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Aria (Agcom): “La complessa mission dell’Autorità nell’attuale mosaico digitale”



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Negli ultimi dieci anni, le tecnologie digitali hanno trasformato economia e società, rimodellando Internet in uno spazio connesso complesso. Agcom si è adattata a queste evoluzioni, implementando regolamentazioni nazionali ed europee. Nuove normative come il Digital Services Act e il Regolamento AI mirano a garantire trasparenza, sicurezza e tutela dei diritti fondamentali

Pubblicato il 12 giu 2024

Laura Aria

Commissaria Agcom



etica AI
etica AI

L’ultimo decennio ha visto una straordinaria accelerazione delle trasformazioni economiche e sociali derivanti dall’avvento delle nuove tecnologie digitali.
La stessa nozione di Internet si è via via rimodellata da iniziale luogo di incontro bidirezionale tra persone a vero e proprio spazio connesso dell’umanità in termini sociali, economici e informativi.

NAM2024 - Namex annual Meeting 2024
La commissaria Aria ha trattato questi temi, con altre persone, all’evento Namex 2024

Il cambiamento del concetto di Internet: da spazio di condivisione a mosaico infrastrutturale

L’Internet di oggi costituisce un mosaico che si compone di infrastrutture fisse, come la rete a banda ultralarga, fattori abilitanti complessi, come il 5G e fenomeni come l’intelligenza artificiale, il cloud, l’edge computing, il machine learning, l’internet delle cose, che combinandosi tra loro stanno producendo, in tempi estremamente rapidi, cambiamenti radicali nella nostra società.

L’ibridazione dei settori di regolazione dell’Agcom

In questa prospettiva, i tradizionali settori di regolazione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – le comunicazioni elettroniche, la radiotelevisione e l’editoria – hanno subìto un rilevante grado di “ibridazione” grazie al dirompente sviluppo e diffusione dei servizi dell’economia digitale e dal ruolo sempre crescente assunto dalle piattaforme online.

Da questo punto di vista, Agcom, anche grazie alla sua natura di autorità di regolazione convergente, si sta impegnando ormai da anni ad approntare una cassetta degli attrezzi volta a fronteggiare le importanti sfide trasversali che il nuovo ecosistema digitale pone davanti.
La disciplina europea e nazionale che riguarda a vario titolo l’ambiente digitale, adeguandosi ai mutamenti di scenario intercorsi, ha assegnato via via ad Agcom nuove competenze in materia di servizi media e audiovisivi, nonché nuovi poteri nei mercati in cui sono attive le piattaforme digitali.

Il Digital Services Act del 2022 e i nuovi obblighi per le piattaforme online

Si pensi al Digital Services Act del 2022, che individua nuovi obblighi europei per le piattaforme online di grande dimensione riguardanti la riduzione di possibili danni e il contrasto dei rischi della rete per i consumatori, sul presupposto che “Ciò che illegale offline deve essere illegale online”.

In proposito, il Regolamento europeo sui servizi digitali introduce nuove tutele per i diritti fondamentali degli utenti, colloca le piattaforme in un quadro più certo di responsabilità, trasparenza e sicurezza e conferisce nuovi poteri di regolazione e vigilanza alle autorità pubbliche.

La trasparenza delle piattaforme online: le nuove sfide

In base al nuovo quadro regolatorio risultano rafforzati gli obblighi di trasparenza che le piattaforme online devono rispettare: si pensi, ad esempio, alle modalità di funzionamento degli algoritmi che suggeriscono all’utente nuovi contenuti conformi alle proprie preferenze; all’obbligo di effettuare una preventiva valutazione del rischio di diffusione di disinformazione e contenuti dannosi; ai sistemi di reclamo che devono essere facilmente attivati dagli utenti; alla protezione di categorie deboli come i minori; aspetti ai quali corrisponde il compito di controllo del rispetto delle misure adottate da parte della Commissione Europea e delle Autorità di regolazione nazionali.

Il ruolo dell’Agcom come Coordinatore dei servizi digitali in Italia

Nell’ottica descritta, rileva, a livello di governance, la designazione di Agcom quale Coordinatore dei servizi digitali per l’applicazione del DSA in ambito nazionale. Il ruolo di Digital Service Coordinator chiamerà l’Autorità, dal punto di vista procedurale, a svolgere una importante funzione di coordinamento con le altre Autorità indipendenti competenti per materia (Antitrust, Privacy), in relazione ai molteplici interessi pubblici potenzialmente coinvolti ed a garanzia dei diritti online dei cittadini.

Regolazione e vigilanza dell’Agcom sulle piattaforme online

Anche la normativa nazionale, in recepimento di direttive europee settoriali, quali la direttiva Servizi Media Audiovisivi e la Direttiva Copyright, ha esteso il potere di regolazione e vigilanza dell’Autorità sulle piattaforme online, alla luce del sempre più marcato processo di convergenza tra servizi audiovisivi forniti offline ed online.

La risoluzione di controversie

In attuazione del TUSMA, l’Autorità ha aggiornato il quadro regolamentare in materia di risoluzione delle controversie tra utenti e operatori di comunicazioni elettroniche, per ricomprendervi anche le controversie nei confronti dei fornitori di servizi di media audiovisivi su qualsiasi piattaforma di distribuzione, e ha definito le condizioni e i parametri di regolarità del servizio e qualità delle immagini che i gestori delle piattaforme di video streaming dovranno garantire agli utenti digitali.

