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Auto a guida autonoma, ma quando arrivano? Ecco perché andiamo nella direzione sbagliata

La risposta alla domanda “quando potremo vedere auto a guida autonoma circolare diffusamente nei centri urbani delle nostre città?” pare essere “tra un anno” da almeno 8 anni. Troppi ostacoli di difficile soluzione ne rallentano l’arrivo. Forse, però, la tecnologia potrebbe essere usata in altri modi

Pubblicato il 05 Mag 2022

Stefano Quintarelli

Imprenditore digitale, già parlamentare e ideatore di Spid nel 2012

auto a guida autonoma

Quanto tempo sarà necessario per vedere auto a guida autonoma circolare diffusamente nei centri urbani delle nostre città? E, soprattutto, il massimo obiettivo della tecnologia è davvero l’eliminazione del conducente, o ci sono altri, promettenti, sbocchi? Tra questi, ad esempio, la possibilità di rendere accessibile la guida anche persone che non si sono formate e non possiedono una patente.

Auto a guida autonoma, il difficile equilibrio tra innovazione e sicurezza: il nodo delle responsabilità

Il Musk pensiero sulle auto a guida autonoma

A proposito delle tempistiche di arrivo delle auto a guida autonoma sulle strade delle nostre città, è istruttivo conoscere il pensiero di Elon Musk, il maître à penser del settore e neopatron di Twitter.

Tesla Motors fu fondata nel 2003 da Martin Eberhard e Marc Tarpenning; Musk entrò in un secondo momento come finanziatore e divenne amministratore delegato nel 2008.

Sei anni dopo, nel 2014, Musk diceva “le auto a guida autonoma saranno certamente una realtà; probabilmente l’anno prossimo saranno capaci di guidare da sole per il 90% dei tragitti”.

Nel 2015 ribadiva il concetto che “probabilmente manca un mese per avere la guida autonoma, almeno per le autostrade e per strade abbastanza semplici”.

Nel 2016 diceva che “già adesso model S e model X possono guidare [autonomamente] con una sicurezza maggiore di quella di una persona”.

Nel 2018 riteneva che “entro la fine dell’anno prossimo la guida autonoma includerà essenzialmente tutte le modalità di guida e sarà almeno dal 100 al 200% più sicura di quella di una persona”.

Nel 2019 affermava “mi sento molto fiducioso nel predire che l’anno prossimo ci saranno taxi autonomi prodotti da Tesla”.

Nel 2020, nuovamente, affermava di “essere estremamente fiducioso di raggiungere la piena guida autonoma e di rilasciarla a tutta la base dei clienti Tesla l’anno prossimo”.

Nel 2021 gli venne chiesto quando pensasse che Tesla avrebbe potuto raggiungere il livello 4 di guida autonoma e lui rispose “penso che sia abbastanza probabile per l’anno prossimo”.[1]

Secondo Musk, la risposta alla domanda “quando potremo vedere auto a guida autonoma circolare diffusamente nei centri urbani delle nostre città ?” Pare quindi essere “tra un anno” da almeno 8 anni.

Il fatto è che la sfida è molto difficile. Tre anni fa, durante i lavori del Gruppo di esperti ad alto livello sull’intelligenza artificiale della Commissione UE, l’esperto di una grande azienda di elettronica sosteneva che sarebbe accaduto entro 5 anni, facendole guidare molto lentamente. Io scommisi di no. Recentemente ho proposto di raddoppiare la scommessa ma lui ha declinato.

Il sistema di classificazione dell’automazione dei veicoli

L’agenzia del dipartimento dei trasporti statunitense National Highway Traffic Safety Administration ha introdotto un sistema standard di classificazione con sei diversi livelli di automazione della guida di veicoli, che vanno dal livello 0 (nessuna automazione) al livello 5 (automazione completa).

Livello 0 – nessuna automazione

Livello 1 – assistenza alla guida

Livello 2 – automazione parziale

Livello 3 – automazione condizionata

Livello 4 – alta automazione

Livello 5 – aiena autonomia

Al livello 3 (automazione condizionata) il veicolo può controllare autonomamente sia lo sterzo sia la velocità in condizioni ambientali “normali”, riscontrabili ad esempio in parchi chiusi, strade recintate (come le autostrade) ma sempre con la supervisione di un conducente in grado di intervenire e arrestare il veicolo.

Ai livelli 4 (alta automazione) e 5 (piena autonomia) il veicolo può completare il viaggio autonomamente senza richiedere la supervisione del conducente: al livello 5 in qualunque condizione ambientale; al livello 4 solo in condizioni ambientali “normali” (se dovessero venire meno tali condizioni la persona può intervenire per interrompere il viaggio).

