Il lavoro minorile, nei suoi aspetti più lesivi dello sviluppo e della dignità umane, è immaginato spesso contestualizzato in società estremamente povere.
Eppure, potremmo assistere a uno sfruttamento minorile, con conseguenze non meno importanti per un’infanzia sana, anche nei paesi ricchi.
Baby YouTubers, tra opportunità e sfruttamento economico: zone grigie e domande da porsi
Il fenomeno dei baby influencer
Vi sono situazioni, infatti, nei quali bambine e bambine potrebbero essere percepite come macchine per fare soldi: ci riferiamo ai cosiddetti baby influencer, minorenni che attraverso i social diventano protagonisti seguitissimi nella promozione di prodotti.
Questi non mancano, sia a livello internazionale che nazionale (3 e 4).
Secondo Forbes, che pubblica ogni anno una lista degli youtuber che ricevono maggiori compensi, al sesto e settimo posto al mondo ci sarebbero una bambina e un bambino.
Like Nastya
Anastasia Radzinskaya, protagonista del canale “Like Nastya”, con oltre ottantott’otto milioni di iscritti. La bambina è nata sette anni fa a Tuapsè, nel Territorio di Krasnodar (millecinquecento chilometri a sud di Mosca), con una paresi cerebrale che secondo i medici non le avrebbe permesso di parlare e camminare. Invece, quando Anastasia aveva due anni, la sua famiglia ha aperto il canale affinché amici e parenti potessero monitorare i suoi progressi verso la normalità. Il pubblico di “Like Nastya” è cresciuto enormemente, i genitori hanno deciso così di dedicarsi professionalmente esclusivamente a questo progetto, diventando manager della figlia, aprendo anche una compagnia per la gestione del suo successo, che è continuato a tal punto che si sono trasferiti in Florida per garantire un ulteriore sviluppo alla loro impresa.
Se, inizialmente, l’azione principale di Anastasia era scartare regali, poi la famiglia ha iniziato a viaggiare e a documentare così, con la figlia come protagonista, anche questa attività.
Si è trasformata così in modella e attrice in un percorso di nove mesi tra Thailandia, Malesia e Indonesia, con video che superavano rapidamente il milione di visualizzazione.
Secondo Forbes, la famiglia di Anastasia, grazie a questo canale ha incassato ventotto milioni di dollari. A scrivere sceneggiature è la madre, con poche migliaia di dollari realizzano video in cui compaiono i prodotti così da promuovere: si è iniziato con un’azienda alimentare per approdare a vestiti e macchine.
Ryan’s World
Al settimo posto, dopo Anastasia, tra gli youtuber più pagati al mondo c’è Ryan Haruto Nguyen, undicenne protagonista di “Ryan’s World”, con quasi quaranta milioni di iscritti. L’attività principale, inizialmente, era la recensione di giocattoli. Poi ha ottenuto collaborazioni con moltissimi brand fino a lanciare sul mercato la propria linea di giocatoli e abbigliamento, in vendita sia da Walmart che da Target.
Ryan attualmente vive in Texas con la mamma vietnamita ed il padre giapponese. La madre ha concentrato tutto il suo lavoro sul canale youtube del figlio. Cinque anni fa è stata anche lanciato la serie televisiva, su Nickelodeon intitolata “Ryan’s Mystery Playdate” con protagonisti Ryan, i suoi genitori e due personaggi animati (Gus the Gummy Gator e Combo Panda). Attualmente va in onda sul canale Cartoonito il format “Ryan e l’ospite misterioso”, un contenitore di sfide fisiche che coinvolge l’intera famiglia di Ryan un ospite del mondo dello spettacolo e dello sport. I guadagni di Ryan si aggirano intorno ai dieci milioni di dollari l’anno.
Anche in Italia, seppure con un pubblico a dimensione nazionale, si sono imposti dei baby influencer, sia su YouTube che su altri canali.
Baby YouTuber e piccoli influencer italiani
Baby YouTuber, nel nostro Paese, sono (4):
“Ameli TVIT”, con quattro milioni e duecento trentamila iscritti. Nel 2016 il canale è partito, quando Amelì aveva due anni. Ora recensisce giocattoli, fa gameplay, canta, cucina e collabora con aziende come Netflix. Oltre al canale YouTube ha anche un profilo Instagram e uno Spotify.
Amelì è in questi giorni comparsa su molte testate per il suo video musicale, in lacrime e tuta mimetica, nel quale canta per i bambini del suo paese di origine: l’Ucraina.
