Il dottor Annthok Mabiis ha annullato tutte, o quasi, le memorie connesse della galassia per mezzo del Grande Ictus Mnemonico. “Per salvare uomini e umanidi dalla noia totale, dalla Sindrome della Noia Assoluta”, perché le memorie connesse fanno conoscere, fin dalla nascita, la vita futura di ciascuno, in ogni particolare. La Memory Squad 11, protagonista di questa serie, con la base di copertura su un ricostruito antico bus rosso a due piani, è incaricata di rintracciare le pochissime memorie connesse che riescono ancora a funzionare. Non è ancora chiaro se poi devono distruggerle o, al contrario, utilizzarle per ricostruire tutte quelle che sono state annientate, se devono cioè completare il lavoro del dottor Mabiis o, al contrario, riportare la galassia a “come era prima”.
Alla vecchia maniera. Nessun collegamento reticolare. Il 23 di giugno, se quell’anno cade di giovedì. E nessuna memoria connessa. Tutte staccate tre mesi prima dal dottor Mabiis. Arrivavano alla spicciolata. Puntuali quelli dei pianeti più lontani. Come sempre. Non molti. Come sempre. Forse un milione. Nessun vessillo. Nessun palco. Declivi. Ombre quatte. Arrivano per celebrare. Per ricordare. Discutere. Forse.
L’erba impensierita. Il sole smargiasso.
“Benvenuti tutti! Benvenuto il mio vicino di casa e benvenuti quelli dei pianeti e delle colonie astrali!…”
Parlava con piccola enfasi. Sottovoce. Occhi socchiusi. Labbra correnti. Ascolto cerebrale.
“Ignoranti di tutto il mondo unitevi!” Si alza. Si sgola. Leggiadra. Fantastica. Trema. La montagna dell’abbraccio è la più soave.
“Sìììì! Ignoranti totali!” Si sguarda. Si gonfia. Cupo. Arreso. La spiaggia del nulla è la più accogliete.
“Per millenni ha dilagato il conoscere per deliberare…” lampeggia. Arrocato. Arroccato. I rami si inchinano. Per coglierne i frutti.
“Abbiamo semplicemente invertito il metodo. Una svolta storica!… ci hanno deriso… ci hanno minacciati… ci hanno rinfacciato populismi… pancismi… derivisimi! Ma il capovolgimento ha vinto! Non più conoscere per deliberare, ma deliberare per conoscere…!” Si balza. Si atteggia. Gustato. Il lago del pesco è il più fiorito.
“…Conoscere cosa, amico?” Si sgancia. Si azzarda. Minuscolo. Zanzarico.
“La verità delle conseguenze. Quando nasci non conosci, deliberi, cioè decidi e agisci… il mondo esterno ti restituisce la conoscenza. Se non metti la mano sul fuoco non saprai mai che brucia!” Rimbalza.
“Quando si decide si apprende, si conosce… la verità esiste solo come prodotto dalle decisioni prese…” Incalza.
“Non pontificare amico! Abbiamo vinto da due secoli… non c’è bisogno di umiliarli…”
“In realtà non siamo ignoranti… in realtà non è vero che prima deliberiamo e poi conosciamo… abbiamo i robobrain, ognuno di noi ce ne ha almeno uno. E sono tutti in rete totale! Non siamo ignoranti! Siamo pigri. È la natura umana… deleghiamo tutto ai robobrain, il nostro cervello di comodo…” Sostituiti dai robobrain. Dittatori e populisti. Cumuli di sapienze e competenze. Innestati alla nascita. Senza rigetto. Senza rispetto.
“Lasciamo tranquilli i nostri cervelli… siamo nati senza pensieri… rimaniamo così… col cervello intonso, come appena nati… è il vero stato di totale felicità!” sublima. Canzona.
“È una piacevole illusione… abbiamo semplicemente delegato la nostra fatica di pensare… come abbiamo affidato ai roboplayer quella di fare il campionato di calcio… e ai robogov quella di governare…” sciorina.
“E noi decidiamo al volo! In un attimo come ci viene in quel momento! D’impulso! È il carpe diem d’ogni secondo! E vediamo l’effetto che fa, diceva un poeta del ventesimo secolo!” pancifica.
“Questo modo di deliberare si chiamava votare di pancia”…”
“Quando è iniziato il tutto?”
“Tre secoli fa, con una votazione, allora si usava ancora votare… si chiamava Brexit”
(126 – continua la serie. Episodio “chiuso”)
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