crisi dell’occidente

Capitalismo predatorio: dalla guerra in Ucraina alle terre rare



Indirizzo copiato

Un’analisi del declino dell’Occidente oligarchico e nichilista, con focus sul conflitto ucraino e sull’interesse per le terre rare. L’Europa, sottomessa agli USA, partecipa al proprio “suicidio assistito” mentre l’egemonia occidentale collassa

Pubblicato il 10 mar 2025

Lelio Demichelis

Docente di Sociologia economica Dipartimento di Economia- Università degli Studi dell’Insubria



declino dell’occidente (1)

E se la pace in Ucraina passasse davvero per l’accordo sulle sue terre rare, cioè sulla massimizzazione del profitto privato, secondo una logica/illogica tutta capitalistica di sfruttamento non solo delle risorse naturali ma anche del popolo ucraino che si ritrova indebitato di fatto per 500 miliardi di dollari per ripagare le forniture di armi, secondo la fake news di Trump?

Cioè siamo ancora e sempre nel capitalismo di rapina che dal colonialismo e dagli imperi europei arriva a oggi e alla intelligenza artificiale, passando per il capitalismo digitale e di piattaforma e per il capitalismo della sorveglianza e alla valorizzazione capitalistica della vita privata degli individui, espropriati di sé stessi e alienati da sé stessi, per costruire il Big Data del Big Tech?

Terre rare e capitalismo: la guerra in Ucraina come sintomo del declino occidentale

Ma questo, invece del suo ultimo trionfo, non è forse uno dei sintomi della fine dell’Occidente di cui ha scritto l’antropologo francese Emmanuel Todd nel suo “La sconfitta dell’Occidente”, pubblicato da Fazi? Quell’Occidente – soprattutto statunitense, oligarchico e nichilista – che pretende di essere il padrone del mondo e della vita umana, oltre che difensore della democrazia, oggi imponendo come un dato di fatto ineluttabile (“non ci sono alternative”) anche l’intelligenza artificiale (senza chiederci se siamo d’accordo) e la trasformazione di tutto e di tutti in una macchina automatizzata in machine learning? Quell’Occidente che in realtà agisce sempre e solo in nome del profitto privato delle grandi industrie? Quell’Occidente che è governato non dalle democrazie ma direttamente dall’industria e da industriali-oligarchi che disfano società, democrazia, libertà e ambiente a loro piacimento, in modalità assolutamente anti-democratiche, se non totalitarie (il totalitarismo del tecno-capitalismo)?

eguide

Modello 231: guida pratica per l'implementazione nell'Ambito ESG

Legal
Legal Risk Management

Cosa sono le terre rare e perché sono al centro del conflitto ucraino

Ricordiamo brevemente cosa sono le terre rare (e simili) e perché sono al centro di un nuovo pezzo di quella guerra mondiale apparentemente a pezzi che il capitalismo e la tecnologia hanno scatenato contro la Terra e gli uomini da tre secoli a questa parte di rivoluzione industriale.

