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Anziani, connessi e dipendenti: i rischi del digitale nella terza età



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Gli anziani abbracciano la tecnologia per combattere l’isolamento, ma l’eccesso d’uso dei dispositivi digitali può diventare una dipendenza. Esploriamo come bilanciare connessioni digitali e relazioni reali per un invecchiamento sano

Pubblicato il 14 nov 2024

Gregorio Ceccone

pedagogista del digitale, Coordinatore dei formatori e referente per l'Osservatorio Scientifico del Movimento Etico Digitale



tecnologie per gli anziani (1)

Come “Pedagogista del Digitale”, mi trovo spesso ad affrontare il tema della dipendenza dal digitale. Quando si parla di questo argomento, la mente corre subito ai giovani, soprattutto adolescenti, preadolescenti e bambini, che utilizzano in modo eccessivo questi strumenti. Tuttavia, credo che il problema sia molto più esteso: anche molti adulti, me compreso (ho circa 45 anni), hanno difficoltà a staccarsi dagli smartphone.

Questa non è solo una mia percezione, ma viene confermata da diversi studi sia in Italia che a livello internazionale.[1][2] È sufficiente considerare un semplice dato: quanto tempo trascorriamo davanti agli schermi e quante volte sblocchiamo lo smartphone ogni giorno. Sblocchiamo il nostro dispositivo circa ottanta volte al giorno, mentre negli adolescenti questa cifra può superare le 120 volte[3]. Questo dato evidenzia quanto frequentemente maneggiamo questo strumento e quanto sia difficile staccarcene durante la giornata.

Sono meno numerosi, invece, gli studi che riportano un altro dato significativo: anche le persone della terza età stanno diventando sempre più dipendenti da questi dispositivi. Questi strumenti, infatti, non sono solo applicazioni o programmi asettici, ma veri e propri ambienti digitali in cui comunichiamo e ci relazioniamo con gli altri. Nella società frenetica e complessa in cui viviamo, è facile ritrovarsi soli con uno smartphone in mano e pensare di appartenere a una grande comunità in cui esprimere la propria opinione e sentirsi apprezzati. Credo che questa sia una delle principali ragioni che spinge anche le persone anziane a usare sempre più spesso lo smartphone.

È innegabile: tutti possiamo notare come i nostri cari, genitori e nonni, siano sempre più incollati agli schermi e trovino difficile distaccarsene. Spesso lo fanno in modi che possono sembrare buffi, imbarazzanti, o persino “cringe”, come direbbero i giovani. Tuttavia, ciò riflette un bisogno profondo di sentirsi presenti, di raccontarsi e di essere online tutto il giorno, ogni giorno.

La tecnologia come soluzione alla solitudine

Uno dei problemi più urgenti e devastanti nella vita delle persone anziane è la solitudine. Trovarsi a passare le giornate senza interazione sociale può avere un impatto profondo sul benessere psicologico e fisico, e le statistiche ne sono una testimonianza evidente.

L’incontro tra anziani e tecnologia

In Italia, più del 15% degli anziani vive in una condizione di isolamento sociale, come rilevato da un rapporto dell’Istat[4]. È un dato che ci parla di una realtà preoccupante e, al tempo stesso, ci sprona a cercare soluzioni nuove e creative per migliorare la qualità della vita di questa fascia della popolazione.

È qui che entra in gioco la tecnologia. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione digitale, che ha cambiato il modo in cui viviamo le nostre relazioni. I social network, le app di messaggistica e le videochiamate si sono trasformati in ponti che accorciano le distanze, rendendo possibile mantenere i legami anche quando non si è fisicamente vicini. Per gli anziani, questo ha significato la possibilità di rimanere in contatto con familiari e amici, anche se lontani, e di riscoprire una connessione con il mondo esterno che sembrava essersi affievolita con il passare degli anni.

