La salvaguardia del patrimonio culturale dagli effetti del cambiamento climatico trova sempre più spazio in azioni a livello nazionale ed internazionale finalizzate a fornire strumenti e strategie per il monitoraggio e la gestione in situazioni di rischio da pericoli naturali e antropici. Tali azioni hanno come obiettivo prioritario la capitalizzazione della conoscenza tecnico-scientifica esistente, l’armonizzazione dei data set disponibili e la risposta ai bisogni degli utenti con soluzioni concrete e mirate a risolvere le criticità del territorio e dei settori impattati.
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Gli attori del Piano
In questo frangente, il Piano straordinario di monitoraggio e conservazione dei beni culturali immobili si inserisce in modo, più che opportuno, fra le attività istituzionali della Direzione generale sicurezza del patrimonio culturale del ministero della Cultura (MiC), dedicate alla protezione del patrimonio culturale immobile nei confronti di diverse pericolosità e fattori di rischio, sia naturali che antropici.
Referenti per il MiC sono Marica Mercalli in veste di direttore generale Sicurezza patrimonio culturale e Paolo Iannelli come soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016.
A supporto, per la realizzazione del Piano, un gruppo di lavoro coordinato da Antonia Pasqua Recchia e costituito da esperti nel campo della protezione e sicurezza del patrimonio culturale: Carlo Cacace (direzione generale Sicurezza patrimonio culturale, MiC), Daniele Spizzichino (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – Ispra, dipartimento per il Servizio geologico – Geo), Claudio Modena (Università degli studi di Padova), Paolo Mazzanti (dipartimento di Scienze della Terra & Centro di ricerca Ceri, Sapienza Università di Roma) e Alessandra Bonazza (Istituto di scienze dell’atmosfera e del Clima – Isac, Consiglio nazionale delle ricerche – CNR).
Obiettivi e fasi di lavoro prioritarie
Il piano si pone degli obiettivi misurabili suddivisi in fasi e resi possibili dalla sinergia tra l’esperienza degli enti coinvolti e delle tecnologie. Gli obiettivi sono:
- Attivare sistemi di monitoraggio integrati – da remoto ed in situ – dei monumenti, dei siti archeologici e dei complessi culturali in condizione di elevata vulnerabilità
- Fornire strumenti di supporto al monitoraggio ed alla gestione del patrimonio culturale immobile a rischio, con particolare attenzione alla programmazione di interventi di salvaguardia, conservazione e manutenzione preventiva.
Le fasi di lavoro prioritarie sono invece quattro, identificate secondo il principio della priorità:
- Definizione di criteri per l’individuazione dei beni da sottoporre a monitoraggio e ai successivi interventi di conservazione
- Individuazione dei necessari ordini di priorità dei controlli, anche sulla base di specifici livelli di pericolosità territoriale e di vulnerabilità dei beni
- Identificazione dei sistemi di controllo strumentale da utilizzare
- Individuazione delle modalità di implementazione delle misure di sicurezza, conservazione e tutela.
Priorità e obiettivi si manifestano in un piano di attività concrete.
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Interventi per la salvaguardia dei beni culturali immobili
Il gruppo di ricerca “Impatti su ambiente, beni culturali e salute” dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, del Consiglio nazionale delle ricerche, è di supporto per le attività relative all’impatto dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento sui beni culturali immobili attraverso l’implementazione delle seguenti attività:
- Identificazione dei parametri climatici e di inquinamento prioritari nel causare il danno sui beni culturali immobili da monitorare in modo continuo
- Messa a punto di una metodologia di monitoraggio dell’impatto dell’inquinamento, del clima e dei suoi cambiamenti, inclusi gli eventi estremi, con conseguente valutazione del danno,
vengono in particolare analizzati i seguenti fenomeni di degrado:- Annerimento delle superfici, recessione superficiale e perdita di materiale per effetto dell’inquinamento atmosferico- Biodegrado e fratturazione/decoesione in seguito a termoclastismo e cristallizzazione di sali dovuti all’impatto di variabili climatiche quali precipitazione, temperatura, radiazione solare e umidità relativa-Impatto eventi climatici estremi: degrado strutturale, rischio idrogeologico incluse frane in seguito a fenomeni di precipitazione intensa; ondate di calore in aree urbane, rischio incendi in zone remote relazionate a prolungati periodi siccitosi; degrado strutturale da inondazioni (pluviali, da bacino, flash) - Identificazioni ed applicazioni di specifiche funzioni di danno per la quantificazione dei fenomeni di degrado in cui sia possibile valutare una relazione di causa-effetto
- Applicazione della modellistica climatica (modelli globali e regionali Gcm-Rcm della sperimentazione Euro-Cordex sia individuali che ensemble) per la creazione di proiezioni future della pericolosità a livello territoriale di eventi legati ai parametri climatici e di inquinamento a diversi scenari su scala nazionale ed europea
- Utilizzo integrato di tecnologie di Osservazione della Terra e remote sensing (Servizi Climate Change C3S e Atmosphere Monitoring Cams di Copernicus), in combinazione con rilievi territoriali (rete esistenti di centraline di monitoraggio) e dati acquisiti tramite sensoristica in situ direttamente applicata sugli immobili. Verranno inoltre incluse verifiche puntuali dello stato di degrado di strutture e materiali degli edifici ed integrazione con le piattaforme esistenti (Carta del rischio)
- Messa a punto di uno Strumento di supporto alle decisioni WebGis (Ssd), integrato con l’esistente Risk Mapping Tool for Cultural Heritage Protection, che permetta l’identificazione delle aree di rischio in Italia in seguito all’impatto del clima e dei suoi cambiamenti. Tale strumento mira a supportare istituzioni pubbliche e private a vario titolo interessate, proprietari, gestori del patrimonio immobiliare e dei beni culturali e decisori politici nella definizione di strategie di mitigazione degli impatti, di gestione delle emergenze e di adattamento al rischio
- Sperimentazione e validazione della metodologia su siti pilota da condurre nell’ambito degli sviluppi Space Economy Mirror Copernicus. I casi di studio sono stati selezionati sulla base di concordati criteri per l’individuazione dei beni esposti a fattori di rischio naturali ed antropici da sottoporre al monitoraggio
- Raccomandazioni a supporto della messa a punto di strategie di mitigazione degli impatti, di gestione delle emergenze e di preparazione al rischio.
Bibliografia
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