Terre rare, dunque. In totale sono 17 elementi della tavola periodica “che si nascondono dietro ai display dei nostri dispositivi e ne assicurano il funzionamento, ad esempio nella visualizzazione dei colori, nella riproduzione dei suoni e dei sistemi di vibrazione. Ma la loro presenza è indispensabile anche nella cosiddetta green technology, per la costruzione di pale eoliche e auto elettriche. E se i loro nomi impronunciabili – neodimio, gadolino, terbio, per citarne alcuni – possono farli sembrare sconosciuti ai più e forse meno importanti dei più noti litio e cobalto, l’industria tecnologica da tempo dipende fortemente dalla loro estrazione e utilizzo. Nonostante si parli di terre rare, questi elementi sono piuttosto comuni in natura. Il nome non è legato alla loro scarsità, ma al fatto che è difficile trovarne in grande concentrazione all’interno di un giacimento: sono in pratica diluiti nel terreno. Questo complica e rende costoso il processo di estrazione. […] Gli ultimi dati […] dicono che le riserve di terre rare mondiali sono stimate attorno ai 90 milioni di tonnellate, di cui 44 solo in Cina; seguono Brasile con 21 milioni di tonnellate, e India, che ne possiede circa 7. Non è chiaro invece quali siano le disponibilità di terre rare in Ucraina” e questo pone il problema del perché della grande attenzione di Trump e Musk. Secondo alcuni è anzi “più probabile che Donald Trump si riferisca erroneamente e genericamente alle cosiddette materie prime critiche, che includono litio, grafite e cobalto, che non sono considerate terre rare, ma di cui l’Ucraina è effettivamente ricca. […]. E se da una parte le terre rare vengono considerate elementi strategici della transizione ecologica, dall’altra la loro lavorazione ha un grosso e grave impatto sull’ambiente: per separarle dagli altri minerali devono essere disciolte a più riprese in acidi, filtrate, ripulite, con un processo davvero poco sostenibile. La loro lavorazione genera inoltre rifiuti tossici e anche radioattivi con un grosso costo per l’ambiente e quindi per noi. Inoltre, nei prossimi decenni la domanda di terre rare supererà l’offerta, con una crescita del fabbisogno del 400-600 percento”[1].

Ovvero, la transizione ecologica è solo la maschera propagandistica per coprire altri interessi, strettamente capitalistici e finanziari e per farci credere che solo sviluppando la tecnologia sia possibile ottenere la cura della Terra e almeno il contenimento del riscaldamento climatico. Mentre di correzione di rotta, cioè modificando radicalmente il modello economico, industrialista e produttivistico basato sul sempre di più, dominante ed ecocida in sé e per sé, non se ne parla nemmeno, già dimenticati i bei discorsi fatti durante o appena dopo la pandemia, appena cinque anni fa, tutti spingendoci invece alla resilienza, cioè all’adattamento al riscaldamento climatico. Correzione di rotta impossibile per la contraddizione che non lo consente, posto che al capitale e alla tecnologia interessano solo il profitto a breve termine e l’accrescimento illimitato del sistema tecnico. Ma appunto, questo è il capitalismo, tra crisi e disruption ed ecocidio e guerra incessante, tra neocolonialismo e autocrazie crescenti.

E mentre Putin offre a Trump di condividere le terre rare e di arrivare a un accomodamento sull’Ucraina (tra oligarchi ci si intende sempre e facilmente) il primo ministro britannico Starmer ha annunciato che la spesa per la difesa salirà al 2,5% del Pil entro il 2027 e raggiungerà il 3% nel lungo termine, come chiesto da Trump. L’aumento sarà finanziato con il taglio ai fondi previsti per gli aiuti umanitari, cioè, per uno che dice di essere laburista, il massimo della contraddizione e del cinismo. Mentre l’Europa già spende 300 miliardi in armi, come la Cina, ma il doppio della Russia.