Molti anziani si sono avvicinati inizialmente con riluttanza a questi strumenti digitali, forse intimoriti dalla novità o dalle presunte difficoltà d’uso. Tuttavia, una volta superate le prime barriere, scoprono i benefici enormi di questi strumenti. Facebook, ad esempio, è diventato uno strumento fondamentale per restare in contatto, mentre WhatsApp e altri servizi di instant messaging si rivelano particolarmente utili per le comunicazioni quotidiane. Attraverso queste piattaforme, gli anziani possono scambiare foto, video e messaggi vocali, riempiendo i vuoti lasciati dalle giornate solitarie. Non è solo un modo per restare in contatto; è una vera e propria finestra su un mondo di affetto e connessione.

Un altro aspetto significativo è l’impatto che l’uso della tecnologia può avere sul benessere psicologico degli anziani. Alcuni studi suggeriscono che l’utilizzo delle piattaforme digitali può contribuire a una riduzione dei sintomi depressivi, migliorando l’umore e riducendo il senso di isolamento. Per gli anziani, sentirsi parte di una comunità, anche virtuale, è fondamentale per preservare un senso di appartenenza e di scopo, elementi chiave per mantenere alta la qualità della vita.[5]

I benefici psicologici della connessione digitale

Un interessante studio pubblicato sulla rivista Journals of Gerontology ha rivelato che gli anziani che utilizzano regolarmente la tecnologia per comunicare mostrano una significativa riduzione dei livelli di ansia e depressione rispetto a coloro che non ne fanno uso.[6] Questa scoperta si allinea con ciò che molti esperti sostengono da tempo: la connessione sociale, anche se mediata da uno schermo, può avere un impatto positivo sulla salute mentale e sul benessere generale. La possibilità di connettersi in modo rapido e semplice permette agli anziani di ricevere supporto emotivo e di sentirsi meno soli.

Il digitale non è quindi solo un mezzo di comunicazione, ma anche un vero e proprio strumento di sostegno psicologico. Le conversazioni su WhatsApp o le chiamate via Zoom diventano momenti di scambio che aiutano gli anziani a sentirsi ascoltati e compresi. Sapere di poter inviare un messaggio e ricevere risposta, vedere il volto di un nipote che sorride dall’altra parte dello schermo, o ricevere una parola gentile da un amico lontano ha un valore inestimabile. Sono piccole cose che, giorno dopo giorno, fanno una grande differenza, aiutando a combattere l’ansia e a mantenere un senso di serenità.

Per gli anziani, la tecnologia offre anche la possibilità di partecipare ad attività che diversamente sarebbero inaccessibili. Dai corsi online ai gruppi di supporto, dalle visite virtuali ai musei fino ai concerti in streaming, Internet è un mondo di opportunità che non solo combatte la solitudine, ma stimola anche la curiosità e il desiderio di apprendere. Questi stimoli sono essenziali per mantenere la mente attiva, contrastando il senso di apatia che spesso accompagna la terza età.

In questo senso, la tecnologia può essere vista come un alleato prezioso, capace di offrire un supporto emotivo e di migliorare significativamente il benessere degli anziani. Tuttavia, è importante tenere a mente che, come per ogni strumento, è fondamentale usarlo con consapevolezza e moderazione. Mentre da un lato la connessione digitale può alleviare la solitudine, dall’altro, un uso eccessivo o inconsapevole potrebbe portare a nuove forme di dipendenza, creando così nuove sfide per questa fascia d’età.

I rischi della dipendenza digitale

Se da un lato la tecnologia può alleviare la solitudine, dall’altro può trasformarsi in una trappola. La dipendenza da dispositivi digitali tra gli anziani è un fenomeno in crescita, spesso alimentato dall’isolamento prolungato e dal bisogno di sentirsi connessi.

La graduale dipendenza dai dispositivi digitali

Secondo diverse ricerche, tra cui un rapporto del Pew Research Center, la dipendenza digitale tra adulti e anziani è in costante crescita, un trend che si riflette anche in Italia. [7] Questo si traduce in una costante necessità di controllare i messaggi, scorrere i social media o navigare senza uno scopo preciso.