Daniel e Alyssa sul canale “Silvia & Kids”, con un milione e trecento ottanta mila follower, collegato al canale della madre “Cose da mamme”. Il formato con Daniel e Alyssa ha presentato brand di vestiti, giocattoli ed elettrodomestici. L’undici giugno 2020 è uscito un loro libro intitolato “Gioca con noi”.
Lara, volto de “Il mondo di Lara”, figlia dell’influencer Chiara Paradisi che nel 2018 ha aperto il canale della figlia, attualmente ha cento sessantaseimila iscritti.
Il lavoro minorile
Per lavoro minorile ci si riferisce a quell’«attività lavorativa che priva i bambini e le bambine della loro infanzia, della loro dignità e influisce negativamente sul loro sviluppo psico-fisico» (1).
La convenzione sull’età minima dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) del 1973, alla quale ciascun membro dell’ILO si impegnava ad adeguarsi, fissava che l’età minima per il lavoro non potesse essere al di sotto di quella stabile, da ogni Paese, per la conclusione della scuola dell’obbligo ed in ogni caso non inferiore ai quindici anni.
Inoltre, le parti si assumevano l’obbligo di aumentare progressivamente «l’età minima per l’assunzione all’impiego o al lavoro ad un livello che permetta agli adolescenti di raggiungere il più completo sviluppo fisico e mentale» e, comunque, «l’età minima per l’assunzione a qualunque tipo di impiego o di lavoro che, per la sua natura o per le condizioni nelle quali viene esercitato, può compromettere la salute, la sicurezza o la moralità degli adolescenti non dovrà essere inferiore ai diciotto anni» (2).
Altri baby influencer spopolano su Instagram, come Gaia Buru Buru, che con trentamila e quattrocento follower è una delle più seguite. L’iniziativa parte dalla madre Mary Ciavotta che ha iniziato a pubblicare sul suo profilo le foto della figlia, quando aveva un anno, ricevendo numerosi commenti e condivisioni. Da allora ha aperto un blog per dare consigli ad altre mamme. Sono cresciute anche le richieste promozionali e le collaborazioni. Gaia ha fatto così da modella, ad esempio con un cellulare in mano mentre sedeva sul passeggino. La madre ha deciso che la figlia seguirà anche un corso di recitazione, per valorizzare le sue qualità espressive.
I rischi a cui esponiamo i bambini
Premesso che non conosciamo assolutamente le vite private di queste persone e famiglie, che possono aver mantenuto un contesto educativo ed affettivo perfetto per la loro prole e unito curiosità, passione e gioco ad un’attività imprenditoriale utile, esponiamo alcuni possibili rischi ai quali, baby youtuber e influencer potrebbero venire esposti (senza però alcun riferimento a quelli sopra riportati, ci riferiamo bensì a possibili emulazioni).
Non sempre è facile mantenere un contesto di autenticità e rapporto di realtà con il mondo per i divi dello spettacolo: questo potrebbe essere ancora più a rischio se il protagonista non ha ancora raggiunto la maturità.
Gli esempi, nello star system di giovanissimi divi con poi una vita da adulti non proprio risolta, purtroppo non mancano.
Le cause potrebbero essere diverse, tra le quali:
- La confusione di ruoli, tra genitori, che dovrebbero puntare ad un amore incondizionato ed accoglienza, non strategici o manipolatori. Questi potrebbero venire offuscati dall’essere anche manager dei propri figli in attività estremamente lucrose.
- Il non facile rapporto con la realtà per bambini che diventano superstar con un potere economico e visibilità incredibilmente superiore alla media delle persone.
- Molti attori adulti, una volta che si interrompe la popolarità, cadono in depressione (il successo, per molti effetti, anche chimici, è comparabile ad una droga). I bambini, in questo, potrebbero essere ancora più fragili, e ricordiamo, il possibile rischio di crescere in un mondo simulato e lontano da quello degli altri bambini
- Questa precoce media education non avrebbe sempre come obiettivo comunicare e apprendere, ma precisi target strategici manipolativi ben definiti (messaggi commerciali).
Potremmo così assistere ad infanzie violate per ambizione dei genitori: che prima vetrinizzano sé stessi nei social, poi il loro ruolo di genitori ed infine la vita dei figli.
- https://www.ilo.org/rome/risorse-informative/comunicati-stampa/WCMS_800315/lang–it/index.htm
- https://www.ilo.org/rome/approfondimenti/WCMS_578887/lang–it/index.htm