gestione del rischio

Beni culturali a rischio: strumenti e strategie per vincere la sfida del cambiamento climatico

Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza che il patrimonio culturale è a rischio a causa degli effetti del cambiamento climatico, ma non sono ancora presenti misure e strategie dedicate nei piani nazionali e internazionali di riduzione e gestione del rischio. Lacune da colmare, strategie di protezione e preparazione

Pubblicato il 04 Mar 2022

Alessandra Bonazza

Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

. Esercitazione (preparazione ad allagamento per piogge intense) nella piazza della Cattedrale di Ferrara (Dicembre 2019).

Gli effetti principali del cambiamento climatico sono ampiamente noti, ma non ancora riconosciuti e studiati in modo esauriente per quanto riguarda gli impatti sul patrimonio culturale. Siti archeologici, complessi monumentali, paesaggio, collezioni nei musei, ma anche tradizioni e antiche tecniche di costruzione rappresentano la nostra identità, ci collegano alla eredità del passato e sono una risorsa insostituibile per il futuro.

Nonostante sia indubbiamente aumentata negli ultimi anni la consapevolezza che il patrimonio culturale è a rischio a causa degli effetti del cambiamento climatico, non sono tuttora presenti misure e strategie dedicate nei piani nazionali e internazionali di riduzione e gestione del rischio [1].

Il digitale per valorizzare il patrimonio culturale: scuola, archivi, biblioteche e musei

Eppure, le prime ricerche specifiche risalgono a quasi 20 anni fa, quando nell’ambito del Progetto Europeo Noah’s Ark (FP6, 2004-2007) sono stati prodotti i primi scenari a breve e lungo termine ed un atlante di vulnerabilità con mappe europee realizzate applicando i modelli climatici globali e regionali Hadley (con risoluzione di griglia rispettivamente di 295 x 278 km e 50 x 50 km) negli scenari A2 (Scenari di emissione SRES IPCC utilizzati in TAR e FAR) [2].

Le lacune ancora da colmare

Nell’affrontare la valutazione dell’impatto dei cambiamenti climatici su complessi monumentali ed edifici storici, il downscaling nella risoluzione degli output dei modelli globali e regionali rimane ancora una questione aperta: la risoluzione spaziale e temporale dei parametri climatici e di inquinamento estraibili dai modelli climatici comporta che le proiezioni future di fenomeni di degrado, sviluppati a scala locale sul patrimonio costruito, necessitino di ulteriori studi di approfondimento. D’altro canto, previsioni altamente affidabili richiedono una base di dati standardizzata a livello globale/regionale e serie temporali lunghe almeno 30 anni. Sulla base di un approccio user-driven possono essere sicuramente disponibili scenari personalizzabili a livello locale, che rispondono alle esigenze dei diversi target di stakeholders coinvolti nella tutela e gestione del patrimonio culturale a rischio per effetto dei cambiamenti climatici.

Solo di recente la ricerca ha iniziato a focalizzarsi nello sviluppo di proiezioni di eventi estremi legati ai cambiamenti climatici e al rischio a cui è sottoposto il patrimonio culturale [3, 4]. La complessità di questo tema di ricerca risiede in primo luogo nel significativo aumento delle incertezze nella modellazione di scenari futuri di eventi estremi, come piogge intense, tempeste, inondazioni, siccità prolungata, ondate di calore.

Figura 1. Mappa riferita alla proiezione nel lontano futuro (2071-2100) dell’indice climatico CDD (maximum consecutive dry days) per la valutazione di periodi siccitosi, ipotizzando lo scenario pessimistico RCP 8.5.

Per una valutazione completa del rischio è inoltre necessario valutare la vulnerabilità dei beni esposti. La vulnerabilità può essere caratterizzata da parametri che contemplano diversi aspetti (strutturale, gestionale, socioeconomico, ambientale) e dipende dalla combinazione di tre fattori principali: suscettibilità, esposizione e resilienza, che devono essere caratterizzati per poterne fornire una valutazione.

Dall’analisi dello stato dell’arte e delle lacune ancora esistenti nella conoscenza del settore, risulta urgente investire risorse e sforzi nella produzione di strumenti e soluzioni per migliorare la preparazione del patrimonio culturale nell’affrontare gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici.

Ciò anche a sostegno del Piano d’azione (2015-2030) per l’attuazione della Priorità 4 del Sendai Framework per la riduzione dei rischi di catastrofi (Migliorare la preparazione alle catastrofi per una risposta efficace e per realizzare pratiche di “Build Back Better” nelle fasi di recupero, ripristino e ricostruzione) dove, tra le misure è previsto lo sviluppo di buone pratiche per l’integrazione del patrimonio culturale nelle strategie nazionali di riduzione del rischio di catastrofi che devono essere sviluppate dagli Stati membri dell’UE [5].

