la storia

Assistenti vocali con l’IA: ci siamo arrivati grazie anche al gesuita italiano Roberto Busa



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L’intelligenza artificiale ha trasformato l’interazione con la tecnologia, dai primi algoritmi ai moderni assistenti vocali di OpenAI e Google. Alla base di questa evoluzione c’è Padre Roberto Busa, gesuita italiano e pioniere della linguistica computazionale

Pubblicato il 31 mag 2024

Riccardo Petricca

Esperto Industria 4.0 Innovation Manager



padre busa

L’intelligenza artificiale e gli assistenti vocali hanno rapidamente trasformato il modo in cui interagiamo con la tecnologia. Questi strumenti, una volta visti come futuristici, sono ora parte integrante della nostra vita quotidiana, offrendo assistenza in tempo reale, analisi ambientali e traduzioni al volo. Recentemente, Google e OpenAI hanno annunciato assistenti AI super potenziati, pronti a rivoluzionare ulteriormente questo campo.

San Tommaso, il sacerdote e l'IBM

Storia degli assistenti vocali

Alla base dei moderni sistemi di riconoscimento vocale c’è una branca dell’Informatica e dell’Intelligenza Artificiale (AI) che è la linguistica computazionale che studia lo sviluppo di formalismi descrittivi del funzionamento di un linguaggio naturale, che siano tali da poter essere trasformati in programmi eseguibili da computer.

Molti non sanno che il padre fondatore della linguistica computazionale è stato proprio un italiano. Padre Roberto Busa, gesuita, nato a Vicenza nel 1913 e moto a Gallarate il 9 agosto 2011 è stato con i suoi studi e la lemmatizzazione della Summa Theologiae (tra le più importanti e imponenti opere della teologia e filosofia medioevale) di San Tommaso d’Aquino (la più famosa opera del Santo e teologo di Roccasecca (FR) noto anche come Doctor Angelicus e di cui ricorre quest’anno il 750 anniversario dalla morte). Nel 1946 durante la stesura della sua tesi presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma, Padre Busa maturò l’idea di una verifica puntuale del lessico dell’opera di San Tommaso e scrisse a mano 10.000 schede quando capendo che non gli sarebbe bastata tutta la vita per terminare questo lavoro maturò l’idea di iniziare a cercare qualche macchina automatica che potesse aiutarlo a svolgere questo compito. Volò quindi a New York dove incontrò Thomas Watson, presidente dell’IBM il quale rimase talmente impressionato dal progetto di padre Busa che scrisse a mano una lettera da portare al responsabile Italia dell’IBM per mettergli a disposizione tutto quello che gli poteva servire.

Padre Busa tornato in Italia allestì a Gallarate un laboratorio in cui iniziò l’esame parola per parola dei testi di San Tommaso. Il lavoro consisteva nell’analisi lessicografica dei quasi nove milioni di parole che costituiscono l’opera omnia di San Tommaso d’Aquino, più due milioni di parole di altri autori latini. Padre Busa creò il metodo, la terminologia e le procedure. Padre Busa inizia a lavorare con i sistemi che erano disponibili in quell’epoca in cui nemmeno il termine Intelligenza Artificiale era stato ancora coniato (1959). Arrivato a 6 milioni di schede perforate ancora a metà dell’opera appaiono i primi nastri magnetici e padre Busa ricomincia da capo il suo lavoro utilizzando questi nuovi supporti. Nel 1980, al termine di un lavoro durato trent’anni, completò l’edizione a stampa dell’Index Thomisticus in 56 volumi, per quasi 70.000 pagine e 11 milioni di parole. Anche per questa operazione padre Busa utilizza l’informatica: l’IBM gli ha messo a disposizione un computer per applicazioni scientifiche 360/44 e una stampante laser 2686 (prototipo che poi non ebbe diffusione commerciale). I volumi sono stampati dai nastri magnetici mediante la fotocomposizione computerizzata. L’Index Thomisticus è la prima grande opera editoriale a essere stampata con la nuova tecnologia; per questo merita di essere ricordata nella storia dell’editoria. Nel 2005 l’opera di Padre Busa fa il suo debutto anche su internet e il web.

L’evoluzione della tecnologia AI

L’intelligenza artificiale ha subito una crescita esponenziale negli ultimi decenni. Dall’uso di algoritmi di base, si è passati a reti neurali profonde e modelli di apprendimento automatico sofisticati. OpenAI e Google sono all’avanguardia di questa rivoluzione, sviluppando modelli come GPT-4 e Gemini Live, che non solo comprendono il linguaggio umano ma possono anche rispondere in modo naturale e contestuale.

Assistenti vocali contemporanei

Gli assistenti vocali di oggi non si limitano a rispondere a semplici comandi vocali. Sono in grado di gestire conversazioni complesse, ricordare il contesto di interazioni precedenti e adattarsi alle preferenze degli utenti. OpenAI, con il suo modello GPT-4o, ha dimostrato capacità sorprendenti come leggere storie della buonanotte e risolvere problemi matematici, mentre Google con Gemini Live promette di rivoluzionare ulteriormente il mercato con strumenti di analisi ambientale e traduzione simultanea.

Il ruolo di OpenAI e Google

OpenAI e Google sono pionieri nel campo dell’AI, ciascuna con una propria visione su come gli assistenti vocali possono migliorare la nostra vita. OpenAI ha concentrato i suoi sforzi sullo sviluppo di modelli di linguaggio avanzati, mentre Google sta integrando l’AI in un ecosistema di prodotti già esistenti, creando un agente AI multifunzionale che sarà disponibile entro la fine dell’anno.

Funzionalità avanzate degli assistenti vocali moderni

Le funzionalità avanzate degli assistenti vocali moderni includono la capacità di analizzare l’ambiente circostante tramite video in tempo reale, rispondere a interruzioni durante una conversazione, e tradurre conversazioni in tempo reale. Queste capacità rappresentano un passo avanti significativo rispetto agli assistenti vocali delle generazioni precedenti, offrendo un’interazione più fluida e intuitiva.

Implicazioni e impatti sull’uso quotidiano

Gli assistenti vocali moderni hanno il potenziale per diventare strumenti indispensabili nella vita quotidiana, aiutando con la gestione del tempo, la risoluzione di problemi complessi e l’accesso rapido alle informazioni. Tuttavia, c’è ancora da vedere se questi strumenti diventeranno parte integrante della nostra routine quotidiana o se finiranno per essere solo una moda passeggera.

Aspetti etici e di sicurezza

Con l’avanzare della tecnologia AI, sorgono anche preoccupazioni etiche e di sicurezza. La privacy degli utenti, l’uso dei dati personali e il potenziale di abuso sono argomenti di grande rilevanza. È essenziale che le aziende che sviluppano questi assistenti vocali implementino misure di sicurezza robuste e trasparenti per proteggere gli utenti.

Conclusioni

L’intelligenza artificiale e gli assistenti vocali hanno fatto passi da gigante, trasformando il modo in cui interagiamo con la tecnologia. Con le recenti innovazioni di OpenAI e Google, il futuro degli assistenti vocali sembra promettente, offrendo funzionalità avanzate che potrebbero diventare parte integrante della nostra vita quotidiana. Tuttavia, rimangono sfide da affrontare, in particolare in termini di etica e sicurezza, che richiederanno un’attenzione continua man mano che la tecnologia continua a evolversi, tematiche fondamentali che lo stesso Padre Busa aveva ben intuito molti anni fa e di cui parlava spesso nei suoi seminari e incontri.

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