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Big tech e startup nell’arena dell’IA generativa: le economie in gioco



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L’IA generativa sta trasformando il mercato del lavoro, gli ambienti della produzione e la personalizzazione dei servizi. Le aspettative riposte su questa tecnologia sono notevoli,  soprattutto rispetto alla gestione delle sfide poste dal cambiamento climatico. Dentro questo scenario, le startup hanno l’ambizione di fare innovazione, mentre le big tech, con i propri investimenti, stanno indirizzando le evoluzioni

Pubblicato il 10 apr 2024

Simona Romiti

Change agent Senior Advisor in Programmi ed ecosistemi europei



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L’intelligenza artificiale generativa è al centro di un vivace dibattito che coinvolge sia le Big Tech che le startup, con questi due mondi apparentemente antitetici che si ritrovano a confrontarsi sullo stesso campo di gioco.

Si registra una crescente attenzione dei Corporate Venture Capital, sempre più interessati a finanziare progetti d’innovazione in questo settore. Ma non solo: si assiste anche alla nascita di una nuova comunità di Big Tech junior, piccole aziende in rapida crescita che stanno ridefinendo i luoghi dell’innovazione.

Eppure, il cammino per queste nuove realtà non è privo di ostacoli: quali saranno le sfide future nel confronto con big tech nel campo dell’IA? Il terreno è fertile e la partita ancora tutta da giocare.

L’impatto dell’IA sul lavoro

Il dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sull’occupazione si è evoluto. Da una parte sta creando forti preoccupazioni per la perdita di numerosi posti di lavoro e, dall’altro invece sta creando aspettative di crescita della produttività del manifatturiero e sulla capacità di gestire le sfide epocali che ci troviamo ad affrontare, prima fra tutte la tutela dei territori in relazione al cambiamento climatico.

Sul fronte del lavoro, l’impatto dell’Intelligenza artificiale oggi è quantitativamente indefinibile, il saldo può essere positivo o negativo: è che tutta la domanda di lavoro dovrà essere riprogrammata. È possibile che tali “riforme” possano condizionare il livello dei salari e/o delle retribuzioni e che gli attuali corpi intermedi possano perdere potere nella rinegoziazione dei contratti.

Industria e Servizi sono i settori dove l’IA generativa può spingere maggiormente la creazione del valore, tradotto in aumento di redditività per una migliorata performance produttiva, aumento di fatturato per la personalizzazione dei servizi. In questi ambienti la disintermediazione creata dall’IA viene usata per guadagnare tempo e per fluidificare il rapporto con l’utente finale.

Sul fronte delle sfide del XXI secolo, forse l’IA Generativa è l’unico strumento che permette di gestire la complessità nel modo più efficiente ed efficace possibile. Certo ci vorrà un po’ di tempo prima che tali macchine siano formate su una quantità di dati e informazioni correlata alla tipologia di sfida. Per esempio, in Europa non esiste ancora un Piano dati unico delle aree “vulnerabili”.

Startup, IA asso pigliatutto degli investimenti

Aspettative, rischi, attese, limiti regolamentativi possono assumere diverse sfumature in base ai tempi di sviluppo dell’IA, e agli attori protagonisti di questo sviluppo.

Sinora la scena è stata dominata dalle Big Tech: posseggono le infrastrutture, portano le applicazioni sul mercato, dominano la finanza, sono parte propulsiva dei grandi hub o valley, e sono rappresentate nei luoghi dove si costruisce il consenso sulle politiche di sviluppo.

La necessità di sperimentare modelli di addestramento più efficienti oppure di sviluppare applicazioni orizzontali, ha spinto molte Big Tech a investire su startup come first mover. Nel 2023, l’ecosistema delle startup si è molto vivacizzato, non solo per il successo di Open AI o il dinamismo di Stable Diffusion, ma per la funzione che stanno svolgendo in questo passo epocale.

Il boom dell’intelligenza artificiale generativa ha catturato l’attenzione dei Corporate Venture Capital (CVC). I 5 round di raccolta più importanti sono andati tutti ad aziende focalizzate sullo sviluppo dell’infrastruttura principale dell’intelligenza artificiale generativa. Open AI, Inflection AI, Anthropic, Databricks, Alep Alpha hanno raccolto 21,8 miliardi di dollari con gli investimenti azionari.

Molto meno significativa la raccolta per lo sviluppo di applicazioni orizzontali, come generazione di codice o strumenti di editing, che invece ha visto un aumento record di accordi sottoscritti, 204 in totale su oltre 400. Lo sviluppo di applicazioni verticali invece ha giocato un ruolo minoritario in termini di capitale raccolto, 1,2 miliardi di dollari e di operazioni. Nel 2023 sono nati 12 nuovi unicorni, oltre ai già menzionati, ci sono anche Synthesia (applicazioni), AI21Labs (Modelli fondamentali), Stability AI, Hugging Face (infrastrutture) oltre alle statunitensi Anthropic, ADEPT, Runway, Jasper, Character.ai.

La nuova comunità delle Big Tech junior

Questa mole di finanziamenti evidenzia come le Big Tech senior stiano generando una nuova comunità di Big Tech junior agendo non più solo come fornitori di infrastruttura ma soprattutto come investitori strategici. Quando disegniamo il modello ideale di catena del valore corta dovremmo guardare le immagini delle loro relazioni.

Ripensare i luoghi dell’innovazione

Non sono solo i Venture capitalist delle big a cambiare le parti in scena, ma anche la re-ingegnerizzazione di luoghi e momenti di incontro. I luoghi non hanno la forma della tradizionale valle dell’Innovazione, bensì la struttura di piattaforme in grado di raccogliere dati da più fonti reali, di garantire l’accuratezza degli algoritmi con il minor numero di parametri. Senza addentrarsi troppo nelle tecnicalità delle più grandi piattaforme, va rilevato come sia proprio l’offerta integrata di funzionalità di prototipizzazione di modelli e set di dati pre-addestrati, o l’integrazione con altre piattaforme di dati affidabili o con librerie, oltre alle modalità di visualizzazione grafica semplice, o genericamente il dashboard completo delle funzionalità della piattaforma, a caratterizzarne il peso più o meno influente sul mercato.

Per questi luoghi, configurabili come computer ad alte prestazioni, data center o cloud computing, non è stata ancora adottata una politica insediativa sostenibile. Nella migliore delle ipotesi ce n’è uno per Paese. Bisogna invece ripensare le politiche di sviluppo territoriale creando una rete di luoghi decentrati in rete che fungono da fonte reale per quello principale.

Tra i 10 eventi mondiali sull’IA, programmati per il 2024 (Super AI-Asia e IEEE Confrence on AI – Singapore-, London tech Week, Enterprise Gen AI Summit e NVIDIA GTC 2024- California-, World Summit on AI-Amsterdam-, Tech&Ai Live 2024-New York) Sam Altman, Emad Mostaque, Lila Ibrahim sono gli ospiti più indicizzati e che meglio hanno permeato proprio l’agenda di questi incontri.

Le sfide future delle big tech nel campo dell’IA

La sfida più importate del prossimo futuro per le big tech sarà riprogettare piattaforme con un minor consumo energetico e con funzionalità più economiche per l’addestramento del modello di base e per l’implementazione di soluzioni a valle, come app intelligenti per mobile. La dinamicità del rilascio e dell’aggiornamento dei prodotti di IA generativa sono fortemente condizionati da questo obiettivo.

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