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Bluesky, il “Twitter 2.0” è la prova che un social senza regole non esiste



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I social più longevi, da Facebook a Twitter, hanno ormai cambiato pelle rispetto alla loro forma originale e la logica del profitto sembra aver superato il livello accettabile. Nasce così Bluesky, un ecosistema aperto e autonomo. Ma non mancano i problemi

Pubblicato il 10 mag 2023

Antonino Mallamaci

avvocato, Co.re.com. Calabria



bluesky

Da più parti, si segnala che il mondo dei social media è destinato a cambiare, a tornare più o meno alle origini. Cosa significa?

Facebook e Instagram, la logica del profitto ha superato il limite

Facebook e Instagram hanno cambiato pelle, e non sono più uno strumento per tenersi in contatto con gli amici, reali e virtuali, fare conoscenza, condividere pensieri, opinioni, video e foto. Il feed viene deciso da Meta attraverso gli algoritmi, ed è infarcito da annunci pubblicitari di ogni genere grazie alla targettizzazione. Insomma, la logica del profitto ha superato un livello accettabile da parte di chi ha aderito alle app per trascorrere il proprio tempo con altre persone.

La “muskizzazione” di Twitter

Twitter, dal canto suo, si è “muskizzata” e ha cambiato il servizio rimuovendo le restrizioni sul discorso online sulla piattaforma e modificando le sue pratiche di verifica. Le famose spunte blu, poi, sono diventate a pagamento, tra l’altro non per tutti. Adesso solo alcuni account, quelli di personaggi pubblici le cui identità sono state confermate, hanno ricevuto il simbolo. Molti degli utenti di alto profilo, per i quali la spunta blu ha contribuito a verificare la loro identità e a distinguerli dagli impostori, la stanno invece perdendo.

L’alternativa: Blue Sky, il Twitter 2.0

Per questi motivi, molti utenti stanno cercando delle alternative, una delle quali è Bluesky. La piattaforma è finanziata da uno dei fondatori di Twitter, Jack Dorsey, al quale è stato chiesto se la scelta del nome avesse per caso a che fare col desiderio di liberare l’uccellino nel cielo azzurro. Dorsey ha risposto semplicemente “Sì”, confermando la sua voglia di contribuire a creare un luogo libero, leggero, aperto. Libero, ma non nel senso inteso da Elon Musk, quello di consentire a chiunque di dire la propria senza sentirsi costretto e imprigionato da lacci e lacciuoli. Tradotto: poter diffondere odio e disinformazione senza alcun tipo di moderazione, in ossequio alla libertà d’espressione. Bluesky è stato battezzato pure “Twitter 2.0”, perché al vecchio amore di Dorsey somiglia effettivamente moltissimo, imitandone il tono e l’atmosfera. Molte funzionalità principali della nuova app sono le stesse di Twitter: gli utenti possono pubblicare brevi aggiornamenti di testo e foto, rispondersi a vicenda e condividere i post di altre persone.

Bluesky è ancora in fase di sviluppo, ma si trova già sui dispositivi iOS e Android. Vi hanno aderito già molti ex dell’uccellino, come la deputata del partito democratico Alexandria Ocasio–Cortes, e sembra che migliaia siano in attesa di ricevere l’invito, giacché per ora questo è l’unico modo per potere entrare nella comunità del cielo azzurro. Il “manifesto” di Bluesky l’ha scritto la sua CEO, Jay Graber: “Abbiamo deciso di costruire un protocollo che trasformasse le funzioni fondamentali dei social media in un’infrastruttura di base come il web stesso. L’anno scorso abbiamo reso open source il protocollo AT, una base per le app social di prossima generazione che possono riportare l’apertura e la creatività del primo web. Ci aspettiamo che l’app funga da client di riferimento per gli sviluppatori per imparare a costruire su AT proto, nonché un punto di approdo per gli utenti per vedere come un’app social decentralizzata può essere piacevole da usare, personalizzabile, performante e sicura. Sebbene avremmo potuto creare il protocollo in modo isolato, sapevamo di dover lavorare con utenti reali per creare specifiche pragmatiche. Abbiamo creato un’app per guidare lo sviluppo del protocollo attraverso l’apprendimento del prodotto e abbiamo scelto un formato di microblogging molto semplice per mostrare come Twitter avrebbe potuto essere costruito su protocollo AT”.

Le funzionalità di Bluesky

Le funzionalità vengono così annunciate:

  • Nomi di dominio come nomi utente e portabilità dell’account;
  • Sistemi componibili di moderazione e reputazione;
  • Scelta algoritmica e feed personalizzati.

Per quanto riguarda la moderazione dei contenuti, gli strumenti vengono presentati come funzionalità di primo ordine e non come ripensamento.

L’obiettivo finale è fornire scelta agli utenti, libertà agli sviluppatori e controllo ai creatori. Il protocollo AT crea un ecosistema componibile in cui la praticità e la portata dei servizi centralizzati possono essere combinate con l’apertura e la resilienza dei protocolli decentralizzati.

Come funziona il social

L’utente può creare un account e utilizzare Bluesky con poche differenze rispetto all’utilizzo di un’app social centralizzata, ma se decide di ospitare il proprio server o ha un nome utente che è il sito web personale, può farlo lo stesso.

Se non gradisce il proprio feed o il sistema di moderazione, può cambiare servizio senza perdere amici o dati, o scambiare feed o moderatori attraverso un ecosistema di plug-in.

Graber prospetta una piattaforma per come la desiderano le persone. Utenti che detengono i loro dati e le loro relazioni; algoritmi trasparenti e scelta algoritmica; maggiore responsabilità e controllo da parte degli utenti sulle modalità di moderazione. Si mostra convinta di aver progettato e costruito un sistema che fa tutte queste cose, gradite agli utenti, e per questo spera che essi si uniranno “in questo viaggio per dare vita a un ecosistema aperto e autonomo”.

Unn sistema decentralizzato

Quindi la differenza sostanziale e abissale con Twitter è il sistema decentralizzato. Le persone potrebbero eventualmente essere in grado di creare le proprie app e comunità al suo interno, e nessuno può creare regole valide per tutti.

Bluesky utilizza quindi un “protocollo aperto”, il che comporta la condivisione di contenuti tra varie piattaforme, fatto abbastanza insolito per i social.

La somiglianza con Twitter ha spinto alcuni utenti a chiamare i post “skeets” (sky + twitt), come un gioco sui tweet, e neanche un appello della CEO è valso a farli smettere.

Le criticità

Ma il successo improvviso di Bluesky, con l’aumento improvviso degli iscritti, e la sua apertura, hanno provocato anche problemi di molestie, giacché esso non aveva funzionalità standard in grado di limitarle. Quando la base di utenti è aumentata improvvisamente di dimensioni, la funzione di blocco non era ancora stata aggiunta.

Il blogger Matt Yglesias ha pubblicato una storia in cui affermava cose molto divisive, tra esse opinioni sui diritti dei trans. Questo ha scatenato ostilità e violenza (virtuale). Gli sviluppatori di Bluesky si sono subito attivati per trovare un rimedio, dato che la funzione di blocco non era prevista, mentre veniva scaricata sulla piattaforma una serie infinita di risposte in sequenza alimentate da account bot con risposta automatica. E tanto altro ancora.

Conclusioni

In conclusione, una gran confusione che sta a dimostrare che anche nel campo dei social media “in medio stat virtus”. Sì alla libertà, alla leggerezza, all’apertura, ma alcune regole sono necessarie e il pugno duro a volte serve per farle rispettare.

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