Al giorno d’oggi, lo sviluppo di strategie su misura per la gestione e la riduzione del rischio dovuto ai rischi climatici sul patrimonio culturale ha acquisito senza dubbio un ruolo considerevole nel settore decisionale politico [1].
Tale interesse è stato fortemente spinto dai significativi progressi della ricerca raggiunti negli ultimi decenni, in particolare quelli riguardanti la valutazione dell’impatto delle variazioni continue ed estreme dei parametri climatici sul patrimonio costruito e sul paesaggio culturale. Ricerche degne di nota sono state indirizzate principalmente alla definizione di future proiezioni di danni su specifici materiali da costruzione impiegati nel patrimonio costruito causati da continue variazioni di temperatura, umidità relativa e precipitazioni.
I progetti europei dedicati alla valutazione del rischio
Più recentemente, una serie di progetti di ricerca a livello europeo è stata dedicata alla valutazione del rischio dei beni culturali e paesaggistici sottoposti a calamità naturali e cambiamenti climatici estremi, come ad esempio i progetti H2020 STORM, HERACLES, SHELTER, HYPERION and ARCH; JPI CH PROTHEGO, Interreg Central Europe ProteCHt2save and STRENCH [2]. In questo contesto sono diversi gli approcci utilizzati, tutti generalmente caratterizzati dall’essere basati sulla identificazione delle relazioni tra pericolosità, esposizione e vulnerabilità con l’intento specifico di affrontare le sfide poste dall’impatto degli eventi climatici estremi sul patrimonio culturale (ad es. piogge intense, inondazioni, siccità) [3-6].
La stima della vulnerabilità nella valutazione e nella riduzione dei rischi
La stima della vulnerabilità svolge un ruolo chiave nella valutazione e nella riduzione dei rischi e rappresenta un prerequisito per lo sviluppo di strategie adeguate di adattamento ai cambiamenti climatici e di mitigazione con indubbie ricadute positive sul patrimonio culturale [7]. Nonostante gli studi condotti fino ad ora, siamo ancora lontani dall’adottare una metodica concordata per la valutazione della vulnerabilità, in particolare quando si tratta di protezione del patrimonio culturale verso il cambiamento climatico. La definizione dei settori coinvolti (ad es. ambientale, fisico-chimico, socioculturale ed economico), nonché la selezione dei criteri di valutazione (e dei loro pesi) per determinare la vulnerabilità, rimangono ancora una questione complessa e al centro del dibattito della comunità accademica e scientifica [8-9].
Valutazione della vulnerabilità: la metodologia del progetto STRENCH
La metodologia per la valutazione della vulnerabilità messa a punto nel Progetto Interreg Central Europe STRENCH abbraccia la complessità di specifiche categorie di patrimonio costruito e paesaggio culturale ed è quindi valida per parchi e giardini storici, antichi borghi, complessi monumentali, siti archeologici, paesaggi terrazzati. Essa è orientata alla tipologia di rischio e particolarmente in relazione all’impatto di eventi idrometeorologici estremi quali piogge intense con conseguenti frane, alluvioni e prolungati periodi di siccità. Va precisato però che le situazioni multirischio e gli effetti sinergici di azioni concomitanti legate al clima non vengono presi in considerazione con questa metodica e devono essere trattati con un’analisi più approfondita.
La metodica è descritta in dettaglio nella deliverable di progetto D.T1.2.2 “Definition of a methodology for ranking vulnerability of cultural heritage” ed è stata testata su 14 siti pilota, localizzati nell’area dell’Europa Centrale, come il Parco di Villa Ghigi a Bologna o il borgo di Kolici in Croazia [10].
In STRENCH la vulnerabilità viene interpretata come la combinazione di tre fattori principali di un sistema: suscettibilità, esposizione e resilienza. Questi rappresentano i principali elementi che necessitano di essere caratterizzati per fornire una valutazione di vulnerabilità e possono quindi costituire i principali requisiti. A partire da questi requisiti viene introdotto un albero gerarchico (tramite il metodo del Processo di Gerarchia Analitica) comprendente vari rami, denominati criteri e sotto-criteri, che aiutano a concettualizzare la valutazione. Ogni fattore è quindi determinato da una serie di criteri e sotto-criteri composti da domande a scelta multipla. Ad ogni scelta viene assegnato un determinato peso o valore che viene poi utilizzato per calcolare la categoria e quindi la vulnerabilità finale del sito, in base al metodo additivo.