Il gioco delle oligarchie: Trump, Musk e Putin decidono le sorti dell’Ucraina

Ha scritto uno dei migliori e più intelligenti giornalisti/analisti italiani (quindi, non mainstream) di geopolitica, ancora capace di pensiero complesso e di pensiero critico, Alberto Negri: “La sottomissione europea al complesso militare-industriale israelo-americano è totale. Pochi giorni dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre, Biden spostava le portaerei nel Mediterraneo orientale e stanziava miliardi di dollari di aiuti militari per Israele: gli Stati uniti si sono immediatamente schierati non per la pace ma per una escalation del conflitto. E noi europei con loro, mascherando i nostri aiuti a Israele dietro la ormai sfiorita formula due popoli e due stati. Il complesso militare-industriale israelo-americano si è schierato all’Onu con Putin e le dittature perché tra un po’ gli Usa riconosceranno l’annessione israeliana della Cisgiordania. Chiediamo giustamente a Putin di ritirarsi dai territori occupati in Ucraina ma Israele occupa il Libano, ha esteso la sua presenza nel Golan siriano e si sta divorando la West Bank. Giustifichiamo tutto questo con la necessità di Israele di preservare la sua sicurezza, le stesse argomentazioni che usa Putin quando chiede alla Nato di tenersi lontana dall’Ucraina. […] Cosa volete di più? È il manuale della giovani marmotte di Trump. La Ue paga anni di sottomissione a Usa e Israele: Trump è l’anello mancante di decenni in cui abbiamo giustificato, partecipato o avallato guerre di occupazione e aggressione, dall’Iraq alla Libia, dall’Afghanistan alla Palestina, provocando la disgregazione di interi paesi e popoli, centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi. Basti pensare all’Iraq nel 2003 […]. In un momento in cui ci si indigna per le bugie e i travisamenti della realtà di Trump, bisogna ricordare che la guerra del 2003 fu la più grande fake news della storia recente, quando gli Usa giustificarono l’attacco con una campagna di stampa e propaganda mondiale che sbandierava il possesso da parte di Saddam Hussein di armi di distruzione di massa che non furono mai trovate. Venne persino esibita all’Onu dal segretario di stato Powell una falsa provetta con armi chimiche. Una tragica commedia. Nessuno dei responsabili ha mai pagato – né Bush né Blair – e abbiamo partecipato a quella guerra e alle altre senza fiatare [ma Francia e Germania dissero di no]. Ora ci tocca accettare le bugie di Trump e gli insulti del suo vice Vance a Monaco: sanno con chi hanno a che fare. I sottomessi europei”[2]. E questa è la pessima fotografia dell’Europa. Ma come è messo l’intero Occidente, di cui l’Europa è una parte, oggi molto frastornata e confusa, mentre negli Usa trionfa il bullismo politico e tecnologico?

La sconfitta dell’Occidente secondo Emmanuel Todd: un’analisi antropologica

Come anticipato, Emmanuel Todd scrive di una sconfitta dell’intero Occidente. Sconfitto da Putin, dalla Cina, sconfitto dal Resto del mondo che non si riconosce più nei valori occidentali, che rifiuta l’ipocrisia di noi Occidente che ci crediamo democratici e liberali. Un libro uscito a settembre 2024, prima dunque della rielezione di Trump (con Musk), un libro di storia e di antropologia, con alcune riflessioni ovviamente superate in parte dagli avvenimenti degli ultimi mesi, ma utilissimo sia come analisi dei processi avvenuti appunto in Occidente negli ultimi decenni e nell’intero ‘900 e sia come offerta di molteplici spunti di riflessione, anche quando non si è magari d’accordo con Todd – ad esempio, secondo noi, quando sopravvaluta i processi di secolarizzazione e di perdita di ruolo del protestantesimo (“la teoria di base di questo saggio”, scrive), distinguendo poi tra evangelici e protestanti; o quando riflette sulla crisi dei modelli familiari occidentali; o quando dimentica o non vede gli effetti di individualizzazione/atomizzazione e di anomia e nichilismo prodotti dalla tecnologia digitale; o quando definisce la Russia come una “democrazia autoritaria”; o quando dà per scomparsi gli stati-nazione in Occidente, quegli stati dotati cioè di una cultura comune, quando Trump punta tutto sul MAGA.