La piattaforma per la mappatura del rischio dei Progetti Interreg Central Europe ProteCHt2save e STRENCH

La piattaforma WebGIS realizzata nell’ambito dei progetti Interreg Central Europe ProteCHt2save e STRENCH nasce con l’obiettivo di fornire uno strumento di supporto alle autorità ed enti pubblici e privati nella salvaguardia e gestione dei beni culturali a rischio in Europa da eventi climatici estremi, quali piogge intense, alluvioni e prolungati periodi siccitosi. Si basa sul concetto di rischio che implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e delle possibilità che ne consegua un danno. L’analisi della esposizione e della vulnerabilità del settore impattato dal pericolo è quindi necessaria.

Questo strumento permette di visualizzare e scaricare in modo interattivo mappe di pericolosità con risoluzione spaziale di ∼12km, basate su dati forniti da modelli climatici regionali e da servizi satellitari del programma Copernicus (Climate Change Service, C3S). Prevede l’utilizzo di indici per valutare la pericolosità da eventi estremi legati a variazioni di temperatura e precipitazione, come ad esempio R20mm (numero di giorni nell’anno con precipitazione superiore o uguale 20mm) e R5xday (valore massimo mensile di precipitazione in 5 giorni consecutivi) (Figura 1).

La piattaforma fornisce inoltre una metodologia per la valutazione della vulnerabilità a scala locale, calcolata sulla base di una accurata identificazione di elementi critici fisici e gestionali del bene in oggetto. È possibile fare valutazioni del rischio in Europa e nel Bacino del Mediterraneo a breve (2021-2050) e a lungo termine (2071–2100).

Strategie di protezione e preparazione all’emergenza

Fra le attività condotte nell’ambito dei progetti sono state messe a punto strategie di preparazione ed evacuazione in emergenza specifiche per la protezione dei beni in caso di inondazioni ed incendi dovuti a prolungati periodi siccitosi. Le strategie sono state successivamente testate con simulazioni in campo, in collaborazione con la Protezione civile e i Vigili del fuoco in siti culturali dimostrativi, fra cui la piazza della Cattedrale di Ferrara ed il Parco di Villa Ghigi a Bologna, mettendo in luce come la preparazione all’emergenza risulti essere l’azione cruciale nella gestione dei siti a rischio (Figura 2).

Per integrare in modo esaustivo le misure esistenti in materia di adattamento ai cambiamenti climatici indirizzate alla tutela del patrimonio culturale nelle strategie e nei piani nazionali è necessario proseguire nella ricerca in quest’ambito con attività mirate all’implementazione dell’utilizzo dei risultati in azioni concrete di tutela e salvaguardia supportate da specifiche direttive politiche di gestione e riduzione del rischio.

Bibliografia

[1] Bonazza A., Maxwell I., Drdácký M., Vintzileou E., Hanus C., Ciantelli C., De Nuntiis P., Oikonomopoulou E., Nikolopoulou V., Pospíšil S., Sabbioni C., Strasser P., 2018. Safeguarding cultural heritage from natural and man-made disasters. ISBN978-92-79-73945-3, https://doi.org/10.2766/224310.

[2] Sabbioni C., Brimblecombe P., Cassar M., 2010. The Atlas of Climate Change Impact on European Cultural Heritage – Scientific analysis and management strategies, Anthem Press, London/New York, pp.146. ISBN 978927909800-0, https://doi.org/10.2777/11959.

[3] Sardella A., Palazzi E., von Hardenberg J, Del Grande C., De Nuntiis P., Sabbioni C., Bonazza A, 2020. Risk mapping for the sustainable protection of cultural heritage in extreme changing environments. Special Issue Assessing the Impact of Climate Change on Urban Cultural Heritage. Atmosphere, 11(7), 700, https://doi.org/10.3390/atmos11070700.

[4] Bonazza A., Sardella A., Kaiser A., Cacciotti R., De Nuntiis P., Hanus C., Maxwell I., Drdácký T., Drdácký M., 2021. Safeguarding cultural heritage from climate change related hydrometeorological hazards in Central Europe. International Journal of Disaster Risk reduction, 63, 102455, ISSN 2212-4209, https://doi.org/10.1016/j.ijdrr.2021.102455.

[5] COMMISSION STAFF WORKING DOCUMENT Action Plan on the Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 A disaster risk-informed approach for all EU policies SWD(2016)205 final/2, http://ec.europa.eu/echo/sites/echo-site/files/1_en_document_travail_service_part1_v2.pdf

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