Tutti gli ostacoli sulla strada delle auto a guida autonoma

La domanda “quando vedremo auto a guida autonoma circolare diffusamente nei centri urbani delle nostre città ?” più tecnicamente significa quindi “quando vedremo auto con livello di autonomia di guida 4 o 5 nelle nostre città?” (e non solo nelle tangenziali).

Il punto centrale è l’impredicibilità di fondo delle condizioni della strada e dei potenziali difetti e imprevisti; impredicibilità che non è facilmente risolvibile se non in ambienti molto controllati.

L’elevato controllo dell’ambiente è un prerequisito per accelerare la diffusione di auto a guida autonoma, ma questo controllo confligge con la privacy. Sono sempre di più gli articoli che mostrano come, con piccoli ritocchi all’ambiente fisico, si possano trarre in inganno i sistemi di guida autonoma. Sarebbe quindi necessario implementare procedure atte a rilevare ed evitare cambiamenti tali da poter avere effetti dirompenti sui veicoli autonomi.

A parte gli ambienti di test/demo, in una “situazione di vita reale” ci vorrebbe una stretta sorveglianza di tutto quello che succede nei dintorni (condizioni della strada, lavori, scherzi, hack, ecc…); ma tutto questo potrebbe magari essere accettabile in culture come quella di Singapore, non certo in Europa.

Tra gli ulteriori fattori che aumentano la complessità vi sono ovviamente gli altri veicoli non autonomi che si muovono nella medesima area. Al fine di ridurre l’imprevedibilità si potrebbe pensare a centri città dove siano ammessi solo veicoli a guida autonoma. Succederà diffusamente? Penso che sia improbabile.

Questo non significa che non ci saranno sperimentazioni e test sul campo, anzi. Solo che non possiamo ritenere che queste sperimentazioni e test sul campo possano poi effettivamente evolvere fino a essere diffusamente presenti nei centri delle nostre città. Si può costruire un aereo con una piscina a bordo che offra commercialmente viaggi da Milano a NYC. Questo implica che gli aerei in futuro avranno diffusamente delle piscine? Ovviamente no. È impraticabile, per molte ragioni.

Gli aspetti di responsabilità

Poi c’è la questione normativa, e in particolare gli aspetti di responsabilità. Non solo la responsabilità civile, che può essere compensata con un’assicurazione, ma la responsabilità penale, che deve essere ricondotta obbligatoriamente a una persona, e questa persona non può essere il conducente di un veicolo “full self driving”. Il CEO dell’azienda produttrice si assume la responsabilità? Questo rimanderebbe ulteriormente nel futuro la guida di livello 5.

Quando la responsabilità penale viene attribuita al conducente (o persona trasportata con un grado di controllo sul sistema, come ad esempio fino al livello 4), stiamo effettivamente definendo un vincolo che contraddice una delle caratteristiche: da un lato, la possibilità, non guidando, di focalizzare l’attenzione su qualcos’altro, e, dall’altro, la necessità di stare attenti per intervenire se le condizioni di contorno cambiano. È una specificazione contraddittoria nei suoi stessi termini.

Non mi pare probabile che l’obbligo di prestare attenzione (e la necessità di avere un certo grado di responsabilità) possa diffusamente svanire nel prossimo futuro.

Altri possibili usi della tecnologia alla guida

Se questo è il caso, perché non usare la tecnologia per altri scopi?

Se pensassimo alla tecnologia di guida autonoma come “guida assistita on steroids”, potremmo pensare di rendere accessibile la guida anche persone che non si sono formate e non possiedono una patente di guida.

Sterzerebbero, accelererebbero e frenerebbero secondo le loro capacità. Capacità che migliorerebbero con il tempo, mentre la tecnologia impedisce loro di commettere gravi errori e provocare danni (in alcuni casi si potrebbe prevedere un meccanismo di annullamento delle limitazioni imposte dall’auto a guida assistita).

Con un tale sistema anche gli adolescenti potrebbero guidare auto e non essere limitati alle moto a bassa velocità. Gli anziani potrebbero guidare, purché abbiano riflessi rapidi, testati all’inizio del viaggio. La maggiore abilità richiesta sarebbe proprio quella più complessa da essere effettuata da un computer: individuare anche in contesti imprevedibili, mai visti prima, le situazioni di emergenza e azionare rapidamente il dispositivo di fermata per evitare incidenti. E si annullerebbe anche il requisito contraddittorio di cui sopra.

Forse, la killer app della tecnologia di guida autonoma potrebbe essere non sbarazzarsi dei conducenti, ma sbarazzarsi della burocrazia, delle patenti di guida, ecc.

Sarebbe un percorso di adozione che può coesistere con la regolamentazione e l’ambiente attuali e che amplierebbe il mercato, rendendo la guida dell’auto ancora più semplice di andare in bicicletta.

Note

  1. https://futurism.com/video-elon-musk-promising-self-driving-cars

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