L’inserimento all’art.1 di una “Carta della cittadinanza digitale”, con una revisione profonda del CAD, è certamente uno degli aspetti più positivi della legge delega per la riforma della PA. Ma questo buon risultato normativo non deve farci dimenticare che la digitalizzazione del Paese si decide in questi mesi sulla capacità di attuare rapidamente i programmi di base della strategia per la crescita digitale: il Sistema Pubblico di Identità Digitale, l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, il tutto nel quadro disegnato da Italia Login.
Se non si parte con forza e decisione su questi programmi, anche con atti di switch-off, non avremo un Paese digitale.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario che il governo operi con un piano organico, che consenta di incidere allo stesso tempo su domanda e offerta, agendo con determinazione sulle due condizioni infrastrutturali chiave, la connettività e le competenze digitali, dove l’Italia presenta ritardi importanti nel contesto europeo. È questa la sfida, difficile e complessa, che dobbiamo avere l’ambizione di vincere.