Con queste misure sono stati individuati adeguati, efficaci e tempestivi strumenti di assistenza tecnica, nonché idonee procedure di gestione di reclami, istanze e segnalazioni degli utenti, singoli o associati, conformemente ai criteri e parametri fissati che devono essere assicurati da tutti i fornitori di servizi media audiovisivi che trasmettono, in streaming, eventi di interesse generale, stabilendo un quadro aggiornato per quanto riguarda le tutele dei diritti degli utenti indipendentemente dalla piattaforma di distribuzione utilizzata.

La disciplina nazionale di recepimento della Direttiva Copyright

Anche la disciplina nazionale di recepimento della Direttiva Copyright ha investito l’Autorità di nuovi e rilevanti compiti, quali la determinazione dell’“equo compenso” che le piattaforme digitali sono tenute a corrispondere agli editori per la diffusione dei loro articoli di stampa.

Emfa e AI Act: indipendenza dei media e approccio human centric all’IA

Il composito quadro legislativo europeo sull’ecosistema digitale, nel quale Direttive settoriali e Regolamenti orizzontali si intrecciano in un complesso “mosaico” regolatorio, si è recentemente arricchito di due importanti atti normativi: l’European Media Freedom Act (Regolamento EMFA) e il Regolamento sull’intelligenza artificiale (AI Act).

L’EMFA, volto alla individuazione di un “modello europeo” per la disciplina dei media in ambiente digitale, affronta il delicato tema della libertà e dell’indipendenza dei media e disegna un quadro di garanzie a sostegno dell’informazione di qualità e una tutela del pluralismo, ambito, quest’ultimo, dove Agcom esercita fin dalla sua istituzione essenziali compiti di vigilanza e monitoraggio.

L’impianto dell’AI Act

Il Regolamento AI, destinato ad applicarsi trasversalmente a tutti i settori economici, intende disciplinare l’uso dell’intelligenza artificiale e mitigare i rischi connessi alla diffusione di software e altri strumenti fondati su questa tecnologia, perseguendo due obbiettivi principali: promuovere lo sviluppo e l’adozione dell’intelligenza artificiale in Europa realizzando un “ecosistema di eccellenza” per innovazione e investimenti e, al contempo, affrontare i rischi che talune categorie di sistemi di intelligenza artificiale comportano per la società civile.

L’approccio human centric

L’approccio seguito dal Regolamento, primo nel mondo, è di tipo “human-centric” e prevede che i sistemi di intelligenza artificiale debbano essere improntati ad obiettivi di affidabilità e ad un livello elevato di protezione della salute, della sicurezza, dei diritti fondamentali, della democrazia, dello stato di diritto e dell’ambiente.

Dal punto di vista dell’impianto regolatorio, l’IA Act si inserisce nel solco del modello approntato dal Legislatore europeo per il Digital Service Act. Infatti, lascia alle grandi piattaforme, ai motori di ricerca e agli altri soggetti coinvolti l’onere di analizzare il rischio e di autoregolarsi e alle Autorità il controllo della conformità di tali processi agli obiettivi stabiliti dal Regolamento.
In questa prospettiva, il Regolamento distingue tra gli usi dell’IA che creano rischio inaccettabile, rischio elevato, rischio limitato, rischio minimo (basso), a seconda del differente grado di incidenza di tali sistemi tecnologici sui diritti fondamentali delle persone.

I requisiti di trasparenza

A livello di esempio, i sistemi di IA generativa, come ChatGPT, dovranno rispettare specifici requisiti di trasparenza: rivelare che il contenuto è stato generato da un’intelligenza artificiale; progettare il modello in modo da impedire la generazione di contenuti illegali; pubblicare riepiloghi dei dati e contenuti coperti da diritto d’autore che sono stati utilizzati per l’addestramento delle macchine.

Con riferimento ai possibili ambiti di azione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nel disegno di legge italiano sull’intelligenza artificiale, si conferma il suo ruolo in materia di vigilanza sul diritto d’autore e sulla correttezza dell’informazione, nell’obiettivo di favorire l’identificazione e il riconoscimento dei sistemi di IA nella creazione di contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici.
L’IA generativa si è rivelata uno strumento sempre più utilizzato nella creazione e nella manipolazione di immagini, video e altri contenuti multimediali, in quanto grazie alle sue capacità generative avanzate, essa può creare o modificare contenuti con una precisione e una velocità inimmaginabili per i metodi tradizionali.

Intelligenza artificiale e regolamentazione di Internet, le sfide da affrontare

Ma, se da un lato l’IA può rivelarsi essenziale soprattutto in ambiti dove la rapidità e l’accuratezza sono cruciali, come nel monitoraggio delle informazioni e nella verifica dei fatti (Fact checking), dall’altro, come ogni potente strumento tecnologico, porta con sé sfide significative, soprattutto in termini di impatto sulla veridicità e l’integrità delle informazioni.
Un ambito sicuramente riconducibile alle istanze di garanzia della correttezza del sistema dell’informazione è la lotta contro la diffusione di fake news e la manipolazione dell’informazione, con effetti significativi sul pluralismo e sulla qualità dell’informazione.

Il complesso caleidoscopio che la Rete di oggi ci restituisce porta con sé una sfida e un concetto da sfatare: quello che la regolamentazione di Internet vada contro l’innovazione.
Piuttosto è vero il contrario.
Regole ben calibrate e proporzionate saranno essenziali per sfruttare appieno le potenzialità di Internet in termini di progresso sociale ed economico per tutta l’umanità e per consentire a cittadini e imprese di utilizzare al meglio la Rete in un ambiente sicuro, trasparente e democratico.

Conclusioni
Tutto dipende da come noi, esseri umani, saremo capaci di modellare e usare le nuove tecnologie digitali. La sfida si può vincere utilizzando e aggiornando norme e tutele esistenti e collaborando all’elaborazione di nuovi e più attuali strumenti di garanzia a beneficio della società.

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