La dipendenza digitale si sviluppa gradualmente e, per molte persone anziane, inizia con una semplice routine: la connessione al mattino per leggere le notizie o controllare le email, che poi si trasforma in un’abitudine sempre più assidua. Le piattaforme digitali sono progettate per catturare l’attenzione dell’utente, sfruttando notifiche, contenuti suggeriti e una facilità di accesso che rendono difficile staccarsi. La tecnologia diventa quindi una sorta di “comfort zone” che però può portare a comportamenti compulsivi, proprio come accade con le altre forme di dipendenza.

Un aspetto importante di questo fenomeno è che la dipendenza digitale tra gli anziani spesso non viene riconosciuta come tale. A differenza delle generazioni più giovani, gli anziani potrebbero non essere consapevoli dei rischi che comporta un uso eccessivo della tecnologia. Di conseguenza, possono ritrovarsi intrappolati in un circolo vizioso in cui la necessità di riempire i momenti di solitudine si traduce in una continua immersione nel mondo digitale, al punto da rendere difficile disconnettersi.

La dipendenza digitale porta alla nascita di nuove cattive abitudini, come l’uso dello smartphone prima di dormire. Questa pratica, sempre più diffusa tra adulti e anziani, può avere un impatto significativo sul sonno. Guardare lo schermo prima di chiudere gli occhi riduce la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo del sonno, rendendo più difficile addormentarsi. Inoltre, se al risveglio la prima azione è controllare il telefono, il rischio di sovrastimolazione aumenta: messaggi, notifiche e notizie attivano il cervello, rendendo più difficile riaddormentarsi e causando affaticamento costante. A lungo andare, questa mancanza di riposo può incidere negativamente sulla salute fisica e mentale, contribuendo a stanchezza cronica, problemi di memoria e un aumento di stress e ansia.

L’isolamento aumentato dall’abuso della tecnologia

È un paradosso affascinante e al tempo stesso inquietante: la tecnologia, che dovrebbe ridurre l’isolamento, può in realtà amplificarlo se usata senza moderazione. Quando gli anziani passano troppo tempo online, rischiano di allontanarsi dalle attività sociali reali e dai contatti diretti. Mentre si sprofonda nello schermo, le ore scorrono senza che si percepisca il tempo che passa, e pian piano si perde la motivazione a uscire, a incontrare gli altri o a partecipare ad attività sociali.

L’abuso della tecnologia può avere effetti simili a quelli che si osservano nei giovani, ma con conseguenze potenzialmente più gravi. La mancanza di interazione fisica, per esempio, può portare a una riduzione delle capacità cognitive e fisiche. La tecnologia, infatti, spesso incoraggia comportamenti sedentari, e l’assenza di movimento può contribuire al peggioramento della salute fisica generale. Inoltre, il costante multitasking digitale, come usare più dispositivi contemporaneamente, può influire negativamente sulla capacità di concentrazione e aumentare il rischio di problemi di memoria e attenzione.

Le ripercussioni si manifestano anche sul piano emotivo. La tecnologia, infatti, può diventare un rifugio che sostituisce le relazioni interpersonali. Non è raro che anziani isolati trovino più conforto in una videochiamata o in una chat che in una conversazione dal vivo. Eppure, questo comportamento può portare a una sorta di alienazione, dove le relazioni virtuali sostituiscono, in modo insufficiente, i rapporti diretti. Così facendo, si corre il rischio di creare un isolamento ancora più profondo, con un impatto significativo sulla qualità della vita e sul benessere emotivo complessivo.

La tecnologia come strumento di supporto o come distrazione?

Per molte persone anziane, Internet rappresenta una finestra aperta su un mondo ricco di conoscenza e intrattenimento. È uno spazio che offre innumerevoli possibilità per mantenere la mente attiva e per riscoprire passioni e interessi che, con il tempo, potrebbero essere stati messi da parte.

I benefici educativi e di intrattenimento

Grazie alla tecnologia, gli anziani possono leggere libri online, guardare documentari, partecipare a corsi digitali e seguire notizie e aggiornamenti in tempo reale. Questi benefici non solo sono innegabili, ma possono anche avere un impatto positivo e duraturo sulle funzioni cognitive.