Oligarchie nichiliste e suicidio assistito dell’Europa

Resta il fatto che, come scrive Todd, “l’Occidente è oligarchico” come la Russia e non solo; “e che allo stato attuale il sistema della NATO, molto più che una protezione contro la Russia, rappresenta un meccanismo di controllo da parte di Washington sulle élite e sugli eserciti suoi vassalli”. E Todd descrive con dettagli quello che definisce il suicidio assistito dell’Europa. Soprattutto attraverso i meccanismi finanziari e informatici, con i quali si esercita il dominio americano[3]. Un’Europa che da ultimo “ha visto subentrare all’asse Parigi-Berlino quello Londra-Varsavia-Kiev guidato da Washington”, producendo “una evanescenza dell’Europa[4], ma insieme anche la “solitudine ideologica dell’Occidente e soprattutto la sua inconsapevolezza di questo isolamento. Essendosi abituati a dettare i valori a cui il mondo deve aderire, gli occidentali (“volendo rappresentare la totalità del mondo, l’Occidente non ammette l’esistenza dell’altro[5]” – in realtà, in tutta la sua storia non l’ha mai ammessa – e così sottovalutando la natura anche antropologica della Russia) credevano sinceramente, e stupidamente, che il pianeta intero fosse pronto a condividere la loro indignazione nei confronti della Russia”[6]. E invece no. Segno tangibile che qualcosa si era rotto, che l’onnipotenza si stava trasformando in impotenza. Alla fine cadendo nella trappola ucraina (e in questo, molte sono, secondo Todd, le colpe della UE), senza aver capito neppure l’Ucraina, la sua russofobia, la sua struttura industriale e sociale e neppure l’inconscio russo.

Ovvero, e mentre la guerra è comunque ancora in corso, si sta concretizzando la sconfitta dell’Occidente, che per Todd “è una certezza in quanto l’Occidente, più che essere sotto attacco da parte della Russia, si sta distruggendo da sé”[7]. Una crisi terminale soprattutto degli Stati Uniti e delle sue dipendenze, forse definibile come stato post-imperiale – “benché mantenga l’apparato militare di un impero, l’America non ha più al suo centro una cultura portatrice di discernimento, motivo per cui nella pratica si lancia in azioni sconsiderate e contraddittorie, come un’intensa espansione diplomatica e militare in un momento di massiccia contrazione della sua base industriale”[8]. Mentre la Germania, con la sua società, “è diventata una macchina votata alla produzione e all’adattamento industriale”[9] (ma questo era uno dei fini dell’ordoliberalismo), anche se oggi decisamente in crisi. E l’Europa – dove nessuno possiede più una “autonomia di pensiero o di azione e i suoi vertici stanno abbandonando anche la loro attività tradizionale, ovvero costruire l’Europa a parole, per diventare dei robot controllati dall’esterno, come in un film di fantascienza”[10], un ‘Europa “contemporaneamente oligarchica e anomica”, effetto tuttavia non solo dei processi di globalizzazione finanziaria, come crede Todd, ma anche o soprattutto di globalizzazione tecnologica. Mentre gli Usa sono ormai un buco nero, poiché il vero problema con cui il mondo oggi deve confrontarsi non è la volontà di potenza russa, molto limitata, quanto piuttosto la decadenza del suo centro americano, questa sì senza limiti”[11].

La sconfitta dell’Occidente, dunque, secondo Todd.

Esterna, la guerra in Ucraina; ma soprattutto interna, il declino morale ed economico. Un Occidente nichilista e in crisi di egemonia – anche se Trump & Musk, a modo loro, stanno cercando di ricostruirla, passando per il potere della tecnologia, tra protezionismo & anarco-capitalismo & complesso militare-industriale & aberrazioni genocidarie come Gaza Beach.

Bibliografia

Ivi, pag. 240

https://www.rsi.ch/info/ambiente/Cosa-sono-le-terre-rare-e-perch%C3%A9-fanno-gola-a-Trump–2620858.html

A. Negri, “Un’Europa sottomessa e senza bussola”, il manifesto del 26 febbraio 2025

E. Todd, La sconfitta dell’Occidente”, Fazi Editore, Roma, 2024, pag. 19

Ivi, pag. 34

Ivi, pag. 51

Ivi, pag. 36

Ivi, pag. 37

Ivi, pag. 47

Ivi, pag. 177

Ivi, pag. 187

WHITEPAPER

Essere DPO nel 2025: quali sono le competenze e i requisiti necessari

Legal
Data protection

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video & Podcast
Social
Iniziative
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Scenari
Il quadro economico del Sud: tra segnali di crescita e nuove sfide
Sostenibilità
Lioni Borgo 4.0: un passo verso la città del futuro tra innovazione e sostenibilità
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4