Verso la fine di settembre, LinkedIn ha rivelato di aver portato avanti per più di 5 anni e su oltre 20 milioni di utenti un esperimento che ha dimostrato come le conoscenze superficiali (definite in sociologia come “legami deboli”) siano in realtà più utili delle amicizie e delle nostre relazioni più strette (in sociologia “legami forti”) per trovare lavoro.
Nello specifico, l’esperimento utilizzava la modalità dell’A/B testing (secondo cui si prendono in considerazione due varianti) e consisteva nel fornire a un determinato gruppo di utenti un algoritmo che mostrava due tipologie differenti di suggerimenti di contatto (come, ad esempio, contatti “stretti” o “lontani”); sulla base delle diverse connessioni, poi, si analizzavano le nuove possibilità di lavoro che emergevano dai due macro-gruppi.
LinkedIn Career Explorer: cos’è e come usarlo per scovare opportunità di lavoro
Sebbene la tematica sia complessa, questi risultati hanno stimolato in noi diverse riflessioni.
In questo articolo abbiamo cercato di contestualizzare l’esperimento riprendendo gli studi e le teorie sociologiche di Mark Granovetter degli anni Settanta, e di legarlo al macrocontesto attuale per ragionare sull’importanza, a livello individuale e organizzativo, della presenza sul social network e della costruzione di un Personal Branding online.
Il legame con la sociologia: la teoria di Granovetter
Ciò che è emerso nell’esperimento conferma quanto era già stato affermato dal sociologo Mark Granovetter.
Nel 1973, in un articolo dal titolo “The strenght of weak ties”, Granovetter distingueva due tipologie di legami:
- I legami forti, definibili come quelli più stretti, costanti, frequenti e connessi sentimentalmente.
- I legami deboli, definibili come meno costanti e frequenti e con un impatto emotivo minimo.
Unendo questa teoria alla sua ricerca “Getting a job”, Granovetter affermava come i legami deboli fossero effettivamente più utili nel trovare lavoro rispetto a quelli forti, perché consentono di raggiungere molti più contatti indiretti di quelli che saremmo in grado di stabilire relazionandoci solo con contatti stretti.
Proprio Granovetter infatti affermava “Nessun legame forte è un ponte. Tutti i ponti sono legami deboli” (“No strong tie is a bridge. All bridge are weak ties”), intendendo proprio che il collegamento verso delle nuove opportunità non è dato dai legami forti, bensì dai legami deboli.
Fonte: Concept 4: Job Opportunities and Granovetter’s Strength of Weak Ties | THE RELIANTS PROJECT
L’importanza dell’esperimento di LinkedIn in un mondo sempre più digitalizzato
Come già affermato, a livello di studi di sociologia dei media l’esperimento di LinkedIn riconferma un dato già osservato; la sua importanza però sta nel delineare come lo strumento digitale possa essere utile per mantenere le relazioni distanti.
Se pensiamo agli albori dei social network, il loro obiettivo primario era effettivamente quello di creare network tra legami deboli e conoscenti, per ampliare la propria cerchia di amicizie o addirittura trovare un partner, in alcuni casi.
Nel corso degli anni, i social network sono diventati un luogo dove rafforzare l’io e chiudersi in cerchie ristrette di relazioni forti, dove polarizzarsi ancora di più e diventare vittime e allo stesso tempo fautori delle echo chambers[1].
Fonte: (PDF) Emotion shapes the diffusion of moralized content in social networks (researchgate.net)
Questo fenomeno viene definito appunto “polarizzazione”, secondo il quale cerchie di persone si separano sempre di più opponendosi a chi ha idee e credenze contrastanti dalle loro; i social come Facebook hanno avuto un contributo sostanziale a supporto di questo fenomeno, avvalendosi del cosiddetto “bias cognitivo della conferma” e dando vita alle echo chambers nominate precedentemente, che non sono nient’altro che cerchie strette di persone che la pensano come noi e che rafforzano le nostre idee.
Di conseguenza, con i risultati del suo esperimento, LinkedIn ha dimostrato che, da un lato, è ancora in grado di perseguire l’obiettivo originario dei social network di creare connessioni tra legami deboli, e dall’altro, in quanto social network professionale, questa sua caratteristica diventa utile in un mondo sempre più digitalizzato per costruire carriere e per abilitare il mantenimento delle connessioni.
Saper utilizzare LinkedIn è ora imprescindibile
Chiarite queste premesse, risulta evidente come conoscere i social media, saperli utilizzare, stabilire una presenza su LinkedIn e orientare il proprio Personal Branding siano ormai delle esigenze concrete delle persone e delle organizzazioni che vogliono farsi conoscere tramite i propri dipendenti.
Per certi versi, queste conoscenze fanno parte di un percorso di digitalizzazione che può avere l’obiettivo di accrescere le competenze le persone sia per una loro crescita personale che per obiettivi di business.
Già in diversi settori, infatti, le organizzazioni stanno orientando la propria formazione anche verso tematiche come l’utilizzo del social network, con un duplice scopo: da un lato aumentare la brand awareness e la brand reputation e arginare possibili errori di comunicazione che le persone potrebbero commettere, e dall’altro fare recruiting e trovare e attrarre nuovi possibili talenti.
Oltre a ciò, come abbiamo già detto, utilizzare LinkedIn serve anche in primis ai singoli individui per costruire una rete di connessione valida che permetta di avere il maggior numero di contatti e allo stesso tempo di creare occasioni di lavoro: sappiamo infatti che i percorsi di crescita professionale delle persone non sono più lineari ed è molto difficile che una persona entri in un’azienda a vent’anni e ci rimanga per tutta la vita.
Conclusioni
In sintesi, la ricerca quindi cosa ci dice? Ci dimostra quello che gli studi sociologici hanno affermato più di quarant’anni fa, ovvero che i legami deboli sono di grande utilità perché offrono possibilità che a volte i legami forti non riescono a darci.
Cosa significa questo all’interno delle carriere professionali? In un mondo profondamente cambiato e sempre più digitalizzato, caratterizzato dalla vicinanza ma anche dalla distanza, il mantenimento dei legami deboli diventa critico per la nostra carriera, e perché no, anche per i nostri legami.