Alcuni studi suggeriscono infatti che l’apprendimento digitale aiuta a migliorare le capacità cognitive, preservando la memoria e l’attenzione. Un rapporto del Pew Research Center ha evidenziato come l’80% degli anziani che usano regolarmente Internet ritiene che la tecnologia li abbia aiutati a mantenersi mentalmente attivi e informati. Questa nuova dimensione della conoscenza permette agli anziani di esplorare argomenti e hobby in autonomia, con una flessibilità che le generazioni passate non potevano nemmeno immaginare. È come avere una biblioteca, un cinema e un’aula scolastica a portata di mano, tutto racchiuso in uno schermo.

Ma non si tratta solo di cultura e informazione. Per gli anziani, anche l’intrattenimento digitale ha il suo valore. Guardare una serie TV, ascoltare musica o cimentarsi in giochi digitali sono tutte attività che possono portare gioia e sollievo. Anche se queste attività sono spesso criticate per il rischio di creare dipendenza, è innegabile che possano offrire svago e momenti di relax necessari. In fin dei conti, un po’ di intrattenimento fa bene a tutti, e anche gli anziani hanno il diritto di concedersi qualche ora di leggerezza.

L’intrattenimento online e il rischio di dipendenza

Nonostante i vantaggi, il mondo digitale può facilmente trasformarsi in una potente fonte di distrazione. Le piattaforme di streaming video, ad esempio, risultano estremamente coinvolgenti, portando spesso a un consumo passivo e prolungato di contenuti. Gli anziani che trascorrono molte ore davanti a uno schermo rischiano di rimandare attività quotidiane essenziali, come il movimento fisico, le interazioni sociali dirette o la partecipazione ad eventi locali, che sono fondamentali per un benessere duraturo.

La sedentarietà causata dall’uso eccessivo di dispositivi tecnologici aggrava ulteriormente il rischio di distrazione. Studi scientifici dimostrano una correlazione tra un uso prolungato della tecnologia e un aumento del rischio di condizioni fisiche come obesità, problemi cardiovascolari e riduzione della mobilità articolare. [8] Quando il tempo dedicato all’intrattenimento online non è bilanciato con attività fisiche e sociali, gli anziani possono sperimentare un declino complessivo del loro benessere fisico e mentale.

È importante sottolineare che il rischio di dipendenza non è legato solo ai contenuti, ma anche al modo in cui la tecnologia stessa è progettata per mantenere l’utente sempre connesso. Piattaforme come YouTube e vari servizi di streaming suggeriscono automaticamente contenuti simili a quelli già visualizzati, incoraggiando l’utente a continuare la visione senza pause. Questo meccanismo può portare a un consumo di contenuti molto più lungo del previsto, sottraendo tempo prezioso ad altre attività essenziali per un invecchiamento sano ed equilibrato.

In sintesi, la tecnologia è uno strumento potente che può arricchire la vita degli anziani, ma è importante usarla con consapevolezza e moderazione. Con il giusto equilibrio, può diventare una risorsa preziosa per imparare, divertirsi e rimanere connessi. Tuttavia, è fondamentale che questa connessione non diventi un sostituto delle relazioni reali e delle attività fisiche, perché il benessere degli anziani dipende, in gran parte, dalla capacità di bilanciare la vita online con quella offline.

Verso un benessere digitale condiviso

Vivere il digitale nella terza età può essere un’esperienza arricchente, ma è fondamentale che sia sostenuto da un percorso di formazione e supporto adeguati. Non si tratta solo di insegnare a usare un dispositivo, ma di creare un contesto in cui le persone anziane possano esplorare, fare domande, confrontarsi e sentirsi davvero accompagnate. È qui che l’educazione digitale diventa uno strumento di empowerment, un’opportunità per costruire nuove competenze, ma anche e soprattutto un’occasione di interazione e di scambio. Imparare a usare la tecnologia in maniera consapevole e bilanciata significa anche evitare i pericoli della dipendenza e trarre il meglio da ciò che il mondo digitale ha da offrire.