La formula per calcolare la vulnerabilità
La vulnerabilità viene infatti calcolata con la seguente formula ed è classificata da 0 (bassa) a 1 (alta):
Vulnerabilità= 0.70xSuscettibilità + 0.30xEsposizione -0.30xResilienza
Di cosa parliamo quando parliamo di suscettibilità
Andando più in dettaglio, la suscettibilità (a volte chiamata anche sensibilità) identifica la fragilità, la carenza o la predisposizione di un sistema ad essere influenzato negativamente dal verificarsi di un evento. La suscettibilità è quindi legata a diversi criteri fisici del bene, come la tipologia dei materiali (se resistenti o proni al degrado), l’utilizzo (se in continuo uso o in stato di abbandono), lo stato di conservazione al momento della valutazione o precedenti interventi o modifiche, ma anche al contesto ambientale e geologico in cui il bene è inserito, come la topografia del sito, le caratteristiche geomorfologiche, le proprietà del suolo, le caratteristiche della vegetazione o la presenza di corsi d’acqua.
Cos’è l’esposizione dei beni del patrimonio culturale e come si valuta
L’esposizione, invece, si riferisce alla presenza di persone, mezzi di sussistenza, specie o ecosistemi, funzioni ambientali, servizi e risorse, infrastrutture o beni economici, sociali o culturali in luoghi e ambienti che potrebbero essere danneggiati dal verificarsi di una calamità. L’esposizione dei beni del patrimonio culturale può essere valutata tenendo conto di una serie di criteri diversi ed in particolare incentrati sul significato culturale del bene, pur considerando le dimensioni sociali ed economiche che esso costituisce. I criteri proposti includono quindi la rilevanza culturale come la presenza di tradizioni culturali o di pratiche che hanno influenzato lo sviluppo di un paesaggio o la presenza di riconoscimenti culturali (es. stato di tutela del sito).
Resilienza e capacità riparativa dei beni culturali
La resilienza, infine, è la capacità di un sistema di far fronte ai potenziali danni derivanti da eventuali cambiamenti in modo tale da minimizzare o evitare conseguenze negative. In altre parole, è un insieme di condizioni disponibili per aiutare a far fronte alle sensibilità associate ad un cambiamento e costituisce un aspetto fondamentale della vulnerabilità che contribuisce alla sua riduzione.
La resilienza include la capacità di preparazione, intesa come l’esistenza di piani di gestione del rischio o di sistemi di allarme come l’allerta da parte delle autorità locali, se vengono fornite ispezioni periodiche e manutenzione regolare, se la conoscenza e la consapevolezza sono assicurate tramite il coinvolgimento della cittadinanza o tramite la formazione degli studenti, dall’introduzione di standard tecnici e dalla condivisione delle conoscenze. Questo aspetto risulta fondamentale perché un’informazione completa consente di stabilire le priorità per la protezione di un bene e permette ad esempio di guidare i vigili del fuoco e la protezione civile nel gestire con cura le aree sensibili in risposta alle emergenze. Allo stesso modo, le responsabilità tra le parti interessate devono essere chiaramente identificate così come i flussi di comunicazione in uno scenario di emergenza.
La resilienza include poi la coping capacity, ovvero la capacità di adattarsi all’evento, comprendendo quindi la disponibilità di risorse umane ed economiche, la presenza di sistemi di mitigazione (dispositivi di prevenzione come fossati di drenaggio) e di protezione fisica (come barriere per frane). Infine, per quanto riguarda la capacità riparativa (capacità del sistema di riprendersi dopo un disastro), sono importanti gli aspetti riguardanti la disponibilità e l’accessibilità di fondi per il recupero finanziario, così come la presenza di piani per il recupero fisico.
Piazza della Cattedrale di Ferrara, Italia. Esercitazione di preparazione ad eventi di pioggia intensa realizzata nell’ambito delle attività del Progetto ProteCHt2save. ©Interreg Central Europe ProteCHt2save Project.
