al setaccio per analizzare le loro abitudini di ricerca, di acquisto, di search attraverso tutti i canali web, mobile, Alexa, Kindle e Tv. Le abitudini di acquisto dello stesso prodotto, o di prodotti simili, sono analizzate insieme agli altri dati per istruire il sistema di AI su come “riempire” il determinato magazzino.
La previsione del miglio intermedio: ovvero cosa succede all’interno dei magazzini. Nei magazzini Amazon sono i robot che fanno il picking dei prodotti e li portano nella postazione dove ci sono gli operatori ad attenderli, non il viceversa. I robot sono guidati dalla stessa intelligenza artificiale che determina la posizione dei prodotti nel magazzino (quelli che si prevedono di vendere nelle prossime ore sono messi in posizioni subito disponibili), il percorso dei robot, da quale operatore debba essere gestita la cella di carico. Tutti i tempi sono scanditi al secondo e spesso si utilizzano sofisticate tecniche di elaborazione delle immagini per leggere il prodotto mentre viene movimentato dall’operatore evitando persino il passaggio del codice a barre. Se un prodotto deve essere consegnato in una ora anche pochi secondi contano.
L’ultimo miglio: gli algoritmi di Amazon prevedono per tempo di quanti autisti e mezzi si ha bisogno e li dirige al punto giusto di carico, la posizione con cui caricare i pacchi nelle auto o nei furgoni, la sequenza di carico e di consegna, i tempi di percorrenza e di permanenza per ogni consegna (ad esempio se si tratta di un ufficio o condominio probabilmente ci vorrà qualche minuto in più rispetto a una villetta singola).
Il sistema di ranking
Amazon analizza tutti questi dati continuamente e affina i propri algoritmi e i propri parametri, nel frattempo continua a macinare accordi con negozianti locali, soprattutto per i prodotti da consegnare in una ora o freschi (il cibo per esempio), e continua a trovare soluzioni “locali” per la consegna.
Gestire questo ecosistema necessita di potenze di calcolo che pochi si possono permettere, necessita di software e algoritmi proprietari e di una software house dedicata a questo, come la A9 – una società del gruppo Amazon.
Ma Amazon va oltre, se da un lato deve prevedere la domanda e cosa sta per acquistare il cliente, dall’altro deve stimolare l’acquisto proprio di quello che ha previsto di vendere. Ecco che quando facciamo una ricerca gli algoritmi di A9 ci propongono, come per Google o altri motori di ricerca, il prodotto che più risponde ai loro desiderata prima che ai nostri desiderata.
Dietro tutto c’è il sistema di ranking, qualcosa che le migliaia venditori su Amazon devono abituarsi a gestire perché, proprio come per Google, per poter apparire tra i primi e avere maggiore possibilità di vendere i propri prodotti, bisogna fare i conti con il ranking di Amazon che è basato su alcuni principi chiave, vediamoli: le keyword, le vendite precedenti del proprio prodotto, le customer review, i tempi di consegna, il prezzo.
Se questi sono i parametri con cui il ranking di Amazon migliora, allora oltre ai numeri e alla qualità del prodotto bisogna migliorare la SEO usando le keyword giuste, costruire una pagina web del prodotto accattivante e convincente, avere ottime customer review. Nulla di nuovo se non fosse per il fatto che solo i venditori che hanno una attitudine al marketing e alla vendita sui canali online, oltre che una strategia e una organizzazione, possono sperare di fare business interessanti su Amazon.
In Amazon nulla è lasciato al caso, tutto è governato dall’intelligenza artificiale e dalla mostruosa potenza di calcolo di cui dispone, questo è il segreto che ha permesso all’azienda di espandersi al punto tale da dominare, quasi da monopolista, il mercato dell’eCommerce. Ma soprattutto le ha permesso di porre nuovi limiti alla logistica con le consegne in una ora in molte città.
- https://www.theguardian.com/technology/2021/may/04/amazon-sales-income-europe-corporation-tax-luxembourg ↑