In molti territori, si stanno già muovendo iniziative preziose per supportare i più anziani in questo percorso. Corsi di alfabetizzazione digitale, incontri di gruppo, laboratori e progetti intergenerazionali sono esempi concreti di come le comunità possano fare la differenza. Ma è necessario uno sforzo più ampio, un impegno che vada oltre la volontà dei singoli. Serve un’azione congiunta, che coinvolga le istituzioni e il mondo della politica, per costruire una rete solida di supporto che garantisca a tutti l’accesso alle risorse digitali in modo sicuro e responsabile.

Investire nella formazione digitale per le persone anziane significa anche investire nel loro benessere, nella loro autonomia e nella loro capacità di restare connessi con il mondo. È una sfida che riguarda tutti noi e che richiede il contributo di ciascuno, dal volontario al politico, dall’educatore all’amministratore locale. Lavoriamo insieme per creare un futuro in cui la tecnologia possa davvero migliorare la vita di tutti, a ogni età, senza lasciare indietro nessuno.

In questo viaggio verso un benessere digitale consapevole, la chiave è fare squadra. Solo così potremo costruire un ambiente che favorisca l’apprendimento, il confronto e il sostegno reciproco. E perché no, possiamo anche trarre insegnamenti dagli anziani, che hanno tanto da insegnarci sul valore delle relazioni autentiche e del contatto umano.


Parlo di questi argomenti anche nel mio 𝘀𝗶𝘁𝗼 https://gregorioceccone.com

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Sitografia

Bibliografia

Shelia R. Cotton, Amy M. Schuster and Alexander Seifert. Social media use and well-being among older adults. PMID: 35065352 DOI: 10.1016/j.copsyc.2021.12.005 | https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35065352/

Dipendenza digitale, ragazzi online tre mesi l’anno https://www.ilsole24ore.com/art/dipendenza-digitale-ragazzi-online-tre-mesi-l-anno-AFqWUpbC?refresh_ce=1

Istituto Superiore Sanità | Dipendenze da Internet | https://www.iss.it/documents/20126/6682486/22-5+web.pdf/4c3eb619-e720-1139-9def-b52a145a5660?t=1647440822348

Sblocchiamo lo smartphone 80 volte al giorno https://www.wired.it/mobile/smartphone/2016/04/21/sblocco-smartphone-80-volte-al-giorno/

Allarme isolamento sociale tra gli anziani. Iss: “Oltre 2 mln non incontrano né telefonano a qualcuno in una ‘settimana normale’” – https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=117001

Lopes, L., Valentini, J., Monteiro, T., Costacurta, M., Soares, L., Telfar-Barnard, L., & Nunes, P. (2022). Problematic Social Media Use and Its Relationship with Depression or Anxiety: A Systematic Review. Cyberpsychology, behavior and social networking. https://doi.org/10.1089/cyber.2021.0300.

Lo studio citato nell’articolo è pubblicato sul Journals of Gerontology e si intitola “Social Media Use and Reduced Relationship Between Pain and Depression in Older Adults”. Gli autori principali dello studio sono Shannon Ang e Berit Ingersoll-Dayton, entrambi affiliati all’Università del Michigan. Lo studio ha coinvolto un campione di oltre 3.400 adulti di età superiore ai 67 anni, analizzando come l’uso dei social media possa alleviare l’impatto della depressione legata al dolore cronico. | https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36944173/

Citiamo uno studio del Pew Research Center. I numeri indicano che molti anziani non riescono a staccarsi dallo smartphone, con ripercussioni sulla salute mentale e il benessere sociale, legati al rischio di isolamento. Il fenomeno è diffuso in molti paesi, inclusa l’Italia, dove circa l’11,7% degli adulti prova ansia in assenza di connessione. | https://www.pewresearch.org/short-reads/2021/03/26/about-three-in-ten-u-s-adults-say-they-are-almost-constantly-online/ | https://sociologicamente.it/cresce-la-dipendenza-da-smartphone-tra-gli-anziani-lo-studio/

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