scenari digitali

Bambini nel metaverso: niente allarmismo, ma i genitori facciano da guida

Il Metaverso pone sicuramente dei rischi legati alla novità di uno strumento e di un concetto, ma l’opportunità di creare nuovi modelli di business e modelli sociali è di gran lunga superiore al rischio. E come per tutte le novità, i bambini non devono essere lasciati in questo nuovo mondo senza controllo

Pubblicato il 07 Dic 2022

Nicola Ruggiero

Focus Group srl

Gli aspetti controversi del Metaverso

In quanto insieme di mondi virtuali e immersivi il Metaverso è una opportunità a tutte le età per socializzare con altri, per approfondire aspetti culturali di proprio interesse o studiare comunità e civiltà lontane dalla nostra, o semplicemente giocare per online o partecipare a un evento. Ed è una opportunità anche per i nostri bimbi e per i nativi digitali.

Inside The Metaverse: Are Your Kids Safe In A Virtual World?

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Pro e contro della realtà virtuale

Secondo una ricerca dell’University of Southern California (USC) la combinazione Realtà Virtuale e giochi che stimolano l’empatia tra i soggetti che vi partecipano, fa bene alla salute mentale delle persone. Alcuni studenti dell’USC hanno creato ambienti di realtà virtuale che, come un gioco, riproducono fatti e luoghi reali della vita di tutti i giorni; ad esempio, in Our America il giocatore interpreta il ruolo di un papà di colore che accompagna il proprio figlio a scuola e nel frattempo la polizia gli rimuove l’auto: il giocatore deve decidere come reagire, cosa fare e gestirne le conseguenze.

Come tutte le forme di social network più o meno evolute, come tutti i soggetti esposti a un internet senza controllo, anche i bimbi possono essere esposti a contenuti o immagini inappropriate, a bullismo cibernetico o semplicemente fuorviati nella percezione della realtà fisica da ciò che in un mondo virtuale sembra facilmente accessibile con relativo poco sforzo.

Oltre che per gli adulti il Metaverso rappresenta un rischio concreto per i bimbi ed i ragazzi se non opportunamente indirizzato e controllato, se non assistiti da adulti nel loro percorso di esplorazione delle diverse realtà. Non per questo va demonizzato soprattutto se si pensa all’utilità che hanno avuto le lezioni a distanza o i corsi on-line – una forma primitiva di Metaverso – durante il lockdown a seguito del Covid-19.

È importante che i genitori e la comunità intorno ai ragazzi, inclusa la scuola, forniscano la giusta educazione e sorveglianza all’uso del Metaverso, cosa che è mancata fino ad oggi nell’uso dei social network e dei videogiochi on-line.

Esposizione al digitale e salute mentale

Secondo Albert “Skip” Rizzo, psicologo e direttore per la realtà virtuale medica presso l’Istituto per le tecnologie creative dell’USC, le piattaforme di social media di oggi sono già pericolose per alcuni bambini e adolescenti ed il livello di immersione della realtà virtuale potrebbe peggiorare ulteriormente i problemi tipici di queste età. “C’è una potenza nell’essere immersi in un mondo diverso dall’osservazione e dall’interazione… attraverso un monitor a schermo piatto”, afferma Rizzo. “Una volta che siamo effettivamente incarnati in uno spazio, anche se non possiamo essere toccati fisicamente, possiamo essere esposti a cose che assumono un livello di realismo che potrebbe essere psicologicamente aggressivo”. Questo soprattutto in età adolescenziale e preadolescenziale.

Infatti ci sono evidenze che i bimbi esposti per molte ore al giorno ai social, al tablet o smartphone o videogiochi on-line presentano aspetti sociali preoccupanti per i danni che possono ricevere alla propria salute mentale: voglia di solitudine e di isolarsi nel proprio mondo, poco interesse per la realtà fisica che li circonda o per attività semplicemente all’aria aperta, fino ad arrivare a insicurezza, nausea persistente, senso di stanchezza e mal di testa continui, per finire con depressione profonda che in pochi casi ha spinto qualche ragazzo al suicidio.