Ai fini del calcolo della vulnerabilità, l’analisi viene condotta attraverso il coinvolgimento attivo e la consultazione degli utenti e portatori di interesse responsabili della gestione e manutenzione del sito culturale, che sono chiamati a fornire una stima qualitativa dei criteri e sotto-criteri associati a ciascuno dei tre requisiti principali richiesti.
Conclusioni
Utilizzando questa metodologia e seguendo una procedura guidata, disponibile attraverso un foglio Excel appositamente preparato ed utilizzabile anche da non esperti del settore, gli utenti possono classificare la vulnerabilità del sito indagato. La procedura guidata è disponibile nel sito del “Risk mapping tool for cultural heritage protection”. L’applicazione di questo metodo garantisce quindi una piena comprensione dei fattori critici che influenzano la vulnerabilità in campo a livello fisico, operativo e gestionale, avendo come obiettivo finale quello di definire strategie per la salvaguardia del patrimonio culturale nei confronti dei cambiamenti climatici.
Bibliografia
[1] European Commission, Directorate-General for Education, Youth, Sport and Culture, Strengthening cultural heritage resilience for climate change: where the European Green Deal meets cultural heritage, Publications Office of the European Union 2022. https://data.europa.eu/doi/10.2766/44688
[2] Bonazza A., Sardella A., 2023. Climate Change and Cultural Heritage: Methods and Approaches for Damage and Risk Assessment Addressed to a Practical Application. Heritage 6(4), 3578-3589. https://doi.org/10.3390/heritage6040190
[3] Reimann, L.; Vafeidis, A.T.; Brown, S.; Hinkel, J.; Tol, R.S.J. Mediterranean UNESCO World Heritage at risk from coastal flooding and erosion due to sea-level rise. Nat. Commun. 2018, 9, 1–11.
[4] Appiotti F., Assumma V., Bottero M., Campostrini P., Datola G., Lombardi P., Rinaldi E., 2020. Definition of a Risk Assessment Model within a European Interoperable Database Platform (EID) for Cultural Heritage. J. Cult. Herit., 46, 268-277, https://doi.org/10.1016/j.culher.2020.08.001
[5] Egusquiza A, Lückerath D, Zorita S, Silverton S, Garcia G, Servera E, Bonazza A, Garcia I, Kalis A. Paving the Way for Climate Neutral and Resilient Historic Districts. Open Res Eur. 2023 Mar 4;3:42. doi: 10.12688/openreseurope.15392.1. PMID: 37767204; PMCID: PMC10521047.
[6] IPCC (ed.) 2022. Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability. Contribution of Working Group II to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change Cambridge, UK and New York, NY, USA, 3056 pp.: Cambridge University Press. https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg2/
[7] Cacciotti, R.; Kaiser, A.; Sardella, A.; De Nuntiis, P.; Drdcký, M.; Hanus, C.; Bonazza, A. Climate change-induced disasters and cultural heritage: Optimizing management strategies in Central Europe. Clim. Risk Manag. 2021, 32, 100301. https://doi.org/10.1016/j.crm.2021.100301.
[8] Gandini, A., L. Garmendia, I. Prieto, I. Álvarez, and J.-T. San José. 2020. A Holistic and Multi-Stakeholder Methodology for Vulnerability Assessment of Cities to Flooding and Extreme Precipitation Events. Sustainable Cities and Society 63(2020):102437. doi: 10.1016/j.scs.2020.102437.
[9] Bonazza, A.; Sardella, A.; Kaiser, A.; Cacciotti, R.; De Nuntiis, P.; Hanus, C.;Maxwell, I.; Drdácký, T.; Drdácký,M. Safeguarding cultural heritage from climate change related hydrometeorological hazards in Central Europe. Int. J. Disaster Risk Reduct. 2021, 63, 102455.
[10] Cacciotti, R., & Drdácký, M. (2020). STRENCH Deliverable D.T1.2.2 Definition of a methodology for ranking vulnerability of cultural heritage. https://programme2014-20.interreg-central.eu/Content.Node/STRENCH/CE1665-STRENCH-D.T1.2.2-Vulnerability-ranking.pdf