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Opportunità e rischi del metaverso

Con il Metaverso però possiamo creare dei mondi “controllati” per i nostri giovani che li aiutino a conoscere meglio la realtà fisica, che gli propongano contenuti adeguati alla loro età ed alla loro cultura, che li aiutino a studiare e risolvere problemi che avrebbero in ogni caso affrontato nella vita reale, semplicemente facendolo con uno strumento diverso ma sempre con l’assistenza dei genitori e della comunità. E se si pensa ai giochi, il Metaverso è anche un modo per avvicinare genitori sempre meno giovani ai propri figli, colmando un gap generazionale importante tra loro, ed usando uno strumento moderno per avere momenti di piacere insieme e rafforzare il legame.

Il rovescio della medaglia è nella privacy, sempre meno garantita e più difficile da gestire nella pluralità di realtà virtuali che il Metaverso crea, privacy che per i bambini richiede livelli di attenzione e strumenti più incisivi di quelli attuali, privacy che è già un tema importante sui social network e che lo diventa ancora di più in questo caso, privacy che coinvolge il bimbo ma anche tutta la famiglia e chi gli sta intorno, chi interagisce con lui nel fisico e nel virtuale.

Il ruolo dei genitori

Ancora una volta il ruolo dei genitori è importante, il Metaverso va preso a piccole dosi e non necessariamente tutti i giorni. In proporzione i bambini devono passare più ore a socializzare per davvero con i propri compagni, giocare all’aria aperta per acquisire contatto con la realtà e confrontarsi dal vivo con gli altri, per apprezzare tutti gli stimoli che la natura può dare, per conoscere il sudore per la fatica fisica di una partitella di calcetto o una corsa in bicicletta. E capire cosa è il bullismo per meglio combattere il cyberbullismo, essendo quest’ultimo più subdolo perché rinchiuso in un mondo virtuale a cui gli altri sono difficilmente esposti.

Come nella vita reale anche il Metaverso rischia di creare classismo tra i bimbi a seconda del loro paese o stile di vita; infatti, non tutti i bambini hanno accesso ad internet e tra quelli che lo hanno non tutti possono permettersi l’acquisto di occhiali per la realtà virtuale che sono il requisito essenziale per entrare nel Metaverso. E qui il rischio di differenza di classe tra bimbi della stessa età è più che concreto.

Bastano queste poche riflessioni sui temi etici, morali e sociali posti dal Metaverso e dal suo impatto sui bambini per capire che non esiste la soluzione a questi temi senza un approccio strutturato, multilivello e con responsabilità condivisa tra diversi attori.

In primis, lo abbiamo già detto, i genitori che più di altri devono vigilare sull’uso del Metaverso da parte dei propri figli, devo selezionare e filtrare i contenuti, devono imporre delle regole sia di uso qualitative che quantitative, devono regolare le ore al giorno dedicate al mondo virtuale e le ore dedicate al mondo fisico, devono poi ingaggiarsi con i propri figli per esplorare in parte insieme il Metaverso.

Altro ruolo importante è associato alle corporation che gestiscono le piattaforme ed i contenuti: devono filtrare e selezionare gli stessi e al contempo assicurare la privacy degli utenti ed essere pronte ad individuare e bloccare sul nascere atti di cyberbullismo. Devono disegnare mondi virtuali a misura di bimbi, occhiali per la realtà virtuale più adatti agli stessi, stabilire semplici meccanismi di reporting di azioni sospette e contenuti inappropriati, fornire connessioni protette per evitare il furto di dati personali dei bimbi, insomma devono mettere in atto una serie di strumenti che normalmente per gli adulti sono meno necessari ma, soprattutto, devono esplorare nuovi mondi di user experience dove l’interazione adulto-bambino è la nuova frontiera.

Conclusioni

Insomma, la sfida non è affatto banale ed è estesa a una pluralità di soggetti che va ben oltre quelli qui citati, ad esempio chi propone contenuti deve integrare almeno tutti i punti di riflessione qui esposti e deve anche pensare, insieme a chi gestisce le piattaforme, che il tutto deve essere visto in ottica di business, generare revenue e profitti. In questo senso il Metaverso farà cambiare la percezione del valore dei social network: oggi è tutto gratis ma subiamo la volontà del gestore della piattaforma e non siamo disposti a pagare l’uso della piattaforma social in qualità di utenti finali, domani saremo disposti a pagare per avere contenuti adeguati ai nostri figli, privacy e sicurezza.

Il Metaverso, quindi, pone sicuramente dei rischi legati alla novità di uno strumento e di un concetto, ma l’opportunità di creare nuovi modelli di business e modelli sociali è di gran lunga superiore al rischio. Forse per questo le grandi corporation stanno massicciamente investendo nel Metaverso.

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